chiusoI lavoratori bancari hanno aderito compatti allo sciopero del 30 gennaio per il rinnovo del CCNL. Le cifre ufficiali parlano del  90% di adesioni allo sciopero e del 95% di sportelli chiusi.

Dopo 15 anni di “colpevole tregua sindacale”, stabilita senza il permesso della base dalle organizzazioni sindacali  “mal trattanti”,  c’è stata una partecipazione massiccia alle manifestazioni indette dalle stesse a Milano, Roma, Ravenna e Palermo con numeri totali di partecipanti tra i 20.000 e i 30.000. Tutto ciò ha determinato una forte rottura dell’immagine, ormai obsoleta, di una categoria protetta e quindi passiva.

Per un giorno i lavoratori si sono fermati,  per rendere evidente che c’è il lavoro dietro gli utili delle banche, e anche per conquistare spazio e visibilità nel paese e sui mezzi di informazione.

Spazio e visibilità che in parte abbiamo acquisito anche noi come CUB-SALLCA, perché a Torino, in Piazza San Carlo, davanti alla sede della principale banca italiana, chiusa per sciopero, il presidio era stato organizzato da noi, dopo le iniziative dei giorni prima (volantinaggi ai lavoratori, tra cui il primo volantinaggio al nuovo grattacielo di Intesa Sanpaolo, sensibilizzazione della clientela davanti alle banche di varie città): sono eventi ripresi dai TG regionali di Campania e Piemonte e da Radio Popolare con due interviste ad un nostro dirigente (presto sarà tutto disponibile sul nostro sito).

Adesso non ci sono più alibi: i lavoratori del credito si attendono, legittimamente, la partenza urgente della trattativa e la discussione nel merito delle richieste avanzate alla controparte. L’ABI e i sindacati trattanti devono smettere di fare melina e affrontare le questioni aperte, a cominciare dal presidio su occupazione e area contrattuale.

Il primo elemento su cui fare chiarezza è la centralità del CCNL nell’impianto contrattuale: la minaccia che alcune aziende, ed in particolare l’Unicredit, intendano uscire dall’ABI per trattare un contratto aziendale specifico deve essere sventata con la più assoluta determinazione. Un concorrenza selvaggia al ribasso sui diritti del lavoro è la peggiore delle soluzioni possibili.

Dopo il favorevole rapporto di forza costruito con la lotta unitaria di tutto il settore, i lavoratori hanno aspettative importanti sull’esito della vertenza. E’ compito di tutti fare in modo che si esca da questa vicenda con un avanzamento delle tutele e dei diritti per chi lavora.  Arretramenti, compromessi, rinunce, svendite, non sarebbero tollerabili.

Non vogliamo vedere film già visti. Questa volta il finale deve essere diverso e la consultazione  non dovrà essere “autocertificata”.

 

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Credito e Assicurazioni

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