Con asettici comunicati apparsi sui siti dei sindacati firmatari o inviati ai propri iscritti è stato "girato" il comunicato del gruppo Intesa San Paolo con il quale si elencano le filiali del'intero gruppo che verranno "accorpate", oltre a quelle che ridurranno l'apertura al sabato da 6 a 4 ore e quelle che "chiuderanno nei mesi estivi". Una decisione che interessa centinaia e migliaia di lavoratori del gruppo Intesa in ogni regione italiana.
Semplicemente così, come se la scelta fosse ineluttabile.
Un giro di vite non di poco conto: si trasformerà, a partire dal prossimo 21 giugno, la condizione di lavoro di tutti questi colleghi, i loro tempi di vita legati alle nuove percorrenze, le loro abitudini di vita legate alle rispettive precedenti allocazioni, l'eventuale nuovo disagio nei trasporti, nei collegamenti, nei parcheggi, ecc.
Un cambiamento che riguarda anche parecchia clientela. La qual cosa un poco ci deve preoccupare. E' l'ennesima scelta operata dall'azienda a danno dell'utenza. Non bastano le restrizioni normative, i vincoli procedurali, la spinta verso i conti on line, poi le operazioni trasmesse ai back office con tutte le conseguenze che conosciamo in ordine a disguidi e ritardi ed errori, poi la banca estesa che accontentando poche centinaia di utenti frequentatori serali della banca, ha massacrato le altre decine di migliaia che, durante la giornata, trovano la metà del personale al lavoro. Tutto volge a favore di un unico obiettivo: quello di allontanare la clientela dagli sportelli, quindi ridurre questi ultimi e con essi il personale preposto. Quelli che rimangono devono ringraziare che mantengono il posto di lavoro e devono "correre al galoppo" , cercando di piazzare prodotti e fare budget.

Sicuramente con queste scontate osservazioni non riusciamo a cambiare il corso delle cose, però è opportuno che i colleghi si confrontino con queste novità e riflettano. Tra poche settimane scade il CCNL e le premesse per il suo rinnovo sono estremamente negative. Ed allora è banalmente evidente che se non ci riprendiamo il comando delle operazioni, se non cominciamo dal basso a riprendere la parola e a condizionare gli eventi, sarà tutto più facile per le aziende. Dobbiamo decidere noi le sorti del prossimo rinnovo contrattuale. I nostri diritti saranno quanto prima cancellati, stante la complice inerzia delle organizzazioni sindacali firmatarie di tutti gli ultimi pessimi contratti, e quanto prima leggeremo l'ennesimo comunicato sindacale che gentilmente ci informa che alcune migliaia di lavoratori sono stati licenziati e, magari, con spirito di servizio informa dove potranno andare a ritirare la liquidazione (se ancora ci verrà data).  

Napoli, 24 Aprile 2014 

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni
Federazione Regionale Campania

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