Il 9 maggio arriveranno sui conti dei colleghi i soldi del PVR e del Lecoip (per l’80% dei colleghi che hanno aderito e che non sono incappati in un provvedimento disciplinare di sospensione negli ultimi 4 anni). Nel secondo caso si tratta di cifre importanti (ad es. per 3A4L circa 3.000 euro netti).

Tutto bene quindi? A nostro avviso non è proprio così.

C’era una volta il Vap contrattato: il primo premio unificato di gruppo (biennio 2008-2009) prevedeva 1.940 Euro lordi, ogni anno, per la figura di riferimento del 3A4L. Tutti gli altri ricevevano di conseguenza sulla base della scala retributiva del CCNL.

Da allora il premio è sceso sempre di più (si veda il nostro comunicato del 2012, http://www.sallcacub.org/nuovosito/2012/05/intesa-sanpaolo-vap-2011-meno-di-prima-ed-il-piu-basso-di-sempre-sara-lultimo/ ).

Non riuscendo più a contrattare il Vap, i sindacati, molto firmatari e poco trattanti, hanno pensato bene di metterci insieme il sistema incentivante, con il miraggio di poterlo contrattare. E’ nato così il PVR (Premio Variabile di Risultato): il risultato è un meccanismo cervellotico ed incomprensibile, con il quale la discrezionalità aziendale è ancora aumentata, mentre il premio si è abbassato.

Infine l’azienda ha partorito una trovata geniale per elargire soldi nella forma del Lecoip, un derivato (confezionato da Credit Suisse) che beneficia dei soliti strumenti di aggiramento fiscale, usa l’effetto leva per premiare le figure chiave e “stimola” l’adesione consenziente al piano industriale.

I sindacati firmatari e poco trattanti hanno pensato bene di metterci la propria firma sopra, ma il Lecoip non è un regalo aggiuntivo, bensì un anticipo sui premi annuali.

Il Vap contrattato e per tutti non c’è più, sostituito dal Lecoip (la cui misura è per definizione aleatoria ed a rischio di andare totalmente perso con un solo provvedimento disciplinare di sospensione nei quattro anni) e da un PVR incomprensibile (si veda il nostro comunicato, http://www.sallcacub.org/nuovosito/wp-content/uploads/2018/03/mar-2018-pvr-2017.pdf ).

Con una sorta di gioco delle tre carte l’azienda, con il fattivo contributo dei sindacati firmatutto, è riuscita a pagare meno per quasi tutti e dare cifre cospicue ai pochi prescelti.

I sindacati firmatari dimostrano così che la loro fiducia nei “mercati” supera quella nella loro capacità di contrattare. Un esito disastroso sul piano culturale, ma infelice anche su quello economico, come potrete verificare leggendo l’allegato.

CUB-SALLCA Intesa Sanpaolo

 

 

 

questo post è stato letto2193volte