Il desolante video diffuso dalla Fisac-Cgil (uno spot per magnificare il più bell’accordo mai esistito) non pare avere convinto i lavoratori del Recupero Crediti (NPL) destinati ad essere esternalizzati.

L’elemento costante delle assemblee tenutesi nelle varie sedi è stato il pesante assenteismo, a volte volutamente polemico, che ha sfiorato il 60% degli aventi diritto a partecipare alle assemblee. Ecco alcuni dati:

a Cosenza nessun partecipante all’assemblea;

a Potenza, su 104 aventi diritto, hanno partecipato in 14, 2 a favore, 2 contro, 10 astenuti;

a Roma, su 60 lavoratori coinvolti, si sono presentati in 7, con 6 voti a favore e 1 contrario;

a Napoli, metà circa i partecipanti (presenti anche Caserta e Salerno), con 36 contrari, 6 astenuti e nessun favorevole;

a Firenze presentati due odg, uno a favore dell’accordo, uno contrario, il primo ha preso 5 voti, quello contrario 20;

Il voto favorevole prevale solo (con numeri minimi) a Bari, Padova e Torino, oltre a Milano, dove i favorevoli sono 27, ma i contrari non si presentano e inviano un documento critico con 35 firme.

Dai dati che abbiamo cercato di raccogliere, su quasi 500 lavoratori che potevano partecipare alle assemblee, circa 270 non si sono presentati, i voti contrari sono stati una novantina, circa settanta i favorevoli ed una cinquantina gli astenuti.

Una conclusione amara, dopo che, in varie sedi, erano stati presentati odg che chiedevano di ottenere la volontarietà della cessione o, in alternativa, il distacco e la consultazione preventiva dei lavoratori prima della firma.

Naturalmente il distacco non è mai stato preso in considerazione e, come da narrazione vista più volte, partendo da “posizioni distanti”, la trattativa ha preso un’improvvisa e miracolosa accelerazione verso la felice conclusione.

Purtroppo solo in occasione di eventi straordinari (come già accadde per i lavoratori di Banca Depositaria ceduti a State Street) ci si rende conto che il ruolo dei sindacati firma tutto non è di controparte dell’azienda, bensì di “facilitatori” dei suoi voleri.

Ai lavoratori oggetto di cessione va il nostro sostegno e la nostra disponibilità ad appoggiarli nelle azioni che vorranno portare avanti.

Gli altri lavoratori del gruppo dovrebbero valutare con preoccupazione quanto sta accadendo. Ad esempio, nessuna reazione ha provocato il rinnovo del contratto di secondo livello senza uno straccio di piattaforma (non diciamo approvata dai lavoratori, proprio senza piattaforma e basta) dove l’assenza di democrazia si accompagna all’incapacità di esprimere un punto di vista diverso rispetto a quello aziendale: la totale subordinazione ai voleri dei vertici aziendali ha cancellato persino la possibilità di elaborare richieste proprie.

Tutti insieme dovremmo riflettere sull’urgenza di creare un’alternativa all’attuale deriva sindacale, attraverso la partecipazione attiva per ricostruire un punto di vista autonomo dei lavoratori e mettere un freno alla strapotere della controparte. Tocca ai lavoratori decidere, sapendo che, finchè i sindacati firmatutto avranno pacchetti di tessere da esibire, si sentiranno legittimati a decidere per tutti senza chiedere e rispondere a nessuno.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Intesa Sanpaolo

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