pensionvotebSette sono le elezioni consecutive in cui la CUB-SALLCA elegge propri rappresentanti nei CdA degli Enti del Welfare di Gruppo. Tre, in particolare, sono i successi per quanto riguarda il Fondo Pensioni Sanpaolo IMI. Due, ed è la prima volta in assoluto, sono i consiglieri che riusciamo ad eleggere senza alcuna alleanza “tecnica”. Più del 20,00% è la percentuale di votanti che ha dato la propria preferenza, anche od esclusivamente, alle/ai candidate/i del sindacalismo di base.

Quello che ci manca non sono certo i numeri. Per chi vuole approfondire, basta guardare la seconda pagina del volantino che riporta i risultati elettorali con un dettaglio che nessun altro vi darà, accontentandosi di scarni comunicati in cui, talvolta, si rivendicano vittorie mai ottenute.

Quello che ci manca sono le parole.Un successo clamoroso”, “La vittoria più bella”, “Rappresentativi per i lavoratori”: questi i titoli di alcuni dei nostri tanti volantini di commento degli ultimi anni; cosa aggiungere senza scadere nella retorica?

Siamo senza parole anche perché restiamo sempre un po’ sconcertati dal verificare come organizzazioni che vantano (anche solo con riferimento al mondo del vecchio gruppo San Paolo) dieci volte i nostri iscritti (giusto per fare un esempio, la Fabi) finiscano poi quasi sempre dietro di noi in questo tipo di votazioni.

Così come è un mistero (ma dai che non lo è…) che quadri sindacali pluridecorati, segretari regionali, provinciali, aziendali, con zainetti di centinaia di ore di permesso sindacale per presidiare assemblee, girare palazzi ed uffici, partecipare a convegni e incontri bilaterali di ogni tipo, ottengano poi sistematicamente molte meno preferenze di qualsivoglia nostro candidato, più o meno conosciuto che sia.

In queste elezioni (al di là del forte calo di consensi per i candidati della Fisac, pur tutti eletti, rispetto alle precedenti occasioni) ciò che colpisce è ancora una volta il risultato deludente della Fiba-Cisl. A risollevarne le sorti non è certo bastata la fusione con Dircredito (!) e questa non si è certo rivelata l’occasione giusta per battezzare il nuovo marchio, First, un acronimo che oggi francamente fa sorridere.

Negativo anche il dato della Falcri (Unisin) che, a differenza di tre anni fa, ha rifiutato con sdegno qualsiasi alleanza “tecnica” con noi (brutti, sporchi e cattivi) per non mettere a rischio (!!) l’obiettivo di rientrare nel primo tavolo aziendale, trascinando alla sconfitta anche una persona competente ed onesta come Stefano Barni che, nel 2012, era stato eletto nel CdA anche con il nostro appoggio.

Su tutto, il forte tasso di astensione (61%) al quale certo hanno contribuito il brutto pasticcio della ripetizione del voto e l’inserimento dei “figli” nella platea elettorale ma che non è poi così lontano da quello registrato nel 2012 (51%). Noi continuiamo a ritenere molto grave (e non giustifichiamo) che un iscritto al Fondo su due si disinteressi delle sue vicende o chiuda occhi e cervello per poter affermare che “tanto sono tutti uguali” o banalità del genere.

 

Infine, la solita ma sempre più paradossale considerazione. Risultati elettorali e percentuale di astensione dimostrano, ancora una volta, che ci sono migliaia di lavoratori che continuano a tenere in tasca tessere di sindacati che non li fanno mai votare per eleggere i rappresentanti sindacali e le delegazioni trattanti e che, comunque, loro stessi non votano (spesso preferendo noi) nelle sole occasioni, come queste, in cui possono esprimersi.

E allora perché restare iscritti a certe sigle? Per un 730 gratuito, per una polizza del cassiere, per una consulenza sulla normativa? Ma queste sono tutte cose che facciamo bene (e talvolta meglio) anche noi !!!

O forse per qualche promessa di trasferimento o avanzamento? Naturalmente ai danni di qualche altro iscritto a qualche altra sigla…. Ma davvero c’è ancora chi crede a queste panzane?

Lo abbiamo detto più volte. La nostra esclusione dai tavoli ufficiali di trattativa, lo scippo dei diritti (di indire assemblee, per esempio), l’assenza di agibilità sindacali retribuite e così via … non dipendono meccanicamente dal numero dei nostri iscritti ma dalla totale assenza di democrazia sindacale nel settore.

Pur tuttavia, sostenere il Sallca, avere con esso un rapporto organico e non di occasionale simpatia, iscriversi, significa amplificare la nostra possibilità di muoverci sui territori e di fornire controinformazione, ed aumenta la nostra autorevolezza verso l’azienda, rafforzando di conseguenza la nostra capacità di tutelare i lavoratori.

Perché NO, se apprezzate il nostro modo di essere sindacato, se condividete le nostre idee, se ci ritenete onesti e generosi, se votate per i nostri candidati appena ve ne offrono l’occasione?

Ora lasciamo perdere e festeggiamo. Come sempre, la lettura dei dati che seguono è il miglior ringraziamento che possiamo fare ai nostri elettori, ai nostri iscritti, ai nostri candidati ed a noi stessi.

Gli eletti sono naturalmente a disposizione di tutti le/i colleghe/i per qualsiasi necessità.

 

Tabella risultati

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