L’assemblea dei soci di Ubi Banca ha, tra le altre cose, portato alla luce episodi di licenziamento o di richiesta di dimissioni, con successiva riassunzione come quadri direttivi, nei confronti di dirigenti della banca.”
E’ bene precisare che stiamo parlando di lavoratori con elevata professionalità e relativa retribuzione, ma non di top manager o di membri di CdA che, giusto in occasione dell’assemblea, si sono visti nuovamente riconfermare laute (e ingiustificate, aggiungiamo noi) ricompense.
Quando iniziano le ritorsioni verso i dirigenti è sempre un campanello d’allarme che suona anche per impiegati e quadri e che segnala il degradarsi del clima aziendale.
Vogliamo segnalare una situazione particolare di un dirigente licenziato da Banco di Brescia e che stiamo seguendo nelle sue vicissitudini. La storia inizia nel 2005 con vari episodi che fanno capire al malcapitato dirigente di essere caduto in disgrazia e subisce un’accelerazione del 2011, quando gli viene imposto un pesante trasferimento (da Roma a Brescia) proprio mentre le sue condizioni di salute stanno peggiorando. Che non siano storie, peraltro, lo conferma
il verbale della commissione dell’Inps che gli riconosce il 60% di invalidità.
Durante il lungo periodo di malattia che segue, le visite fiscali disposte dall’azienda sono frequenti ed ogni volta il medico non può che confermare la diagnosi.
Nel frattempo il trasferimento viene impugnato e questa volontà di resistenza non viene certo apprezzata.
Inoltre il dirigente aveva aderito, ricorrendone i requisiti, al Fondo di Solidarietà, ma l’azienda nega (nonostante la presenza di regolari ricevute) che la richiesta sia giunta nei tempi previsti.
Il 26 di aprile il lavoratore rientra nel suo nuovo ufficio e viene licenziato.
Noi riteniamo che, quando ci si trovi in presenza di una palese ingiustizia, il compito di un sindacato sia quello di difendere chi ne viene colpito. La brutalità del comportamento aziendale è un pessimo segnale (che si aggiunge a molto altri) che va contrastato con decisione.
Oggi la parola passa agli avvocati (anche per l’atteggiamento arrogante dell’azienda) ma la nostra organizzazione sarà al fianco del lavoratore per accompagnarlo e sostenerlo nel suo percorso.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo UBI Banca

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