banchefallitebArriviamo a fare i nostri primi commenti sulla vicenda delle 4 banche salvate dal governo, mentre la bufera mediatica è ancora in corso.

La vicenda, drammatica sotto molto aspetti, assume contorni comici quando assistiamo alcuni organi d’informazione scoprire, con grande stupore, che esistono le pressioni commerciali, che il governo tiene agli interessi dei banchieri più che a quelli dei cittadini, che le istituzioni europee usano due pesi e due misure, che gli organi di vigilanza (Consob e Banca d’Italia) non vigilano a dovere.

Sono temi che, per quel che ci riguarda, abbiamo sempre trattato “ordinariamente”. Riguardo le pressioni commerciali abbiamo organizzato convegni, fatto volantinaggi alla clientela, mantenuto pervicacemente un netto rifiuto a ogni ipotesi di sistema incentivante, criticando ogni accordo che pretenderebbe di “governare” questo strumento, invece di rivendicare per tutti, retribuzioni certe e contrattate.

Rispetto al governo attuale (e anche precedenti), dagli scioperi alla controinformazione (si vedano i nostri documenti sul job’s act), la nostra opposizione è stata intransigente, così come quelle alle politiche antipopolari teleguidate da Bruxelles.

Riguardo gli organi di controllo, basterebbe ricordare tutta la nostra azione di denuncia sulla vicenda Banco Desio, che, nonostante la condanna dei suoi dirigenti laziali per “associazione a delinquere finalizzata all’esportazione illecita di capitali”, ha potuto impadronirsi del Banco di Spoleto, sotto il benevolo sguardo di Visco. E’ un dettaglio, questo, curiosamente ignorato in tutta la polemica sorta intorno al commissariamento del Banco di Spoleto.

Avremmo quindi molto da dire su questa storia, che sarà opportuno continuare a seguire quando il clamore mediatico tenderà a scemare. Anche perchè, tanto per fare un esempio, i colleghi delle “nuove” banche, sorte sulle ceneri di quelle decotte, sono considerati come nuovi assunti e sottoposti alle regole del job’s act, quindi liberamente licenziabili sul piano individuale.

Vi proponiamo, per cominciare a ragionare su tutta questa vicenda, due documenti:

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