SINDACATINI, SINDACATONI E ATTACCO AL DIRITTO DI SCIOPERO
DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA
A iscritti/e, lavoratrici e lavoratoriIl recente sciopero nel settore dei trasporti ha provocato reazioni isteriche da parte di alcuni personaggi politici, che meritano una nostra riflessione .
Per parlare di diritto di sciopero potremmo partire dal settore che conosciamo meglio, quello bancario. Cominciamo col dire che anche da noi va avviata una procedura di “raffreddamento” che dura in tutto una ventina di giorni, va dato il preavviso dieci giorni prima (ma le aziende possono anche decidere di non mettere i cartelli) e spesso la controparte neppure si presenta in sede di conciliazione. Insomma, gli obblighi sono solo per noi.
Ma quali diritti dell’utenza devono essere tutelati? Il settore bancario venne inserito a suo tempo tra quelli nei quali deve essere garantito il servizio minimo essenziale, costituito, nel nostro caso, dal pagamento di stipendi e pensioni e dai mezzi di sussistenza per le persone.
In origine, nelle giornate di sciopero, doveva essere garantita la presenza di una cassa funzionante per i prelievi, appunto, di pensioni e stipendi. Poi si è passati alla formulazione attuale: i bancari non possono scioperare di mercoledi, giorno di franchigia per qualsivoglia tipo di astensione dalla prestazione lavorativa. Nel frattempo le banche ci hanno spiegato in tutti i modi che i clienti vanno (o devono andare) su Internet, usano il cellulare ed il bancomat e perciò hanno cominciato a chiudere filiali e sportelli di cassa. Ma il mercoledi si continua a non poter scioperare (ed a fare ogni tipo di operazione)…
Tutto questo dimostra che la legislazione sullo sciopero, lungi dal tutelare l’utenza, serve solo a ostacolare l’esercizio di questo diritto che, evidentemente, continua ancora a dare molto fastidio a lor signori.
Questa ampia premessa serve a presentare le nostre valutazioni sull’attuale, stucchevole, dibattito scatenato dal (riuscito) sciopero dei trasporti del 16 giugno indetto dal sindacalismo di base, tra cui la nostra confederazione.
Il settore dei trasporti è stato uno dei più penalizzati dalle politiche antipopolari dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Ci sono stati tagli, privatizzazioni, mancanza di manutenzione dei mezzi, continui attacchi ai diritti dei lavoratori e degli utenti. La vicenda Alitalia è poi emblematica della volontà delle oligarchie europee di distruggere la compagnia di bandiera italiana per favorire pochi gruppi (devono restarne solo tre: British Airwais, Air France, Lufthansa), impresa favorita dalla sudditanza di politici italiani imbelli e da manager incapaci (o forse capaci proprio di raggiungere l’obiettivo del fallimento). Una cosa è certa: l’unico fattore a non portare responsabilità per il disastro è il costo del lavoro, notevolmente più basso di quello dei principali competitori e persino di molte compagnie low cost.
A fronte di questa situazione, i soliti politici (con la complicità della segretaria della Cisl, Furlan) non hanno trovato di meglio che gridare allo scandalo e chiedere nuovi restringimenti del diritto di sciopero. Tra gli argomenti surreali utilizzati spicca quello per cui non dovrebbe essere consentito di indire scioperi a sindacati scarsamente rappresentativi: ma se un sindacato non è rappresentativo lo sciopero dovrebbe fallire, al contrario, se riesce, forse chi l’ha indetto non è così poco rappresentativo.
Geniale come sempre il presidente del consiglio ombra, Renzi, che ha tuonato contro gli scioperi di venerdi. Forse gli sfugge che chi lavora nei trasporti, turnando, lavora anche il sabato e la domenica, per cui la sua maliziosa osservazione è malposta, fermo restando che chi sciopera non viene pagato, quindi potrà pure scegliere quando non lavorare.
Resta il fatto che il ministro Delrio (si veda il sito www.cub.it) ha tentato di chiedere il rinvio dello sciopero ai sindacati promotori, che hanno risposto chiedendo al governo un incontro urgente al quale nessuno ha mai risposto. Insomma, tagliano, privatizzano, negano diritti, rifiutano di parlarci e poi ci chiedono anche di essere responsabili !! In allegato anche il comunicato della nostra confederazione
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