BANCA DANNEGGIATA DAI MANIFESTANTIAvevamo manifestato, nei precedenti comunicati, le nostre preoccupazioni per le trattative che erano state intavolate sul piano industriale.
Il contesto era e rimane quello di una banca devastata dai suoi top manager che vorrebbe far pagare il conto dei disastri agli incolpevoli lavoratori.
I sindacati aziendali, reduci da anni di politiche concertative, avevano minacciato mobilitazioni e proteste che non ci sono state ed hanno concluso un accordo che, a quanto pare, non porteranno in assemblea ai lavoratori per essere approvato. Quanto è stato firmato, insomma, andrebbe preso senza discussioni e senza confrontarsi.
L’accordo, come recita il titolo, va valutato in modo articolato.
La partita esuberi (che l’azienda aveva valutato in 1.200) potrebbe essere chiusa con la ricerca di 600 volontari che matureranno il diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2018 e che se accetteranno di uscire otterranno un corposo incentivo.

La volontarietà, ancorchè incentivata, è relativa, perchè se non venisse raggiunto il numero previsto su base volontaria scatterebbe il licenziamento senza incentivo dei lavoratori prossimi alla pensione.

L’unica volontarietà prevista (aggiungiamo, per legge) è quella relativa alle colleghe che potrebbero fruire dell'”Opzione Donna” (57 anni di età anagrafica e 35 di anzianità). Una soluzione molto onerosa perchè la pensione, calcolata interamente con il sistema contributivo, resterebbe falcidiata per sempre. Per questo motivo l’incentivo, per chi accettasse, viene maggiorato.
A fronte degli esodi previsti potrebbe esserci l’assunzione di 150 neoassunti.
La gestione della partita sugli esuberi (dichiarati dall’azienda e che sarebbero tutti da verificare) desta più di una perplessità: il trattamento di chi esce è decisamente favorevole, mentre chi resta (come vedremo) pagherà il conto dei danni prodotti dal top management e nessuna garanzia è prevista per prevenire il rischio di esternalizzazioni.
Rispetto al Vap, che l’azienda non intendeva pagare, la mediazione è stata raggiunta sull’erogazione di un’una tantum nel 2014, 2015 e 2016 subordinata al raggiungimento di alcuni obiettivi (Margine di Intermediazione non inferiore a 550 milioni di Euro al 30/9/2014 ed a 600 milioni di Euro al 31/12/2014).
L’importo del Vap varia dai 360 Euro di BCP ai 1.500 di Carige e Carige Italia.
A chi, nel 2014, avesse conseguito un giudizio professionale negativo non verrà corrisposta l’erogazione prevista nel 2016.
Dal 2016 (con erogazione nel 2017) vengono definiti i nuovi importi del Vap da erogarsi solo in caso di raggiungimento dei parametri reddituali previsti.
Le cifre previste sono molto più basse rispetto a quelle del recente passato.
La perdita è mitigata, per chi non supera i 70.000 Euro di RAL (Retribuzione Annua Lorda) dall’erogazione di un ad personam di importo equivalente all’una tantum prevista negli anni 2015 e 2016 (si vedano le tabelle allegate all’accordo).
Le contropartite per tutto questo sono costituite da alcune misure già attuate in altri gruppi bancari.
Si parte con l’obbligo di fruizione preventiva dei permessi ex festività, che  non potranno più essere monetizzati. Solo per il 2014 sarà consentito di portarli all’anno successivo. Tutte le ferie andranno fruite nell’anno di competenza ed eventuali residui andranno smaltiti entro fine 2017 con “adeguate pianificazioni”.
 
Viene cancellato il premio di anzianità: solo chi ha maturato almeno 6 anni di servizio effettivo si vedrà pagare un importo proporzionale agli anni di servizio prestato fino alla firma dell’accordo.
 
Cessano anche gli accordi relativi alle prestazioni eccedenti il normale orario per i quadri direttivi: solo per il periodo dal 1 gennaio al 30 settembre 2014 verrà erogato (pro quota sia l’importo, sia il numero di ore necessarie per l’erogazione) il compenso forfetario per prestazioni eccedenti ricomprese tra 200 e 300 ore.
Anche per gli impiegati vi è la stretta sugli straordinari, che potranno essere effettuati limitatamente a “situazioni di straordinarietà ed eccezionalità” e “previa autorizzazione aziendale” e, beffa finale, dal 2015 non saranno autorizzate “prestazioni aggiuntive di durata inferiore all’ora”!!!!
Quest’ultima, odiosa, norma, per quello che ci risulta, è stata finora introdotta solo nell’accordo separato firmato nel gruppo Monte Paschi e l’insieme di queste regole ci fa pensare che ci sarà un tentativo di finanziare le poche parti positive dell’accordo attraverso l’uso di lavoro non pagato.
Diciamo subito che l’unico modo di evitare questa forma legalizzata di lavoro nero consiste nel rispettare rigorosamente gli orari ed uscire senza regalare lavoro gratis ai manager aziendali!
All’inizio del volantino parlavamo del contesto in cui è avvenuto l’accordo.
Parlavamo del passato, ma esiste anche un futuro poco brillante, costituito dai prossimi “stress test” cui dovranno essere sottoposte le banche.
Le previsioni per Carige non sono rosee e su molti giornali sono apparse ipotesi sulla necessità di aggregazioni con altre banche. Aggiungendo poi altri problemi, come quelli derivanti dalla prevista chiusura di filiali, si può dire che l’accordo attuale non risolva tutte le questioni in piedi.
Intanto, però, l’azienda risparmierà 50 milioni di Euro a regime, di cui 12 dalla “revisione retributiva”: secondo il Sole 24 Ore, grazie all’accordo, il contributo dei lavoratori al “risanamento” aziendale sarà di 1.500 Euro procapite.
Tutto questo potrebbe essere un “incentivo” per eventuali acquirenti che potrebbero poi chiedere nuovi sacrifici ai soliti noti e comunque, come previsto dall’accordo, rappresenta solo la prima tappa della ristrutturazione permanente in atto nel Gruppo.
 
Per questo riteniamo necessario uscire dallo stato di passività e rassegnazione che regna tra i lavoratori. Solo una ripresa di conflittualità potrà consentire di evitare ulteriori sottrazioni di diritti.
 
C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo Carige

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