Mano a mano che procede e si allarga l’”esperimento” delle filiali medio/grandi che tengono le casse chiuse, emergono sempre più evidenti le criticità di questo modo di operare e l’intollerabile assenza di regole formalizzate. Inoltre emergono ulteriori problemi per le ferie “comandate” Quindi, siamo tornati a scrivere ai vertici aziendali per denunciare lo stato delle cose e sollecitare iniziative per rimediare.

 

Spett. Intesa Sanpaolo

Al CeoCarlo Messina

Al Responsabile di Banca dei Territori Stefano Barrese

Al Responsabile Sicurezza sul lavoro Dario Russignaga

Al Medico competente Maurizio Coggiola

p.c. alle lavoratrici ed ai lavoratori del Gruppo Intesa Sanpaolo

 

Torino,12-3-2019

Oggetto: Ulteriori problematiche sulle filiali con casse chiuse e sulle ferie comandate.

 

Siamo costretti a tornare sul tema dell’”esperimento” delle filiali di dimensioni medio-grandi che lavorano con le casse chiuse.

Il progressivo aumento delle filiali coinvolte ci conferma che non si può più parlare di esperimento e che non è accettabile che queste modifiche del modello di filiale passino in modo strisciante e silenzioso.

La prima questione è che non è possibile che i clienti delle filiali coinvolte non vengano informati preventivamente con comunicazioni scritte e con il necessario preavviso.

Al contrario, chi entra nelle filiali oggetto dell’esperimento, si ritrova la “sorpresa” ed i colleghi devono spiegare cosa sta accadendo, quasi fosse una loro idea balzana.

Accade sovente che parte dell’utenza reagisca con aggressioni verbali, quando non con insulti, nei confronti dei lavoratori. Il fatto di costringere i clienti che non ne sono in possesso di dotarsi di bancomat, ora a pagamento, è un altro fattore di tensione.

Chiediamo quindi che l’avvio di queste modifiche organizzative sia comunicato in forma ufficiale alla clientela coinvolta.

Oltre a ciò, rinnoviamo la richiesta di aprire un confronto sulle problematiche che il nuovo modello organizzativo determina e sulla necessità di stabilire regole sull’operatività, considerato che su molti aspetti della stessa ogni filiale si comporta in modo diverso.

A fare le spese dell’”esperimento” è soprattutto la clientela anziana, parte della quale non è in grado di gestire le operazioni con bancomat. Capita frequentemente che venga chiesto ai colleghi di fare l’operazione al loro posto, mostrando candidamente il codice segreto.  Allo stesso tempo c’è il rischio di un aumento delle truffe per la cattiva gestione degli stessi codici, per non parlare di quelli che arrivano su cellulari che non sanno usare.

Rinnoviamo, inoltre, la richiesta di superare l’obbligatorietà delle ferie comandate nelle filiali che chiudono nei “ponti”. Emergono ulteriori problematiche per le filiali retail che convivono con le filiali personal, che dovranno farsi carico anche della loro clientela, in permanenza di turni e delle ferie, servirebbe quindi un rafforzamento dell’organico recuperando i colleghi che non intendono fruire di ferie imposte. Stesso ragionamento vale per uffici di sede tra loro collegati, dove le ferie comandate di un ufficio hanno ricadute negative su altri.

Ancora una volta scriviamo a tutte le funzioni aziendali interessate per tutelare la salute dei lavoratori e metterli al riparo dalle conseguenze di errori determinati dall’approssimazione organizzativa e dall’assenza di regole certe e formalizzate.

Segreteria Nazionale Cub Sallca

 

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