unicreditcUniCA, ci risiamo. E’ di nuovo tempo di rinnovo dei Piani Sanitari e poco sembra essere cambiato in questi due anni.

Dai documenti presenti sul sito di UniCA (stranamente il portale aziendale alla data di pubblicazione di questo comunicato non dà notizie in merito) si nota qualche piccolo miglioramento in polizza, soprattutto quella odontoiatrica, anche  se  migliorare  una  polizza  che  alla  fine  copriva  principalmente l’ablazione del tartaro, non è poi cosa di cui vantarsi (e comunque se si vuole una discreta copertura i lavoratori dovranno pagare 750€ in più).

Una piccola nota positiva: sono state inserite alcune prestazioni di prevenzione presso Centri Autorizzati Previmedical.

Per contro:

1 – è stato introdotto il limite di reddito di 26.000,00 euro lordi per l’inserimento in assistenza di un figlio non convivente e non fiscalmente a carico entro i 35 anni di età,

2 – sono state aumentate le franchigie per le operazioni fatte scegliendo la forma “indiretta” (ovvero a rimborso senza preattivazione da parte di UniCA), qualora  sia  possibile  la  “diretta”  (in  convenzione  attivata da  UniCA).    Gli scoperti applicati saranno maggiorati rispetto alla norma con l’obiettivo, a detta di UniCA, di “favorire l’utilizzo del regime diretto, ovunque possibile, in quanto detto  regime  consente  di  governare  il  costo  delle  prestazioni,  e  quindi favorisce  la  sostenibilità,  nel  tempo,  delle  coperture.”  Già,  ma  quali  sono queste casistiche? Principalmente i casi di urgenza per i quali Previmedical chiederà ancora le 48 ore di preavviso (pari cioè a quelle previste dal servizio sanitario nazionale), ed onestamente 48 ore per spedire un fax alla struttura convenzionata ci pare irrealistico. Si poteva fare di più e meglio.

Inoltre, prima di prenotare una visita in forma “indiretta” bisognerà sempre accertarsi  che  la  struttura/medico  non  sia  convenzionato,  altrimenti scatterebbe  la  “superfranchigia”.  Insomma,  quando  si  dice  che  gli adempimenti burocratici non bastano mai.

Sull’argomento  “superfranchigie”  è  poi  da  riportare  un  piccolo  giallo.  La “Lettera del Direttore” del 18 dicembre scorso riporta un incremento delle franchigie del 50%, mentre “Il prospetto di Sintesi dei piani sanitari” ne riporta uno addirittura del 150%. Chi avrà ragione?

3 – Sono stati inoltre adeguati i costi della sottoscrizione per i dipendenti di polizza superiore a quella spettante per inquadramento, quindi nel caso di “upgrade” si pagherà di più (20% da Polizza Standard a Plus e da Plus ad Extra, 30% da polizza Standard ad Extra).

4 – Non c’è alcun riferimento ad un miglioramento nella gestione burocratica delle prestazioni. Le lavoratrici ed i lavoratori lamentano infatti un asfissiante formalismo nella gestione dei rapporti con gli iscritti alla Cassa Sanitaria. Le segnalazioni ricevute indicano spesso un eccesso di rigidità burocratica che, a nostro parere,  rischia di compromettere profondamente la percezione del valore sostanziale dell’Assistenza Sanitaria di Gruppo.

5 – La privacy dei pazienti ci preoccupa non poco. Ci risulterebbe, ed in pochi forse lo sanno, che all’atto della visita, l’ente che esegue la prestazione dovrebbe  inoltrare  copia  del  referto  alla  compagnia  assicurativa.  Il condizionale è d’obbligo, ma da alcune verifiche effettuate “sul campo” pare sia proprio così. E’ allarmante che la compagnia assicurativa si preoccupi di costruire una base dati dei dipendenti del Gruppo Unicredit. C’è da chiedersi con quale finalità tutto ciò venga svolto e se l’attuale sottoscrizione del trattamento dei dati personali consenta alla compagnia assicurativa di tenere questo comportamento.

Inoltre c’è da registrare che anche con il rinnovo per il prossimo biennio parte dei servizi erogati saranno finanziati indirettamente dalle lavoratrici e dai lavoratori. La polizza avrà durata di 24 mesi, con l’eventuale “upgrade” pagato dalle lavoratrici e dai lavoratori per 24 mesi, ma pienamente sfruttabile per 21/22 mesi (fatta eccezione per la casistica “interventi” che dovrebbero essere comunque coperti).

Nei prossimi mesi chi dovrà usufruire dei servizi prestati da UniCA dovrà provvedere a prenotare in forma “indiretta” anche presso strutture e medici convenzionati con UniCA/Previmedical, cioè anche con strutture che potrebbero essere preattivate direttamente dal gestore della polizza. Queste prestazioni, ancorché previste a piano, verranno successivamente rimborsate da UniCA con uno scoperto più alto del 500% (60 euro anziché 10) rispetto a quello  previsto  in  forma  “diretta”.  Noi  ci  chiediamo  se  è  corretto  che l’incapacità organizzativa di UniCA ricada sugli assistiti con maggiori oneri economici e burocratici.

Ricordiamo infatti che la quota di UniCA in capo al singolo lavoratore è finanziata dall’Azienda, ma per ottenere ciò le lavoratrici ed i lavoratori del Gruppo UniCredit, hanno rinunciato ad una quota di salario in busta paga. Un simile comportamento è un vero e proprio raggiro.

UniCA, ci risiamo: NON CI SIAMO

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