INTESA SANPAOLO – ELEZIONI FONDO SANITARIO INTEGRATIVO
Perché votare le liste CUB-SALLCA?
Perché abbiamo contestato con forza le modalità antidemocratiche con le quali azienda e vertici sindacali diedero il via, nel 2010, al nuovo Fondo di Gruppo. Gli organi amministrativi delle preesistenti Casse (eletti dai lavoratori) furono svuotati di funzioni e soppressi d'imperio; la nostra consigliera in Cassa Sanpaolo (unica a votare contro) venne semplicemente cancellata; il referendum tra gli iscritti previsto dalla Cassa Intesa non fu mai fatto. E anche nel merito avevamo ragione: le riserve sono ancora bloccate, il contenzioso legale aperto e presto vedremo l'esito delle prime cause.
Perché in questi anni di cogestione al buio (in cui i volantini dei sindacati sono sempre stati solo una sorta di fotocopia-velina dei comunicati aziendali) il puntuale peggioramento di prestazioni e condizioni ad ogni chiusura di bilancio (che ha colpito in primo luogo i pensionati, ma non solo) è avvenuto nella più totale carenza di informativa sostanziale sugli interessi pubblici o privatistici che si andava a tutelare meglio, sul peso degli errori commessi, sulle diverse strade possibili suggerite da esperti del settore, da sindacalisti eretici, dalle associazioni dei pensionati.
Perché è di fondamentale importanza, ora che ci fanno votare, che tra le/gli elette/i vi sia almeno UNA presenza che non risponda ai vertici aziendali e dei sindacati "firmatari". Insomma, la classica "voce fuori dal coro", libera dai condizionamenti di chi è stato "nominato" e che, quindi, possa svolgere una funzione di controllo e di denuncia, in particolare dei conflitti di interesse e degli scambi impropri tra azienda e sindacati generati troppo spesso dalla gestione degli Enti.
Perché è del tutto evidente che negli Enti del Gruppo, dove la presenza di consiglieri indipendenti o del sindacalismo di base è da anni un fatto consolidato, sono garantite a tutte/i (iscritte/i ai sindacati e non) una più ampia circolazione di informazioni, una maggiore trasparenza amministrativa e, nel merito delle questioni più delicate, la possibilità di conoscere e valutare le diverse opzioni in campo.
Perché non bisogna mai dimenticare che lavoriamo in aziende dove, malgrado più di vent'anni di chiacchiere, i sindacalisti "che trattano" non sono MAI stati eletti dall'insieme dei lavoratori (eppure basterebbe applicare la procedura che utilizziamo in questi giorni…). Uno scandalo democratico pazzesco, reso ancor più grave dal fatto che i rinnovi contrattuali, nel frattempo, hanno provocato per la categoria (e in particolare per le giovani generazioni) solo un'infinita serie di peggioramenti normativi e salariali. Nessuna occasione, quindi, va persa per dimostrare dissenso e volontà di cambiamento.
Perché per noi che seguitiamo ostinatamente a proporre un "modello" di sindacato basato sull'autorganizzazione dei lavoratori e sull'utilizzo del tempo personale e che siamo privi di qualsiasi agibilità o diritto sindacale riconosciuto dalle aziende, il vostro voto non è solo consenso elettorale ma l'indispensabile ossigeno che ci consente di continuare a far sentire la nostra voce e tutelare, per come siamo capaci, gli interessi del mondo del lavoro.
Per chi vuole approfondire
La costituzione del Fondo Sanitario Integrativo di Gruppo è avvenuta nel 2010 con le stesse modalità con cui si sono unificati, di recente, i circoli ricreativi e come l'azienda vorrebbe aggregare, in futuro, i fondi pensione.
Le tre casse preesistenti (Sanpaolo, Intesa, Cariparo) furono sciolte e gli organi amministrativi azzerati. I rappresentanti eletti dai lavoratori vennero esautorati e sostituiti da sindacalisti di mestiere non eletti da nessuno (esattamente come le delegazioni trattanti). Non a caso simbolicamente indichiamo Marina Scrivo come nostra capolista all'Assemblea dei Delegati: fu la sola eletta a votare contro lo scioglimento di una delle casse sanitarie assorbite! I nuovi organi dovevano restare in funzione per due anni, poi diventati tre.
Adesso finalmente si vota. Non sprechiamo l'occasione per cambiare le cose.
