pensioniscrabLa dichiarazione di voto dei rappresentanti della CUB-SALLCA in occasione della prima riunione del neoeletto CdA del Fondo Pensioni Sanpaolo IMI.
Il 24 luglio si è tenuta la prima riunione del nuovo Consiglio di Amministrazione del Fondo Pensioni del Gruppo Sanpaolo IMI che ha proceduto alla nomina del Presidente (che in questo mandato spetta alla parte elettiva ed è Francesco Spadavecchia della Fisac-Cgil) e del Vice Presidente (Claudio Graziano, di parte aziendale).
Ricordiamo che il CdA è composto di 14 membri di cui 7 indicati dall’azienda e 7 recentemente eletti dalle/dagli iscritte/i dopo la tribolata doppia votazione del maggio-giugno scorso. In particolare, si tratta di due rappresentanti della Fisac-Cgil (Albesiano e Spadavecchia), due del Sallca-Cub (Gallizio e Napolitano), uno della Uilca (Mocati), uno della Fabi (Bertinotti) e un indipendente (Lombardo) eletto nella categoria dei Dirigenti.
A seguire pubblichiamo la dichiarazione di voto (di astensione) dei nostri due rappresentanti che, riteniamo importante sottolineare, riguarda direttamente tutte/i le/i colleghi, anche quelli che attualmente sono iscritti ad altri fondi previdenziali del Gruppo.
Nel mentre celebrava il proprio rito democratico, il “vecchio” Fondo Sanpaolo, infatti, sembrava già avere i giorni contati, come del resto avevamo detto in campagna elettorale. Azienda e Sindacati firmatari stanno infatti procedendo, con una certa decisione, lungo il percorso che potrebbe portare, già in autunno, al varo del Fondo Unico di Gruppo.
In questa situazione, il nostro atteggiamento ha cercato di tenere insieme un senso di responsabilità (diciamo “istituzionale”) con la ferma riproposizione delle nostre posizioni, sulle quali abbiamo chiesto ed ottenuto il mandato di oltre 2.500 colleghe/i.
Il “senso di responsabilità” è consistito nella non presentazione di una candidatura alla Presidenza alternativa a quella indicata dai Sindacati firmatari (e nel conseguente voto di astensione), un’eventualità che i risultati elettorali rendevano del tutto plausibile ma che avrebbe portato ad una situazione di stallo, privando il Fondo delle proprie figure di vertice proprio in un momento, come detto, di estrema delicatezza.
Nel contempo, i nostri rappresentanti hanno ribadito che la Cub-Sallca è pronta a battersi con determinazione e con tutti i mezzi a sua disposizione qualora il percorso di unificazione dei Fondi previdenziali non sia caratterizzato dal pieno rispetto delle norme statutarie vigenti nelle varie realtà coinvolte e del pluralismo di posizioni sindacali presenti nel Gruppo.
Insomma, non può ripetersi lo “scandalo democratico” avvenuto con la creazione del Fondo Sanitario di Gruppo quando azienda e segreterie dei sindacati firmatari:
– svuotarono di funzioni e soppressero gli organi amministrativi delle preesistenti Casse (eletti dai lavoratori);
– diedero vita ad un CdA di autonominati destinato a restare in carica per quasi quattro anni;
– non fecero effettuare il referendum previsto dallo Statuto della Cassa Intesa (originando un grave contenzioso legale che sin qui ha dato loro torto);
– cancellarono con un tratto di penna la presenza che il Sallca aveva ottenuto (grazie al voto dei colleghi) nella Cassa Sanpaolo e che aveva rappresentato l’unica voce di opposizione alle modalità con le quali si stava sviluppando il progetto.


Dichiarazione di voto
Come noto, la Cub Sallca sindacale ritiene che la designazione del Presidente del CdA debba avvenire tenendo conto del risultato elettorale e quindi delle indicazioni ricevute dagli iscritti. Anche oggi, come già avvenuto per la Cassa di Previdenza, ci troviamo di fronte ad una proposta diversa da quella da noi auspicata.
E’ evidente che la presentazione di una candidatura alternativa a quella proposta in questa sede avrebbe potuto condurre ad una situazione di impasse in quanto la componente elettiva non avrebbe potuto presentare una candidatura sufficientemente forte e molto probabilmente sarebbe stato necessario rinviare ogni decisione a settembre.
Alla luce dell’attuale scenario e con quel senso di responsabilità che ha sempre contraddistinto la nostra presenza negli enti previdenziali, abbiamo deciso di soprassedere e, con la nostra astensione, di non ostacolare la nomina di Francesco Spadavecchia a Presidente del CdA e di Claudio Graziano a Vice Presidente.
La nostra scelta di astenerci non è in alcun modo legata ai nomi proposti. Il nostro disappunto è legato alle consuete ma assai poco democratiche modalità con le quali vengono prese le decisioni, avendo sempre a riferimento oscuri equilibri politico-sindacali che è ancora da dimostrare coincidano con gli interessi degli iscritti.
La nostra principale preoccupazione è che tale impostazione sembra volersi applicare anche per gli organi transitori previsti per la costruzione del Fondo Unico di Gruppo. Ancora una volta saranno i vertici sindacali a nominare i loro rappresentanti (quando non loro stessi …) senza alcuna consultazione degli iscritti, spesso scegliendo i propri esponenti al di fuori degli stessi consigli di amministrazione che sono gli unici organismi che hanno ricevuto un chiaro mandato dalla base.
Vogliamo sin d’ora chiarire che la nostra organizzazione sindacale si opporrà con forza ad un progetto di unificazione che, pur non vedendoci ideologicamente contrari, riteniamo debba basarsi sulla massima trasparenza possibile, coinvolgendo possibilmente in maniera attiva anche gli iscritti. Auspichiamo che si sia fatto tesoro degli errori compiuti nel processo di unificazione degli enti sanitari del gruppo e che stavolta il processo sia realmente inclusivo e preveda la partecipazione di tutte le forze sindacali rappresentative degli iscritti. E’ ovviamente inaccettabile che alcune forze sindacali che hanno una rappresentatività da numeri decimali partecipino alla costituzione del Fondo Unico solo perché firmatari di CCNL mentre altre forze, ben più radicate nelle diverse realtà, non possano svolgere quel ruolo di rappresentanza per il quale gli iscritti si sono chiaramente espressi.
Giovanni Paolo Gallizio – Alfonso Napolitano

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