ESTERNALIZZAZIONI UBIS: ANCHE LE CARDS SE NE VANNO
Le Cards vanno via. I colleghi andranno in SIA dopo essere transitati per la Newco ITALIA (che fantasia), il cui pacchetto azionario sarà poi ceduto SIA.
Ricordiamo che SIA è partecipata da numerosi soggetti, comprese Unicredit e Banca Intesa (2% cadauna), il più importante dei quali è FSIA con il 49.48%, società che è di proprietà per l’80% del Ministero del Tesoro, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, e per il 20% dalla Banca d’Italia (che a sua volta è detenuta da tutte le banche italiane).
Torniamo alla famigerata Newco ITALIA ed alla cessione del pacchetto azionario, operazione che, ci riferiscono i Quintuplici (mancano UGL e SINFUB), impedirebbe ai sindacati di utilizzare “quegli articoli di legge messi a tutela dei lavoratori”.
Evidentemente dall’ultima esternalizzazione è passato molto tempo e certi concetti sono stati dimenticati.
C’è da dire però che in precedenza, anche in presenza di “quegli articoli di legge messi a tutela dei lavoratori”, nonché di articoli del CCNL (art. 3 – attività appaltabili), i quintuplici non è che li abbiano utilizzati per impedire le esternalizzazioni.
Nemmeno davanti alle diffide delle colleghe e dei colleghi. Storiche furono le suppliche dell’A.D. Cederle alla redazione regionale del Friuli (30/3/2013) e dell’allora direttore generale Schiattarella (http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2013/03/31/news/ubis-i-pericoli-esistono-solo-senza-accordo-sindacale-1.6795579), che addirittura “vendeva i giocatori al Real Madrid e al Barcellona, mentre loro stavano nell’Udinese o al massimo nella Fiorentina”.
In questo caso perciò, dicono i Quintuplici (ma immaginiamo d’accordo anche UGL e SINFUB), non si può usare l’art. 2112, perché c’è cessione del pacchetto azionario.
Mettiamo in chiaro due cose.
- i Quintuplici (ma immaginiamo d’accordo anche UGL e SINFUB) non denunciano, non combattono, non si ribellano al fatto che venga costituito ad hoc un contenitore (poco importa che sia una società, un servizio o una BL – come piace ai ns vertici) dove mettere delle persone già sapendo che verranno esternalizzate;
- i colleghi comunque finiranno nella Newco ITALIA con le previsioni del 2112 (che ricordiamo essere un articolo del Codice Civile) ed in questa fase si porteranno appresso, oltre a tutti i diritti acquisiti (anzianità, ferie, indennità, comporto e quant’altro), tutto quello che il sindacato ha “conquistato” in precedenza ed applicato alle altre cessioni di ramo d’azienda.
A partire dal famigerato art. 9 dell’accordo di costituzione di UBIS del 17/2/2012 (firmato in contemporanea ad uno sciopero indetto in splendida solitudine dalla FISAC/CGIL di UBIS di Roma con manifestazione in Piazza SS. Apostoli partecipata da circa 400 lavoratori.
Articolo 9 che, raccontano le fonti, fu ispirato proprio dal sindacato “per mettere l’Azienda al riparo da possibili, eventuali, futuri speculatori”, e che recita nella sua parte peggiore:
“Nel caso di cessione di UBIS ovvero di suoi rami d’azienda a soggetti esterni al Gruppo, ove le tensioni occupazionali dovessero emergere successivamente entro il limite massimo di sei anni dalla data dell’evento, UniCredit e le aziende trasferenti si renderanno disponibili a riallocare – ove possibile nell’ambito della provincia/area metropolitana, presso l’Azienda di origine ovvero presso altra azienda del Gruppo – il personale che dovesse risultare in eccesso a seguito di decisioni del Gruppo UniCredit (come a titolo di esempi non esaustivi, processi di insourcing di attività, trasferimento di attività già esternalizzate ad altro soggetto, cessazione del contratto di servizio per decisione del committente) ovvero di fallimento comunque connesso a tali eventi.”
