MPS – E’ ALLO STUDIO UN NUOVO PIANO INDUSTRIALE
FACCIANO PROPRI GLI SCIOPERI DEL 27/9 E DEL 4/10
La notizia dell'indizione di scioperi nel gruppo MPS era precedente all'annuncio che sarebbe stato rivisto il piano industriale alla luce dei rilievi del Commissario Europeo alla concorrenza.
Questo nuovo fatto rende ancora più importante sollecitare tutti i colleghi e le colleghe ad aderire a queste giornate di sciopero, opportunamente proclamate coinvolgendo tutti i lavoratori del gruppo.
Le due giornate di sciopero sono state indette dalla Fisac Cgil e non dimentichiamo certamente le responsabilità di questa e di altre sigle sindacali nelle politiche consociative condotte con il vecchio management.
Ma non è questo il momento di recriminare sul passato e per il futuro la miglior garanzia per i lavoratori è, come recita il titolo, appropriarsi delle lotte per condurle oltre le finalità e la gestione di chi le ha proclamate.
Oggi è necessario unire tutti i lavoratori del gruppo per impedire al nuovo management di scaricare sui dipendenti i costi degli errori del passato e del presente.
La bocciatura del piano industriale e la sua "rinegoziazione" con il commissario europeo Almunia, costringe il management a presentare un nuovo piano industriale: dobbiamo ottenere che il nuovo piano sia sostenibile innanzitutto sul piano sociale.
Riteniamo che il primo punto debba essere la rinuncia ad ogni ipotesi di esternalizzazione dei lavoratori.
Il secondo è la ridiscussione dell'accordo di dicembre 2012 che penalizza i dipendenti con sacrifici a senso unico e senza prospettive di uscita dallo stato di crisi.
Il terzo punto è che bisogna finirla con piani industriali che puntano a rilanciare la banca solo sfruttando il binomio rappresentato da taglio dei costi (ma solo per alcuni…) e pressioni commerciali insopportabili.
In un precedente comunicato avevamo avanzato le nostre proposte per salvare la banca senza penalizzare i dipendenti. Riteniamo che non ci siano prospettive di rinascita finchè sul ponte di comando ci saranno top manager che hanno già fallito in esperienze passate e che si stanno distinguendo solo per l'assunzione di costosi consulenti (recentissima la notizia dell'assunzione dall'esterno di tre dirigenti per il lancio della "banca on line").
Diciamolo chiaro e tondo: è il momento di sbarrare la strada a queste politiche ed a questi personaggi e di procedere, senza ulteriori indugi, a convertire subito il prestito statale in azioni ordinarie, facendo tornare il gruppo nell'ambito pubblico e promuovendo un modello di banca che sappia svolgere una funzione utile per il paese e per la società, sotto la guida di una dirigenza che non arrivi dall'esterno e dalle famigerate società di consulenza, ma sappia come si lavora in un'azienda di credito.
Un fallimento delle mobilitazioni (a prescindere, in questo momento, da chi le ha indette) sarebbe un segnale di via libera per i top manager e per coloro che li hanno sponsorizzati per continuare a fare ciò che vogliono. Fermarli dipende da tutti noi.
Gruppo BMPS
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