Archivio Intesa Sanpaolo - Page 21

INTESA SANPAOLO – ORARI ESTESI: INDIETRO NON SI TORNA!!! INFATTI SI VA A TENTONI, UN PO’ DI QUA, UN PO’ DI LA’…

timbratureNel febbraio 2013 iniziava l’avventura degli orari estesi in Intesa Sanpaolo, prima banca a “sperimentare” lo sbracamento degli orari di sportello, benevolmente concesso dai sindacati firmatutto con il contratto del 2012.

Fin dall’inizio, praticamente, si erano diffuse voci su una possibile, seppur parziale, marcia indietro. Dopo pochi mesi era “ufficioso” che tutte le direzioni regionali premessero per orari estesi ridimensionati dalle 8,30 alle 19,00. Ma dai “piani alti”, il verbo ufficiale era imperativo e categorico: “INDIETRO NON SI TORNA”!!!

Da tempo siamo abituati alle affermazioni perentorie dei  nostri vertici aziendali che durano lo spazio di un mattino.

Questa volta ci è voluto un po’ di più, ma la fermezza della posizione è stata davvero irremovibile: nel 2013 abbiamo avuto l’orario “estivo” per il mese di agosto con una parte delle filiali flexi che sono tornate temporaneamente all’orario tradizionale. Poi a luglio 2014 abbiamo avuto la chiusura delle casse alle 13,00 in un notevole numero di filiali. Ad agosto 2014 è stato ripetuto l’orario estivo per  altre filiali ancora.

Dal 19 gennaio 2015 l’apoteosi finale: oltre alle filiali con orario tradizionale, avremo le filiali flexi con tre orari diversi, 8,30-18,30 / 8,30-19,00 / 8,00-20,00 con casse che potranno chiudere alle 13,00, alle 16,00, alle 19,45.

Complimenti a chi ha avuto questa geniale pensata, anche se non raggiungerà le punte di sublime fantasia di UniCredit, che ha filiali con aperture orizzontali (solo al mattino), verticali (solo qualche giorno alla settimana) a scacchiera e via fantasticando.

Immaginiamo che la trovata sarà molto apprezzata da una clientela sempre più disorientata e smarrita. Oltretutto la data di questa ennesima variazione coincide con l’avvio del nuovo modello di filiale, sommando confusione a confusione, con i colloqui in corso dei vari direttori e le filiali, spesso, lasciate in una pericolosa condizione di vuoto di comando.

Possiamo, a questo punto, valutare appieno la bontà di uno dei pezzi forti dell’ultimo rinnovo contrattuale: un regalo alle aziende, che hanno dimostrato di saper utilizzare questo strumento di “flessibilità” in maniera dissennata, creando zero occupazione e tenendo, parimenti, in zero considerazione le esigenze dei lavoratori, tenuti a mettersi a disposizione delle volubili esigenze aziendali: ci sono colleghe part-time che hanno dovuto cambiare più volte orario di lavoro o luogo di lavoro o entrambi nel giro di due anni!!

Nel commentare l’ultimo giro di valzer sugli orari, i sindacati firmatari si sono quasi attribuiti il merito per questa decisione. Noi pensiamo che dovrebbero invece scusarsi con i lavoratori e fare autocritica.

La parziale retromarcia aziendale, da noi sempre auspicata, avviene nel modo peggiore, in modo confuso e disordinato.

Nella nostra piattaforma per il rinnovo del CCNL abbiamo chiesto di ridiscutere tutte le flessibilità e le deroghe concesse sugli orari, per ridefinire regole più restrittive. Invitiamo i colleghi a sollevare la questione nelle assemblee sul contratto perchè, ancora una volta, potremo dimostrare che il sindacato di base ha proposte da fare  e non teme il confronto.

