stresslavoroCronache dal Palazzo di Milano Lampugnano

Come noto, lo scorso mese di Dicembre, le strutture di Ubis Transformation office, Operation  e Governance (HR, Organizzazione, Risk Management, Legal Affair, CFO, CSO e CEO), sono state traslocate nella Palazzina A ai piani 4° e 5° in modalità  “Smart Work(ing)”.

Lo “Smart Work” è un progetto di revisione delle allocazioni di spazi e modalità di lavoro in cui Unicredit sta investendo notevoli risorse.

Sulla carta infatti si dovrebbero generare decine di milioni di euro di risparmi. All’Azienda poco importa se i “saving” che si otterranno (ribadiamo, saving ancora da dimostrare) saranno fatti a spese dei lavoratori.

La nuova modalità di lavoro altro non è che un open space rivisitato con il 20% di postazioni di lavoro in meno rispetto al numero dei colleghi che vi lavorano. Si confida che per evitare “l’overbooking” la gente vada in ferie, trasferte, riunioni e malattia. E’ insomma un open space, del quale conserva tutti i limiti ed i difetti, con qualche pecca in più.

La rumorosità delle location, le chiacchiere ininterrotte dei colleghi, seguite dal costante passaggio di persone tra le scrivanie, sono tra i fastidi principali. Se poi ci aggiungiamo climatizzazione inefficiente, impianto d’illuminazione inefficace e limiti nella dotazione tecnica (copertura wifi, pc, locker, giusto per citarne alcuni) la frittata è fatta. Ma non solo.

Si sta stretti e si perde concentrazione facilmente. Le aree che dovrebbero essere utilizzate come “pensatoi” spesso sono occupate da chi non trova una postazione di lavoro. Le aree che dovrebbero garantire privacy durante le telefonate hanno i muri di carta velina, di fatto non tutelano nulla.

L’affannosa ricerca del posto di lavoro al mattino e qualche battibecco tra i colleghi dimostrano che forse questa metodologia di lavoro non è poi così ottimale. E oltre il danno la beffa: per i consulenti esterni a Milano Ubis rende disponibili 1.400 postazioni di lavoro fisse, sempre disponibili indipendentemente cioè che queste siano o meno occupate. Perché, allora, ai dipendenti la scrivania è stata tolta?

Se l’organizzazione del lavoro attuale impone sempre più la condivisione degli spazi in ufficio, la decisione su come utilizzarli andrebbe presa tenendo conto di tutti gli aspetti che quotidianamente coinvolgono l’ambiente professionale. Altrimenti il rischio è che ad aumentare siano solo le tensioni tra i colleghi e lo stress dei lavoratori.

 

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Gruppo UniCredit

questo post è stato letto1962volte