Modifiche all’organizzazione del lavoro in Intesa Sanpaolo; il Sallca scrive al CEO Messina
In questo periodo si assiste ad una serie di cambiamenti significativi nelle filiali, dagli “esperimenti” delle casse chiuse alla riportafogliazione che ha coinvolto le filiali imprese e retail. Il tutto avviene in modo disordinato e senza regole.
A complicare la vita dei lavoratori è anche arrivata la “sorpresa” dei ponti e delle ferie comandate (scusate, collettive) che quest’anno coinvolge filiali retail, personal, imprese e vari uffici di sede.
Abbiamo voluto segnalare in modo formale e scritto una serie di questioni e anche di richieste al Ceo ed al Responsabile della salute sul lavoro. Riteniamo che non si debba assistere passivamente a tutto questo e che l’azienda debba dare risposte convincenti alle questioni sollevate.
Ecco il testo della lettera inviata (vedi anche allegato)
Al Ceo Carlo Messina
Al Responsabile Sicurezza sul lavoro Dario Russignaga
p.c. alle lavoratrici ed ai lavoratori
Torino,18-2-2019
Oggetto: problematiche relative alle recenti modifiche organizzative.
Partiamo dall’analisi dell’esperimento delle filiali che stanno lavorando con le casse chiuse: doveva essere un provvedimento temporaneo, ma la sua prosecuzione ed estensione lo sta trasformando in un modello operativo consolidato e tutto questo pone questioni normative importanti.
Intanto ci sono possibili conseguenze rilevanti sulla salute dei lavoratori, si pensi solo al periodo prolungato nel quale i colleghi devono stare in piedi o sullo sgabello rialzato della postazione dell’accoglienza. Il DL 81/2008 prevede che significative modifiche nell’organizzazione del lavoro devono essere valutate preventivamente con gli RLS per le ricadute che possono avere sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. E’ stato fatto?
Inoltre una modifica così significativa imporrebbe una formazione adeguata per gli addetti (che non c’è stata) e l’apertura di una contrattazione per normare adeguatamente il nuovo modo di operare. Si pensi, solo per fare un esempio, ai frequenti episodi di clienti che consegnano ai colleghi che li stanno aiutando il loro pin, con tutti i rischi che questo può comportare.
Apprendiamo da siti sindacali che nel corso dell’incontro trimestrale dell’Area Torino e provincia con i sindacati firmatari l’Azienda ha sostenuto che non si tratta né di una sperimentazione, né di una nuova modalità: a suo dire i colleghi devono “semplicemente” accompagnare la clientela verso il cambiamento come stanno già facendo “al fine di ridurre le code e le attese”. Ha inoltre sottolineato che le casse rimangono comunque aperte per particolari operazioni che non possono essere effettuate alle macchine.
Riteniamo questa posizione unilaterale e non corrispondente alla realtà dei fatti. Per quello che ci riguarda ci dichiariamo disponibili a discutere di queste tematiche, essendo noi esclusi dal tavolo di trattativa non per nostra scelta e per una discriminazione ingiustificata, avendo dimostrato in più occasioni il nostro livello di rappresentatività.
Un altro problema che vogliamo evidenziare è quello della massiccia chiusura di filiali prevista in occasione dei vari ponti festivi.
Come noto, le ferie devono servire al recupero psico-fisico del lavoratore ed imporre un numero elevato di giorni spezzettati e non concordati è motivo di disagio per parecchi colleghi. L’estensione dei ponti obbligatori a filiali personal, imprese ed uffici di sede, determina il coinvolgimento nel problema di un numero sempre crescente di dipendenti. Rilanciamo quindi la richiesta che, fermo restando il potere dell’azienda di decidere la chiusura dei punti operativi, i lavoratori possano scegliere se fare le ferie, lavorare in una filiale vicina, oppure anche collegarsi da casa per completare la formazione.
Segnaliamo altresì il particolare accanimento verso i colleghi di Intesa Sanpaolo Casa, costretti a due settimane di ferie in agosto che vanno da mercoledi a mercoledi, con tutti gli inconvenienti immaginabili per le prenotazioni e lo sfruttamento completo dei giorni di vacanza.
Altra fonte di preoccupazione deriva dal passaggio di un numero significativo di rapporti di aziende dalle filiali imprese alle filiali retail. Apprendiamo, sempre da comunicati sindacali, che è previsto un piano formativo e questo è apprezzabile.
Resta il fatto che buoni progetti restano spesso sulla carta e che, nel frattempo, i gestori imprese retail si ritrovano a dover affrontare prodotti e procedure (soprattutto per l’operatività estero ma non solo) che non conoscono.
Questa comunicazione è da intendersi, a tutti gli effetti, come manleva per eventuali errori in cui potrebbero incorrere i lavoratori per carenze formative.
Segreteria Nazionale Cub Sallca
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