Sono passati poco più di 5 anni da quando Credit Agricole ha effettuato la cessione di ramo d’azienda verso il CAGS. 5 anni durante i quali i lavoratori della newco hanno continuato a portare avanti i loro compiti, sia ordinari che straordinari, in maniera egregia permettendo il concludersi, sempre nei tempi prestabiliti, di diverse operazioni di acquisizione e di riorganizzazione.

Ma, all’inizio dell’autunno, il responsabile dell’area infrastrutture ha organizzato una serie di riunioni per informare di un’operazione societaria che avrebbe potuto vedere l’avvio di una importante “partnership”!

Nei diversi incontri però i toni si sono smorzati, se nei primi si diceva che le approvazioni erano già arrivate da tutti i livelli della banca e mancava solo l’ok della proprietà francese negli ultimi si parlava di un progetto ancora in fase di studio, se nei primi non si escludeva una eventuale cessione della maggioranza del pacchetto azionario negli ultimi si rimaneva molto sul vago, se nei primi si diceva chiaramente che oltre a dare in appalto la “server farm” si sarebbe lavorato in team con colleghi di altre società negli ultimi ci si fermava alla cessione delle macchine e della loro  gestione.

E’ molto probabile che il responsabile abbia sentito la necessità di informare i lavoratori perché, in ogni caso, questi ne sarebbero venuti comunque a conoscenza in quanto le gare di appalto erano già in essere ed è altresì palese che lo stesso sia stato richiamato dall’azienda ed abbia abbassato il tiro negli incontri successivi.

Quello che non è così comprensibile è come le organizzazioni sindacali del tavolo aziendale abbiano richiesto informazioni, giustamente richiestegli dai lavoratori seriamente preoccupati da possibili operazioni che raramente portano benefici ma, molto più comunemente, sono foriere di mobilità ed esuberi, e si siano però “accontentate” delle rassicurazioni aziendali che “nessun progetto è in corso”.

E’ lampante che qualcuno stia mentendo o, come si dice a Parma, ballando nel manico!

Se è vero che è legittimo che le aziende pensino a come strutturarsi e che l’accordo di cessione di ramo d’azienda che ha costituito il CAGS sia “abbastanza” tutelante (l’abbastanza è dovuto al fatto che esiste un’opzione di rientro nelle aziende cedenti, ma vengono meno i km previsti dal ccnl per i trasferimenti e la dislocazione potrà avvenire “nell’ambito della regione di residenza o comunque maggiormente prossima…”), è anche vero che siamo di fronte ad una grave subalternità delle organizzazioni sindacali del tavolo e ad una pesante mancanza di trasparenza e di rispetto da parte dell’azienda nel tenere nascosto quanto si sta architettando sulla testa di chi dovrà in ogni caso subirlo.

A questo punto i lavoratori hanno 2 possibilità: o continuare come sempre sperando che le cose non vadano poi così male o iniziare a far sentire la propria voce, per esempio aderendo allo sciopero generale già previsto per l’intera giornata di venerdì 25 ottobre indetto dalla CUB insieme ad altri sindacati di base per cambiare in modo radicale la politica economica del nuovo governo, che ripropone la linea dell’austerità imposta dall’Unione Europea, la stessa che ha prodotto crisi, recessione, sacrifici, disoccupazione, impoverimento.

Lo sciopero è indetto con il rispetto dei preavvisi di legge e ricordiamo che tutti i lavoratori, anche aderenti ad altri sindacati, possono partecipare.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Gruppo Credit Agricole

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