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Come avevamo paventato, il controllo del Green Pass alla clientela che viene in banca è stato demandato ai dipendenti.
Anziché demandare a personale dedicato e formato i controlli obbligatori per legge, o ricorrere a strumenti tecnologici per le verifiche in automatico, il compito è stato addossato a lavoratori e lavoratrici come ulteriore incombenza.
Come se non bastassero le pressioni commerciali, i budget impossibili, i vuoti di organico, adesso arriva anche il controllo del green pass alla clientela.
I comportamenti delle banche sono difformi tra di loro, ma il tratto comune sembra essere l’improvvisazione con cui le disposizioni sono state varate.
E’ fin troppo prevedibile il potenziale di tensione che può emergere, nei rapporti con la clientela, con rischi di aggressione anche fisica nei casi limite.
I rischi possono essere anche legali, però, soprattutto se il personale cui viene chiesto di effettuare i controlli non è preparato sul delicato tema del rispetto della privacy. Abbiamo scritto al Garante della Privacy per chiedere di verificare la legittimità delle disposizioni impartite e la loro coerenza con la salvaguardia della riservatezza dei dati personali.
qui trovi la nostra lettera al Garante per la Protezione dei Dati Personali
CUB-SALLCA Credito ed Assicurazioni
Nei giorni 21 e 22 gennaio, a Torino, si è svolto il VII Congresso Nazionale della CUB-SALLCA al termine del quale sono stati rinnovati gli organismi dirigenti del nostro sindacato. Il nuovo Segretario Nazionale è Mauro Palmentieri (Intesa Sanpaolo, Napoli).
Il tema della sicurezza del lavoro è all’ordine del giorno, dopo l’ennesima strage, accaduta a Torino, con il crollo della gru che ha causato la morte di tre operai edili.
Nel nostro settore non esistono rischi così elevati, ma non mancano situazioni in cui viene messa a rischio la “sicurezza” della continuità lavorativa e la certezza dei diritti.
Ne è un esempio la BNL di BNP-Paribas, dove il 27 dicembre si sciopera per evitare la cessione ad altre società, fuori perimetro, di oltre 800 lavoratori del back office e dell’I.T.
Ma anche nel perimetro delle altre banche esistono problemi. In Intesa Sanpaolo ad esempio si assiste ad un taglio delle ore ad ogni cambio di appalto delle imprese di pulizia (con grave danno per l’igiene e la sanificazione dei locali), o a crescenti ritardi nel servizio di smistamento della posta interna (esternalizzato).
Anche nel cuore della “digitalizzazione” il sistema degli appalti mostra i suoi limiti, come dimostra la vicenda dei lavoratori di Numero Blu Torino (che lavora per la filiale on line di Intesa Sanpaolo), cui va la nostra piena solidarietà.
Possiamo e dobbiamo impegnarci anche per chi ci sta attorno e rischia di restare escluso dalla marcia trionfante della prima banca italiana!
Leggi il nostro volantino a riguardo
SALLCA-CUB Credito ed Assicurazioni
Il fallimento del negoziato tra Unicredit ed il M.e.f. per l’acquisizione di Banca MPS è giunto inatteso, quando ormai l’operazione sembrava scontata.
La concentrazione in corso nel settore evidenzia un forte squilibrio tra il soggetto dominante, Intesa Sanpaolo, il suo unico inseguitore (Unicredit) e i Gruppi che seguono a grande distanza, tra medie aziende domestiche e filiali di colossi esteri.
La vicenda MPS rappresenta il fallimento plastico dell’iniziativa statale nel ripensare il ruolo strategico del credito per costruire politiche pubbliche: resta solo la socializzazione delle perdite per rimediare ai guasti delle privatizzazioni malsane.
Per i lavoratori restano aperti imprevedibili scenari di rischio e condizioni quotidiane di lavoro al limite della sopportazione. E anche i segnali di ripresa reddituale non sono sufficienti a scongiurare il pessimismo: NON STA ANDANDO TUTTO BENE, come vogliono farci credere.
Il “ritorno alla normalità” ha tutti i caratteri della restaurazione delle peggiori pratiche del passato, uno scenario che dobbiamo contrastare e combattere!
ECCO IL NOSTRO VOLANTINO
CUB-SALLCA Credito ed Assicurazioni
Dal 15 ottobre il Green Pass diventerà operativo in tutti i luoghi di lavoro.
Le banche intendono applicare il decreto alla lettera e hanno respinto ogni richiesta.
Non ci sono accordi o protocolli condivisi, sulla questione sindacale più rilevante, da quando è scoppiata la pandemia.
Nell’allegato facciamo il punto e vi invitiamo a contattarci per le vie brevi per ogni esigenza o problema dovesse emergere.
