L'incontro del 8 maggio tra funzioni aziendali e sindacati del primo tavolo ha prodotto le seguenti risposte, che qui riassumiamo.

Dal punto di vista degli organici è stato riferito che le 360 filiali che, finora, lavorano con orari estesi, sono state "rinforzate" dall'assegnazione di 260 risorse. In ogni Area viene attivata una task force di 5-10 risorse per le
emergenze.
Tra giugno e settembre, dopo colloqui per verificare la disponibilità dei colleghi coinvolti, dovrebbero liberarsi altre 112 risorse da ISGS Operations, anche se questi numeri non hanno esaurito il bacino di domande di trasferimento in essere. Ancora da svolgere i colloqui relativi ad un centinaio di domande di trasferimento dalle Strutture di Governance. Dal 29 luglio al 30 agosto in oltre il 50% delle filiali con orario esteso (lascelta delle filiali "fortunate" sarà a cura delle Direzioni Regionali) verràapplicato un orario ad hoc: apertura al pubblico dalle 8,05 alle 16,30 con chiusura casse alle 15,35. Proseguirà l'orario continuato per chi lo effettua già, mentre per le altre filiali la pausa pranzo sarà dalle 13,30 alle 14,30.
A fine anno verrà fatto il punto della situazione ed un primo bilancio dell'esperienza.

Osserviamo che le risposte fornite dall'azienda sono ben lontane da quelle che ci saremmo aspettati e sono insoddisfacenti persino per i sindacati firmatari.
La cosa più grave è che quanto previsto per il periodo estivo dimostra la mancanza di qualsivoglia strategia dei vertici aziendali: solo per fare un esempio, che si passi da un orario "lungo" ad uno estivo, con chiusura anticipata di mezz'ora rispetto all'orario tradizionale, non sembra essere una dimostrazione di particolare lucidità. L'impressione è che sul ponte dicomando non si sappia cosa fare, ma in compenso ci tengono a far sapere di poter fare ciò che vogliono e lo fanno!

D'altronde noi siamo sempre stati molto scettici sulla credibilità del progetto e abbiamo sempre suggerito di tenere in conto le valutazioni di chi pensa che l'operazione possa servire come copertura (in caso di prevedibile fallimento) per passare ad un'azione ancora più drastica di taglio dei costi.
Casualmente (?) lo stesso giorno dell'incontro sindacale sugli orari, Micheli interveniva al Forum dell'Abi sulle risorse umane. Può essere interessante riprendere integralmente il sunto di quanto ha affermato ed è apparso su Radiocor:

Tema esuberi innegabile. Pensare a forme nuove occupazione' (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 08 mag – I livelli retributivi delle banche italiane "non sono piu' compatibili con le prospettive di crescita del settore" e queste ultime "non consentono gli attuali livelli occupazionali". Suonano come un de profundis nella sala della Clemenza di Palazzo Altieri le parole di Francesco Micheli, Vice presidente vicario dell'Abi nonche' presidente del comitato dei banchieri che ha la delega in materia di relazioni sindacali. Micheli interviene all'annuale Forum dell'Abi sulle risorse umane e traccia un quadro a tinte fosche per le banche. Non torneranno piu' gli anni della redditivita' a due cifre (la stima Abi per il roe medio di sistema al 2014 e' di un +3,2%) e "su redditivita' e produttivita' le prospettive per quest'anno sono sfavorevoli". L'Italia inoltre si ritrova con reti bancarie ipertrofiche rispetto agli altri grandi paesi europei proprio mentre le transazioni allo sportello stanno calando al ritmo del 15% annuo. "Se tanto mi da tanto – prosegue Micheli -gli organici allo sportello dovrebbero scendere altrettanto". C'e' quindi un tema "di esuberi che non possiamo negare" afferma il banchiere che pero' non vuole parlare di numeri ma esortare il sindacato a "trovare il coraggio di pensare a forme di nuova occupazione nel settore".

Oltre il tono minaccioso delle affermazioni di Micheli, non possiamo non rilevare le continue contraddizioni in cui cade l'artefice degli orari estesi. Se le reti sono ipertrofiche e le transazioni in diminuzione, allora perchè proprio nella sua azienda ha deciso di allungare l'orario degli sportelli? E poi cosa vuol dire che le transazioni sono in diminuzione del 15%? Quali? Sono solo le operazioni di cassa a calare, o anche quelle di consulenza? In ogni caso si deve meccanicamente tagliare l'organico?

Non sarebbe preferibile un progetto di lungo periodo in cui si torni a fare banca, con attenzione alla rete, alla relazione con la clientela, al proprio ruolo fondamentale di sostegno all'economia e allo sviluppo? Perché è stato sostituito al vertice dalla Banca dei Territori un manager come Castagna, che dalla rete proveniva, con un uomo della finanza? Era proprio necessario fare ruotare cinque dirigenti in cinque anni al vertice della struttura centrale per tutto il Gruppo? Non sarebbe meglio riflettere sui propri errori, prima di commetterne altri?

Riteniamo che rammaricarsi di non poter avere la redditività a due cifre mentre la crisi imperversa e le aziende chiudono sia una manifestazione di cinismo intollerabile, lo stesso cinismo indifferente con cui, in gran parte delle banche, il top management continua ad elargirsi ricchi stipendi ed incentivi.
E' necessario che tra i lavoratori cresca la consapevolezza e la determinazione a contrastare politiche di tagli e sacrifici a senso unico. Tutto questo sta diventando insopportabile: dobbiamo dire forte e chiaro che la misura è colma!

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni

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