Un altro pezzo  di reddito fisso è stato sacrificato sull’altare della concertazione, il 27/01/18, con l’accordo tra azienda e sindacati firmatari per quello che una volta veniva chiamato, appunto, ‘’premio fedeltà’’.

Piccola nota per i colleghi più giovani: nelle diverse banche reti che, unite,  hanno dato vita a UBI Banca spa, veniva riconosciuto ai colleghi un importo al raggiungimento di una certa soglia di anzianità (25/30/35 anni), quale riconoscimento appunto del loro lavoro, dell’impegno e dello spirito di appartenenza  dimostrati nel corso degli anni.

Tale previsione,  anche molto diversa in base alla banca di provenienza  (dai 2500 ai 6000 euro), era stata cancellata dopo la disdetta dei vari CIA nel 2012, tuttavia tutte le vecchie banche  hanno continuato ad elargire tali somme a titolo di liberalità aziendali, una sorta di ‘’regalo del padrone’’.

Con la firma dell’accordo si mette fine a questo ‘’insostenibile’’ onere per UBI, che, sottolineamo, gode di ottima salute dal punto di  vista economico, distribuisce dividendi agli azionisti, strapaga i propri dirigenti e punta a raggiungere oltre 1 miliardo di euro di utili alla fine del 2020, ma non riesce più a gratificare e a riconoscere ai propri dipendenti un meritato premio, nemmeno dopo una vita di‘’ fedele’’ e onorato lavoro.

Per ora,  chi matura il ‘’diritto’’ alla corresponsione entro il 2018 si vedrà riconosciuto il 100% dell’importo previsto, in base agli accordi vigenti nell’azienda di provenienza e dovrà accettare di percepire la somma per il 50% in contanti e il 50% sotto forma di welfare.

Ancora una volta, quindi, trattamenti diversi per colleghi che da oltre 10 anni lavorano per la stessa banca!!

Dall’anno  prossimo la percentuale dell’importo diminuisce costantemente, fino ad arrivare nel 2026 ad un misero 30% dell’attuale e solo nella forma welfare, poi il nulla…o, meglio, per i colleghi che maturerebbero il diritto dopo il 2026 solo una mancetta di 200 euro in conto Welfare.

Come al solito, per giustificare la presunta bontà dell’accordo, i sindacati firmatari nel loro volantino unitario (e non si capisce perché debbano essere 5 sindacati con 5 sigle diverse se poi sono sempre tutti d’accordo nel firmare le stesse cose!!! Unitevi e fate il sindacato unico!!!) ci tengono a farci sapere che l’azienda voleva azzerare tali premi ma, grazie alla caparbietà e la tenacia che contraddistingue da sempre il loro operato in difesa dei diritti dei lavoratori, sono riusciti a strappare con le unghie ed il coltello tra i denti l’accordo migliore possibile!!

Ma del resto il mondo là fuori è cambiato e noi bancari dobbiamo essere pronti ad affrontare le sfide del mercato con nuovi strumenti, dobbiamo accettare il fatto che non possono più esserci  le vecchie tutele e garanzie del passato a salvaguardare il posto di lavoro ed il reddito.

Un lavoratore, presente in una delle ultime riunioni con la direzione per la presentazione e l’esaltazione del nuovo modello distributivo che la banca ha calato dall’alto sulla testa di noi tutti e che sta creando non pochi problemi e malumori, sia tra i colleghi che tra la clientela, nonché  forti perplessità rispetto alla sua reale efficacia, ha riferito che, secondo l’azienda,  d’ora in avanti dovremo dedicarci sempre di più al lavoro commerciale ed alla cosiddetta consulenza.

In realtà, molto più prosaicamente, il tutto si traduce nel piazzare i soliti tre prodotti a tutti indistintamente, senza riguardo per le esigenze reali del cliente. Hanno sottolineato che noi come UBI abbiamo anche la responsabilità di guidare il mercato e in quanto banca prevalente sul territorio dobbiamo  indurre la gente a indebitarsi sempre di più, indipendentemente dal fatto che  lo vogliano o meno (perché se non lo facciamo noi lo fanno gli altri..).

Si è cercato di convincere i colleghi più scettici facendo leva sull’importanza del nostro operato a beneficio  del bene comune, dobbiamo  essere consapevoli ed orgogliosi di agire per uno scopo superiore, oltre che per il vantaggio e l’utile della propria azienda, per la comunità tutta, per il rilancio dei consumi, per aumentare il PIL nazionale, insomma abbiamo una mission da compiere. Naturalmente si è sorvolato sui danni che queste politiche aggressive hanno causato al sistema finanziario, fino alle crisi bancarie intervenute degli ultimi 10 anni che, nei casi più gravi, hanno trascinato nel baratro migliaia di risparmiatori, famiglie, economie e destabilizzato intere aree del pianeta.

Ma si sa la memoria e’ corta e allora basta con la vecchia figura del bancario stanco e annoiato dietro a quintali di carta e pratiche amministrative che non portano nessun valore aggiunto, dobbiamo metterci in gioco, quindi valorizzare la competitività, lo spirito commerciale, unica strada da percorrere per mantenere o recuperare alti livelli di redditività, spingiamo i colleghi a mettersi in competizione l’uno con l’altro, certo nel rispetto della MIFID, premiamo economicamente coloro che vincono la battaglia del budget, basta con il salario uguale per tutti, avanti con l’idea che il compenso  deve essere rapportato al risultato ottenuto dal singolo lavoratore e non sulla base di una contrattazione collettiva che unisce tutti in uno spirito di solidarietà e appartenenza.

In soldoni, viva il salario variabile e incerto e abbasso il salario fisso, qualche briciola a chi vende e gli altri tirino la cinghia!!

Purtroppo anche la cancellazione del premio fedeltà va dritta in questa direzione…con il beneplacito dei nostri rappresentanti sindacali!!

Scusate se i nostri volantini sono sempre molto prolissi, ma del resto gli spazi di comunicazione sono sempre minori, le assemblee non si tengono quasi più e l’unico modo per  far sentire la nostra voce rimane quello di scrivere, cercando di svegliare la categoria dal torpore anestetizzante in cui sindacati firma tutto  e banche a braccetto vorrebbero tenerci per sempre.

Noi pensiamo che sia giusto e possibile resistere e contrastare certe logiche che sembrano inarrestabili ed un modello di banca che sta deteriorando sempre di più il clima lavorativo.

 

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Ubi Banca

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