CUB-SALLCA Credito e Assicurazioni
Il governo Draghi ha deciso di estendere l’obbligo del green pass a tutti i posti di lavoro con il DL 127 del 21.09.21.
Si tratta di una scelta drastica, che evita il terreno scivoloso dell’obbligo imposto per legge (chiesto dai sindacati firmatari), ma che di fatto costringe i lavoratori a scegliere tra due strade senza alternative: vaccinarsi o sottoporsi a tampone ogni 2 giorni.
Chi non ha il green pass rischia forti sanzioni economiche e la sospensione dal lavoro, senza retribuzione e contributi. Chi prendesse la strada dei tamponi continuativi, si troverebbe a fronteggiare onerosi costi per i test.
Il provvedimento innesca un meccanismo che inevitabilmente consegna al datore di lavoro dati sensibili (l’associazione dei “medici competenti” di medicina del lavoro ha già chiarito che non è loro intenzione farsi carico dei controlli).
In attesa dei necessari chiarimenti legali, che richiedono tempo e studio, non resta che attrezzarsi per resistere anche a questa prova (dopo 18 mesi di pandemia già alle spalle).
Il sindacato deve difendere tutti ed evitare discriminazioni.
Nel settore bancario e assicurativo non abbiamo ancora le linee guida di applicazione del decreto(l’incontro in ABI è previsto in data 30 settembre): in ogni caso è ragionevole non attendersi miglioramenti.
Proviamo a definire le “nostre” linee guida, che possano accompagnarci verso la fine dello stato di emergenza, senza arrecare ulteriori danni alla situazione già difficile dei lavoratori oggi.
Vedi allegato.
CUB-SALLCA
Dopo tre mesi di patemi e interrogativi, sembra avviarsi a conclusione la vicenda degli assegni di esodo 2016, su cui l’Agenzia delle Entrate aveva elaborato e richiesto una riliquidazione.
Molti dei colleghi coinvolti hanno pagato la prima rata in attesa di veder definita la questione, su cui il DecretoSostegni Bis recentemente approvato ha posto la parola fine.
Alleghiamo il volantino dei sindacati firmatari, che illustra le modalità con cui avverrà il rimborso, con allegato il modulo cartaceo da utilizzare da parte di coloro che non hanno possibilità di comunicare il proprio IBAN per via digitale.
Va detto però, ad onore del vero, che senza attendere l’iniziativa automatica dell’Agenzia delle Entrate (in partenza a settembre), alcune sue sedi territoriali stanno contattando i colleghi per fornire istruzioni diverse.
In questo caso viene riferito che l’importo pagato verrà rimborsato tramite una detrazione su imposte future, fornendo anche il codice tributo da utilizzare.
Viene spontaneo dedurne che forse conviene attendere, sperando che le nebbie si diradino e che si possa finalmente capire quale soluzione finale venga adottata. Torneremo in argomento, qualora si rendesse necessario…
CUB-SALLCA
Come ampiamente previsto, il Senato ha approvato in data 22 luglio il Decreto Sostegni Bis, che conteneva anche la norma interpretativa che consente di chiudere la vicenda degli assegni di esodo 2016.
Dopo tre mesi di patemi e dubbi interpretativi, si torna alla situazione precedente, che considera definitiva la tassazione separata applicata agli assegni al momento dell’erogazione.
Il trionfalismo del comunicato sindacale non può nascondere quello che è emerso con chiarezza nel dibattito sul tema (e che era già noto): non corrisponde al vero che l’ammortizzatore sociale di settore è privo di costi per lo stato. Alle banche (e alle poste) è stato accordato un trattamento fiscale di favore per favorire il ricambio occupazionale. Le banche l’hanno usato per ridurre l’occupazione, tagliando decine di migliaia di posti di lavoro. Sarebbe bene piuttosto fare rispettare l’accordo di sostituzione di un neo-assunto ogni due esodati, che non vede alcuna applicazione puntuale…
L’aspetto surreale è che ad un certo punto l’Agenzia delle Entrate ha deciso di chiedere ai lavoratori e alle lavoratrici interessate di restituire all’erario il risparmio fiscale di cui avevano goduto le banche: e i colleghi contribuenti non avevano neanche avuto la possibilità di fare valere in dichiarazione dei redditi le detrazioni e le deduzioni che spettano in regime ordinario!
La vicenda si avvia ad una conclusione positiva e si può ora richiedere la restituzione degli importi pagati in via precauzionale da chi ha scelto la rateizzazione degli importi o addirittura ha pagato tutto.
Alleghiamo il modulo per inoltrare all’Agenzia delle Entrate l’istanza di rimborso. Per ogni chiarimento si rendesse necessario, potete contattarci.
