GRUPPO UNICREDIT – SOLDI A GEOMETRIA VARIABILE
Che Unicredit fosse solo un lontano ricordo di ciò che erano le Banche o le Casse di Risparmio in esso confluite è ormai palese e noto a tutti. Però a noi che abbiamo contribuito a far crescere e diventare grande questa Azienda (che ancora amiamo scrivere con la A maiuscola), fa male, molto male dover leggere sulla stampa che Unicredit (tramite la sua controllata tedesca HVB) “ha aiutato la clientela ricca ad evadere il fisco mettendo in piedi società offshore in Lussemburgo che nascondevano alcuni dei loro guadagni alle autorità. Secondo quanto riportato da Sueddeutsche Zeitung, nei prossimi giorni si riunirà il consiglio di Hvb per discutere della questione che potrebbe costringere l’istituto a pagare una multa appena sotto 10 milioni di euro per le condotte “cum-ex” e oltre 10 milioni per le attività in Lussemburgo.
Nel complesso si parla di quasi 200 milioni di sanzioni. Poco importa se questa cifra è già stata accantonata nel bilancio di HVB. Il danno è immenso e non solo economico. E’ un danno d’immagine e della nostra reputazione. Che fine hanno fatto le affermazioni che il CEO di Unicredit rilasciava alla stampa qualche anno fa? “Senza l’etica la regolazione non funziona“, dichiarava Mr. Ghizzoni. L’attuale crisi per Mr. Ghizzoni non è stata soltanto una carenza di capitali e di liquidità, ma anche di valori: etica e regole. Da queste sue affermazioni Mr. Ghizzoni sono passati 3 anni, risultati? Pochini? Sicuramente meno di quel +30% della sua retribuzione.
E sarà anche per questo, per rinnovare il Management, che Ghizzoni continua a far incetta di “Top Players” (sulla carta, ovviamente…) da strapagare? Ultimo acquisto Paolo Langè destinato al potenziamento della “banca dei ricchi”, perché ormai è ovvio a tutti che il retail rende sempre meno ed è meglio chiudere filiali e licenziare, pardon prepensionare e concentrarsi sul vero business: il wealth management. Insomma soldi per multe milionarie, soldi per l’acquisto di supermanager, soldi per i bonus del management (con particolare attenzione a quelli della filiale londinese dove i soldi scorrono a fiumi…), soldi per il +30% di remunerazione a Ghizzoni….
Soldi, Soldi, Soldi, tanti soldi… per tutti tranne che per i lavoratori. Non ci sono neppure i soldi per mettere in sicurezza gli stabili dove lavorano centinai di colleghi. Nello stabile di Cologno Monzese, per esempio, ci giunge notizia che metà degli ascensori sono fuori uso, l’altra metà sono in condizioni precarie, tanto che molti colleghi sono rimasti bloccati per diverse ore, subendo a causa del caldo africano delle vere e proprie saune. Un ottimo servizio per donne incinte e portatori di handicap che, per raggiungere la propria scrivania, si devono sempre affidare alla buona sorte. Ed i sindacati firmatari che fanno? Poco o nulla.
Come poco o nulla stanno facendo per il premio aziendale. I sindacati firmatari l’hanno già dichiarato ai lavoratori: Unicredit quest’anno vuole pagare il 20% di premio in meno rispetto allo scorso anno. Ai lavoratori la soddisfazione di sapere che i dati di bilancio rispettano i presupposti per l’erogazione, così come sanciti dagli accordi sindacali.
Un’altra nota dolente di cui si hanno sempre meno notizie è il premio del 25° anno, per chi ancora lo stesse aspettando. Non parliamo di pochi soldi, in media si può ragionare su due mensilità; l’intenzione dell’Azienda è chiara (non pagarlo, o farlo confluire nel welfare) e guarda caso i sindacati firmatari da alcuni mesi ci magnificano il nostro sistema di welfare, fonte in molti casi di problemi più che di soluzioni, come la cosa migliore che sia stata scoperta dall’umanità dopo il fuoco e la ruota.
Concludiamo, quindi, con questa brillante citazione:
“nell’immaginario collettivo tutti quelli che lavorano in banca prendono maxi bonus ma non è così. Questi riguardano solo un piccolo gruppo ai vertici. La maggior parte dei lavoratori non è ricca, con un costo totale annuo di circa 65mila euro di cui il 50% in tasse”.
(Federico Ghizzoni – Parigi – Maggio 2012)
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