Prendiamo spunto dal tormentone rap del Movimento 5 Stelle che ci ha martellato durante la recente campagna elettorale per fare un breve commento a freddo all'assemblea dei soci Ubi Banca che si è svolta sabato 20 aprile scorso.

In una banca popolare, che quindi ha la forma di società cooperativa per azioni, una testa vale un voto a prescindere dalla quantità di titoli posseduta. Questa può essere una possibilità che hanno i lavoratori/soci, da giocare in assemblea, per far sentire la propria voce anche se, crediamo, non per aspettarsi in tal sede grossi cambiamenti. I soci non sono ovviamente tutti dipendenti e la banca sa bene come muoversi per organizzare il voto tra i clienti e tra i colleghi stessi.
Detto ciò, l'Assemblea, ricordiamolo, è l'organo SOVRANO che delibera su argomenti importanti, tipo le liste delle persone deputate al Consiglio di Sorveglianza, ma anche le politiche di remunerazione dei Consiglieri, la destinazione dell'utile di esercizio, i piani di incentivazione dell'Alta Dirigenza.

A questa assemblea abbiamo voluto partecipare anche noi, per la prima volta, tramite un nostro delegato (potete vederne l'intervento al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=ck66wXyoVQc o leggerlo a pag. 71 del "Verbale di assemblea" reperibile sul portale alla sezione "SOCI" del sito istituzionale di UBI Banca) e abbiamo scoperto alcune cose.

Innanzitutto che l'architettura dell'evento in sé, oltre che la mancanza di informazione, consapevolezza e disciplina da parte dei lavoratori di concerto con la latitanza nell'organizzazione degli stessi da parte delle sigle sindacali "storiche" e (purtroppo) maggiormente rappresentative, fanno in modo di neutralizzare in partenza l'espressione di un possibile dissenso, rendendo la banca "popolare" una mera finzione e svuotando la potenzialità stessa del concetto di "una testa un voto".

Abbiamo scoperto che, nonostante le urne per la votazione relativa alla nomina dei membri per il Consiglio di Sorveglianza siano state aperte, non senza polemiche, alle 13:43, le votazioni critiche si sono fatte a fine assemblea, la  sera (e sembra che sia la prassi). Parliamo di quelle sugli emolumenti, per esempio, o quelle sul piano di incentivazione per il Top management. Votazioni aperte quando una buona parte dei soci, e dei dipendenti/soci, stanchi e soprattutto sconfitti dalla più seducente arma di distrazione di massa, il buffet, è già, satolla, sulla via del ritorno a casa.

Loro invece, gli ottantenni d'acciaio, dal palco d'onore si godono con distacco la scena, che si perpetua dall'epoca dei circhi romani, di un popolino che si divide, si scalda, si accapiglia per poi arrendersi, abbandonare armi, campo e propositi (se mai li ha avuti) e cedere alle lusinghe del sontuoso catering.

Inoltre, dopo tutti i timori sulla tracciabilità, sulla mancanza di anonimato del voto alle liste e le polemiche che ne sono conseguite, le votazioni che riguardano gli altri punti all'ordine del giorno prevedono che il voto CONTRARIO venga registrato ad un apposito banco, con tanto di rilascio delle generalità! In mancanza, i presenti, ovunque siano (in bagno, al buffet, persi in chiacchiere), sono automaticamente considerati  D'ACCORDO con le proposte enunciate!

Il voto contrario a tali argomenti, espresso e sbandierato orgoglionamente da alcune sigle sindacali nei propri volantini dedicati all'assemblea più affollata della storia della banca, quasi 14.000 i partecipanti (di cui circa 6.000 di persona), presenta dei numeri che ne palesano la natura meramente di facciata.

A fronte di una votazione per le liste, aperta alle 13:43, che ha visto la seguente partecipazione e risultato:

Risultati votazione nomina dei membri del Consiglio di Sorveglianza voti
"Lista del Consiglio di Sorveglianza" (Moltrasio) 7.318
"UBI, banca popolare!" (Resti) 4.693
"UBI Banca – ci siamo" (Jannone) 1.548
Schede bianche 79
Schede nulle 47
TOTALE presenti (in proprio, per delega, per rappresentanza legale) 13.685

 
abbiamo a fine giornata, circa dalle 17:00 in avanti, questa situazione:

  presenti favorevoli contrari astenuti
Determinazione della remunerazione del Consiglio di Sorveglianza: 1967 1900 14 53
Destinazione e distribuzione dell'utile: 1622 1621 1 =
Relazione sui processi decisionali in tema di remunerazione: 1531 1527 = 4
Proposta relativa alle politiche di remunerazione a favore dei Consiglieri di Gestione: 1394 1350 18 26
Proposta di assegnazione azioni ordinarie UBI quale parte variabile della remunerazione, in qualità di sistema incentivante per l'Alta Dirigenza: 1367 1324 9 34

Pur ribadendo che l'argomento assemblea non ci entusiasma, alcune domande a questo punto nascono spontanee: dov'erano le organizzazioni sindacali che tra la piazza di Bergamo e quelle limitrofe (Brescia, Milano, Cuneo) possono vantare decine di delegati e che tanto si sono spese per spingere i lavoratori a diventare soci?

Evaporata la possibilità di piazzare qualche loro uomo nel Consiglio di Sorveglianza hanno pensato bene, eccezion fatta per una presenza puramente rappresentativa, di fare altrettanto?

Perché si sono sempre limitati, e questa volta non fa eccezione, ad inveire contro le politiche sulla remunerazione del management ma non hanno MAI organizzato il dissenso, per esplicitarlo in un voto CONTRARIO vero e numeroso, tra le migliaia di lavoratori che hanno accolto i loro pressanti inviti a diventare soci?

Infine, ci chiediamo: come è possibile che queste migliaia di colleghi possano ancora accettare di farsi prendere per i fondelli in modo così sfacciato?

La funzione di un vero sindacato è quella di organizzare e guidare i lavoratori.

Il suo posto è tra di loro e non nell'ipocrisia dei giochi di potere.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo UBI Banca

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