DA CUB SALLCA
A iscritti/e, lavoratrici e lavoratori

Comincia male il rinnovo del CCNL del credito.

Nonostante i soliti commenti positivi dei sindacati firmatutto (che ormai ci hanno abituati a “vendere” come vittorie gli arretramenti), ci sono due novità entrambe negative.

Il tentativo di riavere il TFR calcolato sull’intera retribuzione (come chiesto anche da noi) è sospeso. L’Abi al momento ha risposto con un secco no, a dimostrazione che quando si cede qualcosa riconquistarlo è complicato.

Viene poi spacciata come vittoria la riconferma del Fondo per l’Occupazione. Ci vuole coraggio a sostenere che sia una conquista un fondo alimentato con il sacrificio (obbligatorio) di una giornata di banca ore o ex festività dei lavoratori ed un contributo economico (volontario) dei manager.

Nella nostra piattaforma avevamo chiesto che il mantenimento di questo meccanismo davvero singolare (per favorire l’occupazione si lavora di più!) fosse legato perlomeno al ripristino dell’art.18 nel settore per i neoassunti. Anche su questo nessun risultato.

Anzi: nel FOC ci sono almeno 140 milioni di euro inutilizzati (in attesa del bilancio definitivo 2018) e bisognerà vigilare che non vada in porto la proposta di usare i fondi per entrare nel capitale di rischio di banche in difficoltà (come ha proposto il segretario generale FIRST per Carige).

Come abbiamo già scritto, siamo favorevoli all’intervento dello stato per le banche in crisi, i sindacalisti dovrebbero occuparsi di altro!

Noi a dicembre le nostre proposte le abbiamo presentate, siamo ancora in attesa che i sindacati firmatutto partoriscano la loro piattaforma.

Approfittiamo dell’occasione per divulgare un contributo al dibattito contrattuale, che condividiamo, tratto da un blog che ospita posizioni di minoranza all’interno della Fisac Cgil. Ci fa piacere che anche tra i sindacati firmatutto ci sia qualche voce critica.

LOST in negotiation

di Aggregazione Agor@

Il rinnovo del CCNL Credito non riesce a decollare, nonostante i sei mesi di prolungamento della scadenza di quello del 2015. Si disse allora che quei sei mesi in più sarebbero serviti a ponderare bene la piattaforma ed essere pronti al rinnovo prima della scadenza del 31/12/2018.
Niente di più sbagliato! Siamo alla fine di febbraio e della piattaforma non c’è traccia. Nel frattempo ABI tiene bloccate le sigle sindacali o meglio, i Segretari Generali, invocando la conferma della riduzione dell’importo del TFR in cambio dello spostamento dei termini della scadenza del CCNL. Eh già, da quelle parti nulla si concede senza scambio e siccome siamo stati così bravi da cadere nel rischio di rinnovo automatico dell’attuale CCNL (conferma dell’esistente senza trattativa), avendo ritardato l’elaborazione della piattaforma, ABI ha buon gioco a concedere l’avvio della trattativa in cambio del risparmio sul TFR.
Ma i problemi non finiscono qui. Ad oggi nessuna sigla pare in grado di presentare una piattaforma compiuta di rinnovo del contratto.
Si possono capire le difficoltà nel comporre proposte del tutto innovative, al passo con il cambiamento dirompente che sta investendo il settore, ma è altrettanto lecito chiedersi perché si è aspettato così tanto ad elaborare proposte, perdendosi in convegni e confronti tra pochi, senza mai mettersi all’ascolto dei lavoratori. Certo se si fosse fatto avremmo dovuto dare precedenza alla soluzione del malessere lavorativo che pervade tutta la rete ed a cui si stanno dando risposte del tutto evasive!
Presentare una piattaforma, arrivare ad un’ipotesi di chiusura del CCNL senza porre le condizioni per un miglioramento delle condizioni lavorative, sarebbe un atto scellerato, che ci allontanerebbe ulteriormente dai lavoratori.
E mentre accade tutto questo la FISAC che fa?
Cade nel tranello della litigiosità tra sigle sindacali, si fa bollare come inaffidabile e marginale da diverse testate giornalistiche, le stesse che qualche giorno dopo ci informano della ritrovata unità sindacale sotto l’ala protettrice dell’unico esponente capace di visione di lungo periodo e cioè il Segretario Generale della Fabi.
Il gruppo dirigente brancola nel buio, tenuto all’oscuro degli avvenimenti e non informato per tempo delle novità. Di ragionamenti collettivi e di mandato del Direttivo Nazionale per la costruzione di un impianto della piattaforma non se ne vede l’ombra. Si fanno lavorare a tempo perso le commissioni contrattuali, spacciando il tutto per grande esercizio democratico e nel frattempo riappare quello che è stato il fiore all’occhiello della FISAC nel precedente mandato: un bel convegno sul contratto e la situazione del settore sotto l’egida del precedente Segretario Generale!!!
Tempi duri, mentre tra un rinvio della scadenza del contratto e l’altro si fa sempre più difficile recuperare il valore pieno del TFR e la stessa valenza del futuro CCNL al 1/1/2019.
E siamo soltanto all’inizio!

https://agorasindacale.blog/

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