La fretta per creare il nuovo Fondo Sanitario è stata cattiva consigliera. La fase iniziale è stata caotica ben oltre quello che si può considerare fisiologico per un ente nuovo così complesso. Ancora adesso, quello che rimane il tratto distintivo del Fondo è l'assoluta mancanza di comunicazione, di trasparenza e di democrazia. Spesso le regole cambiano senza sufficiente chiarezza, la carenza di organico provoca frequenti ritardi, i reclami non ricevono risposte esaustive e tempestive. Tutte le decisioni, importanti e no, vengono assunte senza il minimo coinvolgimento dei lavoratori, il flusso informativo è unilaterale, la possibilità di discutere o di incidere sulle scelte estremamente ridotto.
Nella premura di chiudere i fondi preesistenti ci si è dimenticati che lo Statuto della Cassa Intesa richiedeva un referendum per il suo scioglimento. Così sono partiti i ricorsi di alcune associazioni di pensionati che hanno portato al "congelamento" delle riserve (circa 30 milioni) da parte del giudice che deve risolvere la controversia.
Questa nasce dal fatto che il nuovo Fondo ha unificato i trattamenti, ma ciò ha significato anche piallare diritti e conquiste precedenti. I pensionati avevano, in molti casi, una gestione unica con i lavoratori attivi, mentre l'unificazione ha imposto un modello diverso, quella della separazione delle due gestioni, con attribuzione di riserve in misura sbilanciata e meccanismi di solidarietà solo in parte automatici. Le riserve furono assegnate alle due gestioni (attivi e quiescenti) in proporzione al numero di iscritti, anche se i pensionati avevano versato per molti più anni e quindi avevano contribuito di più.
Non intendiamo certo prestarci al gioco aziendale di contrapporre i lavoratori in servizio ai pensionati: il buon senso ci ricorda che i lavoratori di oggi saranno i pensionati di domani (nonostante la Fornero).
Con la separazione delle gestioni è accaduto quello che avevamo puntualmente previsto: la gestione dei pensionati è sempre stata in disavanzo, quindi la loro contribuzione aumenta, le loro prestazioni peggiorano (non hanno mai incassato la quota differita!), cresce l'insofferenza degli iscritti e aumentano i casi di recesso. I meccanismi di trasferimento tra le due gestioni devono intervenire con sempre maggiore frequenza.
Alla fine sono i lavoratori, nel loro complesso, in attività o in quiescenza, che devono farsi carico del "risanamento".
Consiglio di Amministrazione
(scegliere la lista CUB – SALLCA e indicare, se si vuole, fino a due preferenze). CASSINO PAOLA (Intesa Sanpaolo – Torino 20) in qualità di effettivo
MATTA SIMONA (Banca Credito Sardo – Carbonia) in qualità di supplente
DI MAURO FRANCESCO (Banco di Napoli – Napoli 22) in qualità di effettivo
GALLIZIO GIOVANNI PAOLO (Intesa Sanpaolo – Torino Sede Psc) in qualità di supplente
Assemblea dei Delegati
(scegliere la lista CUB – SALLCA e indicare, se si vuole, fino a due preferenze).
SCRIVO MARINA – Intesa Sanpaolo (Torino 28)
ALMONDO ANNA MARIA – Intesa Sanpaolo (San Damiano d'Asti)
BETTARELLO CLAUDIO – Intesa Sanpaolo (Torino Sede Psc)
BORGIA MARIACRISTINA -Intesa Sanpaolo (Sanremo)
BRENNA MARZIO – Intesa Sanpaolo Private B. (Bergamo) – INDIPENDENTE
COVIZZI CLAUDIO – Carisbo (Bologna)
DALCERI ORNELLA – Intesa Sanpaolo (Voghera)
ERCOLI AMEDEO – CR Viterbo (Viterbo Centro Imprese)
FINCO SERGIO – CR Veneto (Carmignano di Brenta)
FORTINI GIANCARLA – BTB (Trento Via Mantova) – INDIPENDENTE
LADU ANTONIETTA – Banca Credito Sardo (Nuoro)
LUCIANI LUCIO – Banco di Napoli (Cosenza Corso Mazzini) – INDIPENDENTE
MUROLO GAETANO – ISGS (Assago) – INDIPENDENTE
NAPOLITANO ALFONSO – Banco di Napoli (Area Campania)
PAVIA GIANCARLO – Intesa Sanpaolo (Torino 16)
POGLIO MARIA ROBERTA – ISGS (Moncalieri)
QUAGLIANI PAOLO – Intesa Sanpaolo (Roma 12 Ostia) – INDIPENDENTE
SARDI LARA – Intesa Sanpaolo (Alessandria)
TODDE CORRADO – Intesa Sanpaolo (Rapallo)
VALENTI STEFANO – B. dell'Adriatico (Imprese Civitanova Marche)
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