CREDIT AGRICOLE: IL GIOCO DELLE TRE CARTE NEL PIANO A MEDIO TERMINE 2019-22
La situazione della rete filiali è oggetto di numerosi comunicati anche dei sindacati firmatutto.
Alla base dei problemi vi è la carenza cronica di organico e le continue sollecitazioni ai risultati commerciali.
E’ necessario contrastare alcuni fenomeni, non abituandosi a certi comportamenti che sono al di fuori delle regole e delle norme contrattuali. Ci sono alcuni punti fermi da cui non si deve venire meno se non si vuole essere travolti.
Partiamo dall’ultima trovata di chiudere il servizio di cassa pomeridiano in oltre 500 filiali.
Come evidenziato anche nei comunicati degli altri sindacati, il tempo per chiudere lo sportello e quadrare i bancomat è troppo poco.
In prima battuta l’orario di chiusura delle casse va rispettato, cioè non devono più esservi clienti oltre l’orario di sportello, o impedendo preventivamente il flusso se eccessivo o avvisando i clienti che all’orario stabilito la cassa chiuderà e chi è in attesa non verrà servito.
Anche così i tempi di quadratura del bancomat restano stretti. Quando il tempo non è sufficiente non si deve rinunciare a fruire dell’intera pausa pranzo. Se le operazioni non vengono completate per tempo vanno lasciate in sospeso, l’azienda trovi la soluzione, magari consentendo la possibilità di accedere ai valori nel pomeriggio.
Ricordiamo che i bancomat vanno sempre quadrati in contradditorio con due colleghi.
Il vero problema è la verifica dei valori in caso di mancata quadratura, verifica piuttosto problematica se i valori sono già chiusi.
In questo caso l’unica soluzione è che il giorno dopo non si apra cassa prima di aver fatto le verifiche necessarie. Lo stesso vale per il passaggio di consegne e la presa in carico di valori, i quali vanno sempre controllati preventivamente.
Giova ricordare che questa azienda non si crea problemi a chiudere le casse per i clienti, dovremmo farcene noi quando questo è necessario?
In tutto questo bailamme va ricordata la centralità della formazione. Nessuno si metta a fare lavori che non conosce, si deve pretendere di ricevere le conoscenze necessarie!
Va anche ricordato che la formazione è un obbligo in capo all’azienda: è lei che deve mettere il lavoratore in grado di fruirla, in orario di lavoro e in condizioni ottimali (cioè senza continue interruzioni di clienti e colleghi).
CUB-SALLCA – Federazione di Torino
Quindi non va fatta nei ritagli di tempo o, peggio, fuori orario, va fruita correttamente e per intero, in orario di lavoro.
Torniamo anche a ribadire alcuni concetti relativi alle pressioni commerciali. Noi siamo dipendenti pagati per la prestazione e non per i risultati. Questo significa che dobbiamo certamente fare proposte commerciali ai clienti, ma non siamo obbligati a portarle a buon fine e, soprattutto, dobbiamo sempre dare spiegazioni chiare e complete dei prodotti che proponiamo.
Qualsiasi richiesta che vada oltre quanto riportato è illegittima!!
Ricordiamo anche che il cellulare fornito dall’azienda, al di fuori dell’orario di lavoro, può essere tranquillamente spento: nessuno di noi ha la reperibilità, tanto meno riceve un’indennità in tal senso.
Per finire, l’invito è di lavorare rispettando le regole e cercando di limitare il più possibile gli straordinari ma, quando proprio ci si deve fermare oltre l’orario, va preteso sempre che venga riconosciuta la prestazione
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