DA SEGRETERIA NAZIONALE CUBSALLCA

Un recente ritorno di fiamma aziendale per richiamare al rispetto delle norme introdotte dal Garante della privacy sta creando dubbi e timori tra i lavoratori.

In buona sostanza, il Garante sottolinea che ogni messaggio che interroga rapporti bancari (anche un banale estratto conto) ed assume informazioni deve essere finalizzato all’attività lavorativa e non a soddisfare mera curiosità (es. indagare sulla situazione patrimoniale di un personaggio famoso o di un conoscente).

Tutto questo richiede una certa attenzione da parte dei lavoratori, tanto più che l’azienda ha provveduto ad aumentare la carica ansiogena sul tema, ricordando che la mancata applicazione delle direttive può dare origine a sanzioni.

Su questo punto va chiarito che eventuali contestazioni disciplinari devono avere sempre un requisito fondamentale, cioè la tempestività. Non può quindi divenire oggetto di sanzione una richiesta aziendale di giustificare un messaggio di informativa effettuato mesi indietro.

Vale sempre la nostra indicazione, in caso di contestazioni, di non mettere mai nulla in forma scritta e di contattarci immediatamente.

Soprattutto si deve fare attenzione alle verifiche che vengono fatte dall’Audit prima che vengano formalizzate delle contestazioni.

In questi casi viene chiesto di firmare le dichiarazioni rese verbalmente o di metterle per scritto. Questa richiesta va rifiutata nel modo più assoluto, perchè potrà poi essere utilizzata per comminare sanzioni disciplinari.

Invitiamo i colleghi a rispondere alle domande dell’Audit solo verbalmente ed a rifiutare qualsiasi comunicazione scritta fino a quando non viene formalizzata un’eventuale procedura disciplinare, alla quale consigliamo di rispondere, entro 5 giorni, limitandosi a chiedere di essere sentiti con la presenza di un rappresentante sindacale, che può essere un rappresentante della CubSallca.

Recenti comunicati degli Uffici Controlli di Area hanno creato apprensioni rispetto all’effettuazione di Crif non sfociati in pratiche di finanziamento e rispetto a messaggi in circolarità su conti di altre filiali: In particolare è stato contestato l’uso del messaggio “prele” o “versa” per verificare la consistenza di conti su cui non sono state effettuate operazioni.

Rispetto al primo punto, ricordiamo che il Crif può essere effettuato solo dopo aver raccolto la firma di autorizzazione del cliente.

Rispetto alla circolarità, suggeriamo, di fronte a richieste verbali di clienti di altre filiali di verificare la loro situazione, di usare il messaggio “limov” per fare il saldo e di tenerne copia firmata dal cliente e fotocopia del documento.

Ma la casistica di operazioni “problematiche” è davvero smisurata.

Facciamo qualche esempio:

Un cliente presenta portafoglio o anticipo fatture. E’ ordinaria amministrazione controllare quanto possibile sui nominativi presentati per verificare che siano solvibili: messaggi afn1, nj00, ecam.

Un non cliente presenta una richiesta per credito personale. Si verifica l’esistenza in ecam della partita iva del datore di lavoro.

Un cliente viene per aprire un conto ma troviamo notizie negative in afn1 o ecam e decidiamo di non procedere. Se non schedato avrà firmato la privacy in fase di schedatura, ma se già schedato, invece, non abbiamo alcun documento che possa dimostrare che quel giorno era seduto davanti a noi. Non facciamo più i controlli pre-apertura!?

Troppo facile per l’azienda cercare di scaricare sui lavoratori ogni responsabilità e per questo abbiamo scritto direttamente al Ceo, Carlo Messina, per chiedere chiarezza e tutelare i colleghi.

In attesa di auspicabili risposte, in caso di contestazioni rimandiamo ai punti di cui sopra:non mettere mai nulla per scritto e contattarci immediatamente.

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