Ricordate il comunicato dello scorso dicembre dal titolo "Unicredit: l'Italia in un microcosmo" ? In quel comunicato si riportava l'ennesima brutta pagina sindacale nel Gruppo Unicredit.
Le sigle sindacali avevano firmato un accordo che mandava a casa 600 bancari anziani e costosi con il sistema del prepensionamento.
A casa senza il loro consenso ma, come detto, con la benedizione di tutte le organizzazioni sindacali (ad esclusione delle RSA FISAC del Lazio: né quella di UBIS, né quella di UNICREDIT – RETE hanno firmato l'accordo del novembre 2012, nonostante fossero le uniche titolate a farlo, come prevede la Legge 223, perché solo nel Lazio c'erano 5 o più persone licenziate).
Si tratta delle  stesse organizzazioni, però, che hanno risparmiato da quell'esodo forzato proprio alcuni dei loro dirigenti. Sul banco degli imputati sono finite anche sigle "di peso"  come Fabi e Uilca.
A seguito di quella palese ed ingiustificata discriminazione a cui i lavoratori non sindacalisti erano stati sottoposti, c'è stato chi si è sentito defraudato di un diritto ed ha fatto ricorso alla giustizia ordinaria.
Ebbene ci sono stati degli sviluppi ed una volta tanto possiamo comunicare una buona notizia: un collega ha visto già dibattere il suo caso ed ha vinto la causa. Il Giudice ha imposto ad Unicredit di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro.

La difesa del nostro collega licenziato a seguito di quello scellerato accordo,  è stata ben argomentata proprio su quel mantenimento in servizio di quei lavoratori (noti sindacalisti rimasti perché in posizioni apicali all'interno del sindacato) a discapito di altri.
E' una vittoria importante che ristabilisce giustizia al mondo del lavoro; ma lo è anche in previsione delle prossime udienze che riguarderanno gli altri lavoratori che hanno impugnato il loro licenziamento.
E' anche una vittoria morale, contro quella nuova cultura dominante che premia i più furbi a danno degli altri.
Una buona notizia, una volta tanto.

Se da un lato siamo soddisfatti per questa prima vittoria a favore dei lavoratori del Gruppo Unicredit, dobbiamo però rammaricarci per quanto sta avvenendo in Ubis a Roma.
Il compito principale, o forse unico, di un sindacato è la tutela dei lavoratori,   non la difesa dei privilegi di alcuni, non la ricerca ed il mantenimento di posizioni di potere e la spartizione di poltrone: la difesa, invece, dei posti di lavoro, nelle situazioni nelle quali, purtroppo e drammaticamente sempre più frequenti, essi sono a rischio.
Per la difesa del posto di lavoro e della dignità dei lavoratori, la Fisac di Ubis Roma si è sempre battuta e distinta, e questo sta costando loro caro.

Ci risulta infatti che i sindacalisti dell'RSA in oggetto siano stati deferiti dai loro compagni di sigla al Comitato di Garanzia per aver prodotto e divulgato il comunicato sindacale "Fra Sindacato e Lobby" (link:   http://www.esternalizzati.it/?p=18132).

Tutto ciò mette in evidenza le numerosissime pecche di quei sindacalisti che hanno scambiato la concertazione con la sudditanza nei confronti dell'Azienda con i relativi danni ai lavoratori. Non solo, questo caso mette in evidenza anche le carenze dell'attuale sistema rappresentativo sindacale e la possibilità che con l'attuale forma di rappresentanza si generino lobbies potenti in grado di compiere "l'assalto alla diligenza" a scapito dei diritti dei lavoratori.

Ai sindacalisti della Fisac Cgil di Ubis Roma tutta la nostra solidarietà.

Per chi volesse approfondire la tematica vi indichiamo riportiamo questo link:
http://aidos.altervista.org/tag/fisac-cgil/

Ps – Tra i firmatari dell'esposto, ovviamente, vi è anche il noto sindacalista della Fisac Cgil Ubis Milano finito sulla stampa nazionale qualche mese fa per la corrispondenza un po' troppo, diciamo così, fraterna con il responsabile delle Relazioni Sindacali di Ubis a scapito dei sindacalisti della sua stessa sigla e, ovviamente, dei lavoratori di Ubis.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo UniCredit

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