Si svolgerà il 24 settembre l’annuale Fridays for Future, lo sciopero studentesco e giovanile contro il cambiamento climatico ed il riscaldamento globale.

L’iniziativa ha contribuito a far salire la sensibilità e l’attenzione verso i delicati equilibri del pianeta, anche se le azioni concrete per porre rimedio tempestivo ad una degenerazione preoccupante delle condizioni vitali della razza umana sono ancora poche e tardive.

Il ri-orientamento dell’economia verso modelli di produzione e sviluppo eco-compatibili sembra più un riposizionamento tecnico, che una scelta politica e sociale strategica. Se fosse così, per il lavoro le cose non si metterebbero bene…

La natura maltrattata ogni tanto ci presenta il conto, come è stato per la pandemia e per i tanti, gravi, disastri che funestano periodicamente vaste zone del pianeta.

La transizione energetica apre un ventaglio di possibilità, ma il ricorso ai combustibili fossili continua a prevalere e si parla addirittura di una ripresa del nucleare. Intanto i costi finiscono a carico dei consumatori, come dimostrano in questi giorni i paventati rincari delle bollette.

L’energia usata nella produzione, nel riscaldamento degli edifici, nei trasporti, resta il vero nodo da risolvere.

Proprio auto elettrica e mobilità sostenibile sono al centro del contributo di un nostro dirigente, che vi sottoponiamo, per fare un po’ di chiarezza sugli interessi e le forze che stanno dietro ai generici e retorici discorsi sul clima.

Buona lettura.

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