Si dà il caso che recentemente DOBANK (ex UCCMB) degli americani Fortress e Prelios abbia inviato ad UBIS la disdetta dell’appalto (contratto di back-office), perché ritenuto non più conveniente, facendo decadere quelle che potevano essere le garanzie dell’art. 9.
Situazione del resto più volte rappresentata sempre in splendida solitudine da un gruppo di sindacalisti facinorosi e legulei (secondo la definizione di una autorevole ex segretaria nazionale della Fisac sanzionata dalla Commissione di Garanzia per violazione delle regole democratiche proprio in relazione ad un’esternalizzazione).
I Quintuplici (ma immaginiamo d’accordo anche UGL e SINFUB) si sono scatenati in un crescendo di grassetti e caratteri urlati, di critiche e denunce sdegnate, di (pen)ultimatum di chiaro stampo oltranzista, di avvertimenti al popolo tutto (ma la categoria ed il gruppo non sembra abbiano raccolto queste grida di dolore e di chiamata alle armi) proclamando uno sciopero, addirittura, a livello nazionale.
Tutto bello se non fosse che lo sciopero in questione – peraltro con tentativo di conciliazione del 27 luglio, esito negativo datato 3 agosto, lo stesso giorno dell’informativa ai sindacati e della diffusione del comunicato stampa alla comunità finanziaria – non serve a niente se non a “certificare l’esistenza in vita” di alcuni sindacalisti. Lo dicono loro stessi “Avrete le leggi, gli articoli, le procedure, la libertà d’impresa …” BASTA, NOI NON CI STIAMO !!!”
I Quintuplici (ma immaginiamo d’accordo anche UGL e SINFUB) parlano di “decine” di studi di fattibilità, quindi sapranno pure le aree di intervento, e allora perché non le rilevano al di là della millanteria?
E sempre i Quintuplici (ma immaginiamo d’accordo anche UGL e SINFUB) annunciano che “sarà la prima di una serie di iniziative …”. In attesa delle iniziative serie, le uniche che ricordiamo sono le svariate firme messe su accordi per le esternalizzazioni, per i demansionamenti, per i prepensionamenti (salvando gli amici sindacalisti che ricoprivano livelli apicali, qualcUNO evitando anche tre provvedimenti e uscendo con bonus tripli rispetto ai comuni mortali).
Ricordano un po’ quella combriccola di toscani – un bugiardo, un condannato con sei processi sulle spalle, una bella donna con il padre promosso per “meriti” – che ha rovinato migliaia di famiglie e che vuole riformare la Costituzione.
Affermare – numericamente parlando – che lo sciopero del 9 settembre è stato partecipato dal 60% dei colleghi delle Cards, ma dal 18% del resto di UBIS, con punte infime sulla piazza di Roma, potrebbe far pensare ad un successo. Il punto è un altro, è qualitativo.
I colleghi devono sapere che garanzie e tutele dei diritti non possono essere invocate (o rivendicate) da personaggi screditati che in occasione di precedenti operazioni di esternalizzazioni si sono dimostrati conniventi e subalterni e che sicuramente anche stavolta riproporranno il solito accordo fotocopia, con il toner vieppiù sbiadito, con il solo cambio dei nomi delle società e delle date.
Se si vuole avere ancora uno straccio di seguito e riconquistare una credibilità almeno parziale tra i Lavoratori, tra le proposte immediate ed indifferibili suggeriamo:
- di “liberarsi” innanzitutto di tutti quei pseudo rappresentanti dei lavoratori conniventi e subalterni che hanno lasciato mani libere all’azienda suicidando il sindacato.
- di disdire a livello nazionale l’accordo del 27/2/2001 che inseriva i bancari nei servizi pubblici essenziali.
- di creare una task force di sindacalisti che a livello nazionale verifichi, società per società, struttura per struttura, stanza per stanza, persona per persona tutti i consulenti presenti con relativo contratto, ruolo, livello, mansione, come si fece in Capitalia Informatica nel giugno 2005.
Chissà, allora, se stavolta lasceranno le penne a casa.
Tanto le penne, quelle vere, con le esternalizzazioni ce le lasciano i lavoratori.
A proposito di “macelleria sociale”.
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