In questi giorni la direzione aziendale sta organizzando incontri con le lavoratrici e i lavoratori destinati al trasferimento autunnale nel neonato Consorzio Business Partners Italia.

Come tutti sappiamo da marzo a maggio la direzione non ha spiegato un bel niente circa le motivazioni reali di tale scelta, non ha approfondito le modalità operative e non ha chiarito i presupposti vantaggi economici e organizzativi relativi alla costituzione del Consorzio.

I sindacati “mal trattanti” del 1° tavolo hanno sempre dichiarato, incontro dopo incontro, di non accettare tale situazione, salvo poi firmare tutto e tutti in blocco, compresa la “garanzia” di rientro contenuta nell’articolo 3 del verbale del 28 maggio, definita ottima e comprensivamente tutelante in qualsiasi caso.

Tutti contenti dunque, la direzione è contenta e ottimista, i sindacati firmatari sono contenti, ottimisti e, soprattutto, in possesso di piena agibilità sindacale anche nella nuova società, a prescindere dalla loro reale rappresentatività (mai votata e mai eletta). Voi invece siete contenti?

Poche assemblee post firma, nessuna votazione sull’accordo firmato e una miserabile attività di neutralizzazione della mozione approvata nella prima assemblea, quella di Milano Deruta del 9 giugno scorso, dove all’unanimità i 260 presenti avevano chiesto precise modifiche al citato verbale. Tale attività di neutralizzazione ha avuto il suo apice durante l’assemblea della sede di Roma Aldobrandeschi (rinviata di una settimana in fretta e furia per scansare il nostro presidio/volantinaggio dell’11 giugno) durante la quale si è impedito di votare la stessa mozione presentata e approvata a Milano. La massa dei colleghi presenti, con l’eccezione di poche decine di “incazzati”, non ha purtroppo difeso tale imprescindibile diritto democratico.

Tutte le OO.SS. hanno affermato, nelle assemblee, di aver contattato i propri uffici legali per consulenze sul trasferimento di rami d’azienda al Consorzio. Nessuno però ha visto nulla di scritto. Noi abbiamo contattato lo studio legale dell’Avvocato Sertori che, dopo aver letto e studiato il verbale del 28 maggio (in particolare l’articolo 3) ha così testualmente risposto alla mail del nostro Coordinatore:


<<Ho approfondito la questione che mi hai sollevato circa l’interpretazione dell’art. 3 dell’accordo sindacale sopra indicato e in particolare se sia legittima la lettura di tale clausola come garanzia generale ed assoluta rispetto alla riconducibilità a BNL dei contratti di lavoro ceduti alla NewCo in occasione della costituzione del consorzio.


Mi pare che la complessa formulazione non possa che essere letta nel senso che la garanzia di “rientro” in BNL (o altra azienda del gruppo BNPP in Italia) operi solo nel caso di esubero definitivo che ancora residui dopo che saranno state  esperite  tutte le procedure applicabili per evitare l’esubero (ricollocazione nella NewCo, intervento del fondo esuberi del credito ex d. 158/2000, accesso ad un trattamento di quiescenza, ecc.). 


A mio avviso pare infatti logico che nell’ipotizzata cessione di parte delle attività del Consorzio, per effetto di un trasferimento di ramo d’azienda, ad un soggetto terzo non si possa parlare di esubero di personale perché in quel caso gli addetti al ramo ceduto avrebbero il “diritto- dovere” di seguire il ramo e quindi passare in capo al contraente cessionario, senza possibilità di impugnare tale operazione (ovviamente se avvenuta in maniera legittima e nel rispetto delle regole vigenti). Solo se a seguito della cessione di ramo residuasse, per qualunque motivo, del personale non ceduto e non altrimenti ricollocabile o pensionabile, sarebbe obbligo per BNL, riassumere i lavoratori interessati direttamente o nell’ambito del Gruppo.

Spero di essere stato esauriente.>>

Cari saluti

Avv. Giovanni Sertori – Via
C. Battisti 4 – 20122, Milano – TEL. 02-5512852 – FAX 02-5464903

Ora sappiamo, come ci racconta la realtà, che diverse banche (UBI, UNICREDIT E MPS tanto per citare tre casi recenti) hanno provveduto, in meno di due anni dalla prima cessione di rami d’azienda a consorzi, ad effettuare ulteriori cessioni ed esternalizzazioni di attività e di personale oggetto del primo trasferimento. Parliamo quindi di reali e serie eventualità che potrebbero ripetersi nel nostro Gruppo.

Noi, come sindacato di base autorganizzato, proponiamo a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, in particolare a quelli  delle realtà oggetto della cessione di rami d’azienda (operation, facility, help desk dipendenti, recupero crediti e risorse umane), di sottoscrivere ed inviare direttamente alla direzione aziendale BNL, la mozione già approvata all’unanimità nella citata assemblea di Milano, con l’invito a porre in essere le modifiche ai verbali ivi contenute.


La raccolta firme
partirà il prossimo venerdì 18 luglio a Milano, durante il presidio di 10 ore che si svolgerà davanti alla sede di via Deruta, continuerà poi nel presidio di Roma- Aldobrandeschi di mercoledì  23 luglio e andrà avanti fino a settembre prossimo.

Vi invitiamo quindi numerosi ai nostri presidi e a firmare la mozione di modifica degli accordi del 28 maggio.

Al finto (ed interessato) ottimismo aziendale non bisogna reagire con il pessimismo distruttivo, con la rassegnazione o con un inerte individualismo, l’unica via è il conflitto collettivo e partecipato, basato sul consapevole realismo di cosa c’è in gioco e dei rispettivi ruoli nell’eterno conflitto tra capitale e lavoro.

Come diceva un noto medico argentino: Seamos realistas, exijamos lo imposible! (Siamo realisti, esigiamo l’impossibile!)

COORDINAMENTO SALLCA CUB BNL

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