UBI BANCA – TA CECET E TA LOECET*
*Versione bergamasca del chiagn’ e fott’.
UBI Banca ha chiuso i primi nove mesi del 2014 con un utile netto di 149,8 milioni in aumento del 47% rispetto allo stesso periodo del 2013 (101,9 milioni). I proventi operativi sono saliti del 2,9% (oltre 71 milioni), grazie all’evoluzione dei ricavi core, vale a dire del margine di interesse (+6,6%, 84,9 milioni) e delle commissioni nette (+2,3%, 20,1 milioni).
Per quanto riguarda il contributo significativo del margine di interesse, esso è in gran parte dovuto alla buona evoluzione dei risultati dell’attività di intermediazione con la clientela, saliti di 45,6 milioni, a seguito dell’ulteriore miglioramento della forbice dei tassi, allargatasi di circa 20 punti base principalmente per effetto del significativo decremento del costo della raccolta.
Risulta leggermente inferiore il risultato della finanza (-18 milioni) per effetto del conseguimento, nel terzo trimestre del 2014, di risultati più fisiologici (-13,9 milioni) rispetto all’andamento straordinario rilevato nei trimestri precedenti, in gran parte legato al progressivo realizzo degli investimenti in titoli governativi effettuati durante la crisi finanziaria.
In calo del 2,5% (circa 41 milioni) gli oneri operativi, per un rapporto cost/income sceso al 61,1%. Il passaggio di crediti in bonis a crediti deteriorati è diminuito del -37,2%.
Al 30 settembre l’esposizione del Gruppo verso la BCE consiste in un ammontare di 12 miliardi di euro di LTRO, di cui 4 miliardi rimborsati tra inizio ottobre (1 miliardo) e il mese di novembre (3 miliardi).
Il Gruppo stima di aderire al TLTRO con circa 3 miliardi a dicembre 2014.
Insomma i provvedimenti di Draghi (diminuzione del tasso di sconto, LTRO e TLTRO) continuano a far bene alle banche ma a non farlo all’economia reale (date uno sguardo alle trimestrali del resto del settore).
Pur perdurando nel Paese una grave situazione (per la quale si esige una risposta politica coraggiosa in barba ai diktat europei), di fronte a risultati del genere diventa difficile assumere la diminuzione della redditività a giustificazione dei nuovi tagli al personale previsti per il Gruppo (1277 esuberi pari a 90 milioni di euro).
Così come la diminuzione dell’attività di sportello, l’incremento dell’utilizzo dei canali diretti e la chiusura degli sportelli (55 filiali, 59 minisportelli e 54 riqualificazioni da filiale a minisportello), sembrano più un riposizionamento strategico in vista di futuri e spintanei sviluppi che la risposta ad esigenze contingenti. Tanto che alcuni territori stanno promuovendo iniziative per evitare di perdere lo sportello bancario ed i servizi di pubblica utilità che, nolente, esso eroga.
E’ abbastanza chiaro come sull’onda della crisi si cerchi di aumentare il più possibile il saggio di profitto e da che mondo è mondo, laddove glielo si lasci fare, ciò viene attuato sulle spalle dei lavoratori.
La partita, come d’altra parte sul piano nazionale, prevede che ogni arretramento temporaneo diventi poi strutturale, così come le promesse di decine di migliaia di posti di lavoro ed il rientro di attività nel perimetro dell’area contrattuale si sono poi rivelate aria fritta: teniamolo bene a mente, colleghi.
Ora sta a noi decidere se c’è grasso che cola dalle nostre buste paga e contrattare l’ennesimo arretramento. Ora che i rendimenti dei fondi pensione sono tassati quasi il doppio (Legge di stabilità), ora che la pensione stessa è sempre più lontana (Riforma Fornero), ora che si rischia di finire (chi è nel Consorzio) nella “serie B” del contratto complementare (iniziativa ABI), ora che su proposta sindacale (sic!) si rischia il “Consorzione” o sulla falsa riga dei gruppi più grandi magari l’esternalizzazione. E allora sì: tanti saluti al contratto del credito, alla possibilità di scivolare in pensione fino a 5 anni prima e benvenuti a cassa integrazione e licenziamenti …
I cambiamenti si vedono dalle piccole cose:
L’avete notata la casellina in testa al nuovo cedolino? Quella con scritto CCNL applicato? Forse non è più così scontato che lì ci sarà sempre scritto “Credito”.
C.U.B. – S.A.L.L.C.A. Gruppo UBI Banca
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