 

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Gruppo Intesa Sanpaolo

INTESA SANPAOLO – LA CUB SALLCA SCRIVE AL CEO

Group of friends standing in a row against white backgroundDA CUB SALLCA INTESA SANPAOLO
La RSA Cub Sallca di Torino, dopo i volantinaggi alla clientela, ha deciso di scrivere ai vertici aziendali (in allegato) per denunciare le ricadute sulla rete filiali di una gestione gravemente carente che crea caos e stress lavorativo a causa di organici insufficienti, organizzazione approssimativa e pressioni commerciali.
Invitiamo i lavoratori e le lavoratrici delle altre aree a segnalarci o confermarci l’esistenza di problemi analoghi o specifici delle loro realtà. Fateci avere i vostri commenti e le vostre valutazioni.
A breve commenteremo anche le ultime novità sugli orari delle filiali flexi: ricordate la famosa frase “indietro non si torna”?

INTESA SANPAOLO – TARM, UN DISASTRO ANNUNCIATO (E VOLUTO)

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DA CUB SALLCA INTESA SANPAOLO

In estate avevamo volantinato alla clientela per denunciare le lunghe code ed i disservizi determinatisi nelle filiali con l’introduzione degli “orari estesi” con organici pressochè invariati.
Nel mese di novembre è stato avviato in alcune filiali il progetto di  sostituire delle postazioni di cassa con “bancomat evoluti”  (TARM).
La nostra RSA di Torino aveva chiesto alle funzioni aziendali di non procedere con questa operazione in prossimità del mese di dicembre, quando l’afflusso del pubblico aumenta per le festività natalizie e per il pagamento delle varie imposte.
Nessuno ci ha dato retta ed il risultato è che, se nella maggior parte delle filiali c’è grande ressa, nelle filiali 12 e 16, “beneficiarie” dell’esperimento, la situazione è catastrofica, con tempi di attesa fino a 3 ore e clienti imbufaliti che urlano e insultano gli incolpevoli lavoratori.
Abbiamo deciso di reagire organizzando volantinaggi alla clientela lunedi 15 dicembre e nei giorni a seguire per invitare l’utenza a non prendersela con i colleghi e per denunciare l’insipienza dei vertici aziendali.
    Code alla 12

Code infinite alla 12

    Code alla 16

Code infinite alla 16

 

UBI BANCA – SE ME LO DICEVI PRIMA !

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    Volantino

Situazioni al limite del paradosso in UBI Sistemi e Servizi. In una cornice di grave inasprimento generale delle politiche sociali e del lavoro e in concomitanza a delicate trattative sindacali, si consumano piccoli abusi giocati sul filo meschino delle parole dette e non dette, a scapito della buona fede e dello spirito di servizio che sempre hanno animato la stragrande maggioranza dei dipendenti di questa azienda.
Orbene, quando la Direzione Risorse Umane di UBI.S invia la convocazione relativa ad un corso di formazione da tenersi nelle consuete sedi usa queste parole testuali (corsivo e grassetto nostri): “è richiesta la Sua partecipazione all’intervento formativo previsto per il giorno XX mese YY p.v. dalle ore 08:45 alle 17:00 presso le aule pinco pallino … (omissis).
Ricordiamo che è obbligo del lavoratore partecipare ad un corso di formazione organizzato dal datore di lavoro: pertanto, è necessario avvisare la scrivente Direzione nel caso in cui siate impossibilitati a presenziare alla sessione indicata, per riprogrammare la partecipazione ad una sessione successiva – se disponibile“.
MA se il collega quel giorno è in riduzione di orario per solidarietà programmata stia ben attento ad obbedire!
E’ vero, i termini sono chiari e perentori: obbligo del lavoratore a partecipare ad un corso di formazione organizzato dal datore di lavoro dalle ore 08:45 alle 17:00.
Inoltre l’allegato n. 1 alla circolare di Gruppo n. 7 dell’8 gennaio 2014 prevede che la cancellazione delle giornate e delle ore di riduzione dell’attività lavorativa accordate “è ammessa nei soli casi di concomitanza con altra motivazione di assenza ritenuta prevalente, ed è riservata alle competenti strutture di Risorse Umane, a cui gli interessati (e/o i relativi Responsabili) dovranno rivolgere istanza ai fini della relativa valutazione e dell’eventuale sostituzione del giustificativo in procedura presenze/assenze”.
Il buon senso imporrebbe che l’obbligo di partecipare ad un corso organizzato dal datore di lavoro per l’intera giornata debba essere ritenuto ragionevolmente altra motivazione di assenza prevalente (dal proprio posto abituale di lavoro), e visto che la cancellazione della riduzione d’orario è in capo alle strutture di Risorse Umane, le stesse che hanno inviato la convocazione (perché il corso non è certo dovuto ad una iniziativa del dipendente), dovrebbe essere altrettanto ragionevole l’automatismo della cancellazione senza stimolo alcuno da parte del lavoratore.
Ebbene … NON E’ COSI’!
Interpellata a corso completato integralmente al fine di vedersi riconosciuta l’intera giornata di lavoro, questa è stata l’ineffabile replica di UBI.S Sviluppo Risorse (i grassetti sono nostri):

