Nel 2006 un nostro dirigente sindacale di Napoli subì una sanzione disciplinare (biasimo scritto) per aver fatto circolare attraverso il computer aziendale un volantino del nostro sindacato, con il quale si proclamava lo sciopero generale contro la legge finanziaria del Governo Prodi.
L'infamante addebito era quello di avere perseguito, attraverso mezzi di proprietà aziendale, "interessi personali".

Il collega agì per vie legali contro quel provvedimento e nel 2010, "in nome del popolo italiano", il Giudice unico del Tribunale di Napoli dichiarò "l'illegittimità della sanzione disciplinare del biasimo scritto inflitta con nota del 29/12/2006 e per l'effetto ne ordina la cessazione di ogni effetto".

Dopo quella sentenza era scontato ritenere che l'azienda avrebbe riconosciuto al collega il premio VAP, che non era stato erogato in costanza del provvedimento disciplinare.
La banca decise di non pagare quanto dovuto al collega, che si vide costretto ad intentare una nuova vertenza contro l'azienda per vedere riconosciuti i suoi diritti.

Il 3 aprile scorso una nuova sentenza del Tribunale di Napoli ha condannato la banca ariconoscere quanto dovuto al nostro dirigente sindacale.

Auspichiamo, a questo punto, che l'azienda eviti comportamenti "alla Marchionne" e provveda quanto prima a risarcire il collega, altrimenti ci vedremo costretti ad entrare nello storico salone di Palazzo Zevallos Stigliano in Via Toledo, accompagnati dall'Ufficiale giudiziario, e pignorare qualche opera di Andy Warhol.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni

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