CUB-SALLCA
Dopo un mese di silenzio da parte di tutti i soggetti coinvolti, si è finalmente aperto uno spiraglio concreto nella vicenda relativa agli avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate, sulla riliquidazione degli assegni di esodo percepiti nel 2016.
Dapprima la risposta del governo all’interrogazione parlamentare dell’On. Cosimo Ferri apriva alla possibilità di ripristinare la situazione precedente, dicendosi il governo NON CONTRARIO ad una norma interpretativa che escludesse la riliquidazione.
Poi l’iniziativa di pressione di ABI e sindacati firmatari sul governo ha raggiunto l’obiettivo di far inserire la norma interpretativa nel provvedimento di conversione del Decreto Sostegni Bis: approvato in Commissione e votato dall’Aula alla Camera, si attende ora l’ultimo passaggio in Senato per approvazione definitiva.
Si va quindi verso una soluzione positiva, che si deve concludere con la cancellazione degli Avvisi Bonari dell’Agenzia delle Entrate e la restituzione dei pagamenti effettuati, precauzionalmente, dai colleghi che hanno aderito alla rateizzazione.
Restano molte perplessità su questo modo di lavorare da parte delle strutture istituzionalmente deputate alla applicazione delle leggi fiscali e alla produzione normativa, per non parlare della “riservatezza” di cui è stata circondata la trattativa tra le parti sociali ed il governo.
Per settimane i colleghi non hanno saputo nulla di quello che stava bollendo in pentola ed hanno subito un trattamento ingiusto e confuso, in balia degli effetti di una iniziativa carbonara, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi.
Continueremo a tenervi informati sugli sviluppi, convinti come siamo che solo la massima trasparenza può alla fine pagare.
CUB-SALLCA
Alla fine sono arrivato anch’io al traguardo atteso da molti.
In questi anni è diventata una costante, ogni qualvolta visitavo luoghi di lavoro, anche di banche diverse, sentirmi chiedere: “quando ci sarà un nuovo esodo”?
Se io non ho mai amato particolarmente il lavoro di banca (l’avevo scelto perché discretamente retribuito e con buoni orari, almeno una volta) mi faceva riflettere il fatto che questa voglia di fuga coinvolgesse colleghi che sapevo essere abbastanza legati al loro lavoro. Per alcuni era anche un elemento di realizzazione personale.
Eppure negli ultimi anni anche loro non ne potevano più.
Era il segnale di un degrado delle condizioni lavorative, che peraltro non coinvolge solo il nostro settore.
In questi giorni le cronache raccontano di storie che sembrano uscite dall’800, in particolare nel settore della logistica, fino alla tragica morte del sindacalista Adil, travolto da un camion che ha forzato un picchetto, con l’ipocrita corollario delle lacrime di coccodrillo di ministri, manager e sindacalisti “collaborativi”.
Da noi non vi sono storie così cruente, eppure il livello di sofferenza che si percepisce cresce ogni giorno di più.
Credo non ci si debba abituare all’idea di dover andare in ufficio con stati di ansia e di preoccupazione e che non si debba dare per scontato che sia normale lavorare in condizioni ambientali sempre più difficili.
Il senso di impotenza e rassegnazione individuale, che spesso ho riscontrato intorno a me, nasce dall’idea di essere soli nell’affrontare queste situazioni. Se questo, invece, si trasformasse in volontà collettiva di reagire, le cose potrebbero cambiare.
Però c’è un altro sentimento deleterio, che ho percepito in questi anni, che deve essere rimosso: l’idea che si possa stare alla finestra aspettando che qualche sindacato risolva magicamente i problemi.
Invece è necessario che ognuno di noi si impegni in prima persona, anche con una ragionevole esposizione personale e sempre supportato dal sostegno sindacale.
Spesso mi sono sentito dire dai colleghi: tu puoi permetterti comportamenti che a noi non sono consentiti.
E’ bene ricordare che il mio sindacato di base, la Cub Sallca, essendo non firmatario di contratto (non per nostra scelta unilaterale e a priori), di fatto per le aziende non esiste (almeno formalmente, perché poi, ogni tanto, troviamo il modo di ricordaglielo).
Ne consegue che nulla ci è stato regalato solo perché abbiamo un’etichetta sindacale che le aziende tendono a discriminare. E’ vero, invece, che esporsi, nei modi giusti e corretti, sempre nei limiti consentiti, è il modo migliore di conquistare tutela e rispetto.
La sigla Sallca sta per Sindacato Autorganizzato e promuove l’idea che i lavoratori in prima persona si organizzino e si facciano sindacato. Un’idea antica, ma mai così attuale come in questa fase storica.
Posso quindi concludere e salutare tutti/e ricordando che è legittimo attendere il proprio turno per l’esodo, ma non passivamente. Resto convinto che un’azione collettiva di resistenza (non resilienza) sia possibile e doverosa.