la cancellazione della riduzione orario è ammessa nei soli casi di concomitanza con altra motivazione di assenza ritenuta prevalente dalla nostra Direzione, non per una presenza non prevista. Pertanto, non è possibile procedere alla cancellazione. Come per i colleghi part time, Lei avrebbe potuto decidere di uscire prima della conclusione del corso, se nel dubbio ci avesse contattato prima avremmo potuto confermarLe quanto indicato in normativa.

In somma, la partecipazione negli orari indicati ad un corso OBBLIGATORIO, richiesto espressamente dalla Direzione Risorse Umane è ritenuta dalla stessa “PRESENZA NON PREVISTA”! E, ciliegina sulla torta, in barba a quanto disposto si è liberi di andarsene a metà giornata se si è part-time o in riduzione di orario.
A parte il fatto che in UBI.S si fa proprio fatica a trovare colleghi a tempo parziale che vengano convocati per corsi di formazione, ma, scusate … che razza di corsi organizza UBI, che si possono lasciare a metà? … Come uscire dal cinema alla fine del primo tempo: cioè capire poco o niente del film.
Ora giudicate VOI se non è una interpretazione della norma illogica, contraddittoria, che sminuisce l’importanza dei corsi di formazione riducendoli a poco più che una perdita di tempo, ad una incombenza senza capo né coda e, cosa ancor più grave, mina il rapporto di fiducia tra azienda e lavoratori, il tutto … per non pagare un pomeriggio?
Potrebbero almeno avvisare all’atto della convocazione invece di obbligare ad una cosa e pretenderne un’altra, approfittandosi dello spirito di abnegazione dei dipendenti e cavandosela con un “se me lo dicevi prima”, che fa tanto presa in giro quanto la canzone omonima di Jannacci.
Stentiamo a credere ad una tale caduta di stile da parte dell’Azienda, ma questi sono i fatti.
PASSATE PAROLA ai colleghi affinché sappiano e possano comportarsi di conseguenza …

UBI BANCA – OTTIME LE IDEE, PESSIMI I MODI

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Volantino

Volantino

Continuano ad arrivarci segnalazioni da parte di colleghi che vengono giornalmente e ossessivamente pungolati sulla questione Migrazione firme su tablet. Queste continue pressioni ansiogene, seppur volte a rendere concrete ottime iniziative che presentano positivi risvolti in tema di preservazione dell’ambiente, rischiano di configurarsi come eventi critici in materia di Stress Lavoro Correlato e minano il clima aziendale all’interno del quale il collega deve poter operare per ottemperare ai propri compiti. Tali compiti, per ciò che riguarda la firma su tablet, sono puntualmente indicati nella Circolare di Gruppo n. 295 del 27 maggio 2014 che qui brevemente riportiamo (sottolineature nostre):

“L’operatore di sportello ha il compito di proporre in via prioritaria al cliente l’adesione al contratto di Firma su Tablet qualora questi non abbia ancora aderito.
Ogni qualvolta il cliente, già firmatario dell’adesione, richiede di eseguire in filiale un’operazione di sportello, la firma su tablet gli deve essere proposta come default.
La Firma su Tablet deve poi anche essere proposta di default durante la fase di acquisizione di nuovi clienti e/o apertura di nuovi rapporti (di clienti non già aderenti): il gestore commerciale di relazione, qualora il Cliente accetti di aderire al servizio, in fase di censimento dovrà quindi raccogliere, fra le altre sottoscrizioni, anche l’adesione del Cliente al servizio Firma su Tablet”.

