CRONACHE DAL PIANETA CREDIT AGRICOLE
Bollettino periodico a cura della Federazione di Torino della CUB-SALLCA
n.ro 12 – febbraio 2017 – chiuso in redazione il 6-2-2017

Le carenze di organico, sempre più devastanti, stuzzicano la fantasia delle menti pensanti (?) che dirigono l’azienda.

La riportafogliazione della clientela è stata l’occasione per inventarsi l’idea di  cancellare la figura del gestore aziende, un’operazione che  rappresenta il classico caso di coperta corta che viene stiracchiata da tutte le parti.

Formalmente il lavoro dei gestori aziende è stato, in parte, girato ai direttori di filiale ed in parte raggruppato nel Polo Affari di Corso Traiano, che è stato potenziato con ben due risorse (anzi, una e mezza, visto che una collega è part time).

Gli altri, in parte sono in attesa di destinazione, in parte sono stati demansionati al ruolo di gestori famiglie e qualcuno diventerà uno e trino. Non solo dovrà magicamente affrontare il nuovo lavoro di gestori famiglie (per il quale non ha ricevuto nessuna formazione), ma continuerà a fare il lavoro precedente quando qualche suo cliente si presenterà in filiale, anzi nelle filiali.

L’ultima genialata è che questi colleghi dovranno dividersi su due filiali: nella stessa settimana, due giorni qui, tre giorni là, nel festival della flessibilità e della più totale discrezionalità aziendale.

Gira voce, peraltro, che a qualche gestore famiglie sia stato chiesto il maneggio valori (anche solo per la quadratura/caricamento del bancomat) in situazioni di emergenza (che peraltro stanno diventando l’ordinaria normalità), in una continua corsa a coprire i buchi, peraltro in un contesto di continuo scivolamento verso il basso delle mansioni e di mancanza di formazione: viene chiesto di caricare il bancomat anche a chi non lo ha mai fatto o la ha fatto molti anni fa e dovrebbe rivedere le procedure.

Non ci sono parole per definire questo ennesimo pastrocchio organizzativo, discutibile sul piano legale, inqualificabile dal punto di vista del buon senso e del rispetto della dignità dei lavoratori.

L’unica difesa è cercare di fare il proprio lavoro senza commettere errori, ma anche senza correre e affannarsi troppo per far funzionare quello che, palesemente, non funziona per carenze di organico e organizzative.

Ricordiamo, peraltro, che l’azienda ha l’obbligo di curare la formazione dei dipendenti e di fornirgli la conoscenza necessaria prima di adibirli a nuove mansioni.

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