stressDa tempo la nostra organizzazione è impegnata per contrastare questi fenomeni che  riguardano  (spesso  in  forma  intrecciata  tra  loro)  gran  parte  del  mondo bancario.

Per questo, quando un ricercatore universitario ci ha chiesto una mano per la diffusione di un questionario sui problemi della sicurezza in banca (legato al rischio rapina, ma più in generale sul timore di aggressioni allo sportello, anche per discussioni con i clienti), siamo stati ben contenti di aiutarlo. L’iniziativa, che coinvolge varie banche, è ancora in fase di svolgimento.

Nel frattempo, però, siamo partiti con un’altra iniziativa, più incisiva: un esposto all’Asl di Rivoli ed alla Procura di Torino sullo stress lavorativo in Intesa Sanpaolo.

Naturalmente non pensiamo che in questa banca lo stress sia superiore alla media di settore, però qui il problema è stato aggravato dall’introduzione degli orari estesi e dei turni.

La  nostra  tesi  di  un’insufficiente  valutazione  del  rischio  dello  stress  lavoro correlato, a fronte di una così significativa modifica dell’organizzazione del lavoro, è stata accolta dall’Asl, ed abbiamo notizia che sia stata imposta una Prescrizione all’Azienda (cioè l’obbligo di ottemperare alle richieste dell’ASL) rispetto ad un approfondimento dell’indagine sui rischi dello stress lavorativo.

Apprendiamo da comunicati dei sindacati firmatari che, a seguito anche di iniziative degli RLS, Intesa Sanpaolo ha dato incarico all’Università degli Studi di Milano di effettuare un’analisi sullo stress lavoro correlato, attraverso una scelta casuale, su gruppi di lavoratori che, in forma volontaria ed anonima, verranno coinvolti nella compilazione di un questionario e nella successiva partecipazione ad una fase di interazione di gruppo con uno psicologo.

L’indagine sta già avvenendo in varie regioni (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Lazio, Isole) coinvolgendo tutte le figure professionali di filiali dove vengono applicati gli orari estesi.

Ai lavoratori possiamo dare un semplice e banale consiglio: partecipate e dite la verità!!

E’ chiaro che questa indagine è conseguenza delle iniziative che sono state messe in campo. Non ci facciamo illusioni che ciò sarà sufficiente a frenare le aziende, in particolare sul terreno delle spinte commerciali: per questo serve la resistenza dei lavoratori ed una contrattazione sindacale che, a partire dal recente rinnovo contrattuale, non è, al momento, all’altezza del problema.

La nostra iniziativa, però, serve a dimostrare ai lavoratori che resistere è possibile e che l’arbitrio aziendale trova limiti nell’azione sindacale, se  la si vuol fare, e nelle leggi esistenti.

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