COMITATO NO AL CONTRATTO AIUTA-BANCHIERI – RISPOSTA ALLA FABI
DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA
Riprendiamo l'ultimo comunicato del Comitato No al contratto aiuta-banchieri.
Da parte nostra non è necessario aggiungere ulteriori commenti
Registriamo un salto di qualità nelle attività della Fabi, la cui RSA di Torino di Intesa Sanpaolo è solita commentare i volantini della Cub-Sallca. Questa volta si è scomodata addirittura la segreteria nazionale di Gruppo per commentare il comunicato con cui il "Comitato No al Contratto Aiuta-Banchieri" annunciava la ripresa delle proprie attività. La Fabi contesta l'affermazione che il contratto sia stato bocciato nelle assemblee e altre affermazioni sulle conseguenze normative della firma dell'accordo.
Sulla parte di contenuto riteniamo inutile riaprire un contenzioso ampiamente sviscerato nelle assemblee e con i nostri comunicati. Non siamo certo stati noi ad annunciare che l'accordo avrebbe prodotto 30.000 assunzioni in cinque anni e che gli orari estesi sarebbero serviti proprio per questo, sempre ammesso che fossero partiti. Infatti, in Intesa Sanpaolo sono partiti, di assunzioni non si vede nemmeno l'ombra (anzi sono state cancellate le 1.000 già previste) e lo stesso vale per tutto il settore.
E' inutile ritornare anche sugli aumenti salariali pagati dai lavoratori stessi con il proprio salario differito, in alcuni casi persino rimettendoci. La polemica potrebbe continuare all'infinito, ma ogni lavoratore è in grado di valutare se quell'accordo ha frenato o rafforzato l'arroganza dei banchieri. Oggi le aziende chiedono e ottengono sempre di più, i sindacati firmatari accettano tutto, senza neanche provare a reagire.
I fatti parlano da soli. C'è invece un punto che può essere verificato in modo oggettivo e cioè l'effettiva approvazione del contratto. Anziché indignarsi, la Fabi (e gli altri firmatari) dovrebbero fare ciò che chiediamo invano da un anno: pubblicare i dati analitici, assemblea per assemblea, e non i dati aggregati su base regionale. Impresa facilissima, visto che questi dati li hanno forniti per le assemblee di Intesa Sanpaolo sull'accordo del 19 ottobre 2012.
Un accordo firmato e approvato (pur con molti voti contrari e astensioni) sotto il ricatto del licenziamento degli apprendisti, ma che nessuno ha messo in discussione sul piano numerico (anche se le assemblee si sono svolte ad accordo già operativo e la partecipazione è risultata talmente scarsa – inferiore al 20% – che ogni commento è superfluo!!!!). Se la pubblicazione dei dati analitici sul CCNL è ancora tabù, i lavoratori sono autorizzati a pensare che in realtà il contratto sia stato bocciato!
Per finire la comica finale: la Fabi si vanta di aver "smascherato l'Abi e le sue pretese", cioè nuove richieste di sacrifici ai lavoratori, perché la redditività sarebbe insufficiente. Smascheramento un po' tardivo (come ricorda un volantino ironico della Falcri Toscana) visto che già all'epoca del rinnovo del contratto circolava un documento dell'ex segretario della Fisac, Domenico Moccia, che smentiva in modo dettagliato i dati dei banchieri.
Dopo l'accordo di rinnovo del CCNL sono seguiti vari accordi aziendali a perdere che confermano la necessità del Comitato di riprendere un'azione di collegamento e di solidarietà tra le diverse forze sindacali che intendono contrastare le richieste di banchieri sempre più impresentabili e degnamente rappresentati da Giuseppe Mussari fino a solo alcune settimane orsono.
A proposito: non sarebbe compito del sindacato svolgere anche una funzione di controllo sull'operato dei manager della finanza? O vale il principio che tutto va bene, finché vi fanno stare al tavolo? 08.03.2013
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