Come si può chiaramente evincere si parla SEMPRE di PROPOSTE al Cliente che non può evidentemente essere COSTRETTO ad aderire al servizio. La Circolare prevede inoltre che:

“Per supportare ciascuna filiale nel monitoraggio quotidiano dell’iniziativa, nella piattaforma InAction è stato predisposto un report dedicato alla Firma su Tablet con evidenza, giorno per giorno, dell’andamento della migrazione alla nuova operatività.”

Dovrebbe essere chiaro che è il monitoraggio ad essere quotidiano, non le esortazioni ad aumentare la performance, coadiuvate per di più da graduatorie comparative con altre filiali.

A questo proposito vogliamo ricordare alle Direzioni Territoriali particolarmente zelanti che esiste un Protocollo sul ‘Clima’ firmato in data 26/11/2010 dall’Azienda a seguito di incontri sindacali che hanno visto anche la partecipazione del Vertice del Gruppo UBI. In tale protocollo è esplicitamente fatto divieto di ricorrere alla divulgazione di graduatorie comparative nominative e tra filiali/unità operative. Eccone uno stralcio:

Rilevazione dei dati
La rilevazione dei dati e dei risultati commerciali sarà effettuata esclusivamente sulla base di standard predisposti ed approvati a livello centrale, evitando il ricorso a strumenti e modalità approntati ad hoc e non validati dalle preposte strutture, così come la divulgazione di graduatorie comparative nominative e tra filiali/unità operative ed evitando la compilazione manuale di report contenenti dati comunque reperibili all’interno del sistema informativo.

Si invita pertanto l’Azienda a voler intervenire con decisione al riguardo, in modo da riportare sotto controllo situazioni che, sommate al consueto livello di pressione e stress che si patisce in filiale, potrebbero raggiungere un alto livello di criticità, con spiacevoli ricadute sulla salute e l’equilibrio emotivo dei lavoratori ed inevitabili conseguenze a danno dei colleghi e dell’Azienda stessa.

C.U.B. – S.A.L.L.C.A. Gruppo UBI Banca

INTESA SANPAOLO – FONDO PENSIONI SANPAOLO IMI: C’E’ UNA SCADENZA IMPORTANTE

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Volantino

La seduta del 3 novembre del Consiglio d’Amministrazione del Fondo è stata particolarmente densa di avvenimenti ed alcune delibere sono meritevoli di attenzione. Una di queste ci pare particolarmente da sottolineare alla luce dell’andamento dell’economia e dei mercati finanziari.

Un primo elemento di novità è l’avvicendamento nell’importante ruolo di Direttore del Fondo: dal primo dicembre, Massimo Corsini sostituisce Paolo Chiumenti prossimo al pensionamento. Purtroppo si mantiene la deplorevole consuetudine che consente alla Banca di presentare al CdA per questo ruolo un candidato unico. Prendere o lasciare. Senza alcuna traccia, e neppure parvenza, di selezione. In condizioni normali, quelle stesse millantate in Azienda, una figura di questa importanza dovrebbe essere scelta dopo aver definito le caratteristiche, il profilo di un candidato. La Banca invece preferisce interpretare la norma, che prevede che sia la Banca stessa a proporre il nominativo del nuovo Direttore, come un “siccome pago, decido io” senza alcuna considerazione dell’impoverimento del ruolo del CdA, oggettivamente in difficoltà nello svolgere il ruolo di mero ratificatore di una scelta presa altrove e sulla base di criteri non noti. Qualcuno incomincia a considerare l’opportunità di non avvalersi più della “generosità” della Banca e far rientrare il costo del Direttore tra quelli sostenuti direttamente dal Fondo ripartendolo su tutti gli iscritti, se questo vuol dire rinunciare alla reale autonomia dell’ente previdenziale al quale affidiamo i nostri risparmi …

Sempre nella stessa seduta si è concluso il processo di selezione degli advisor del Fondo che d’ora in poi saranno due: si è realizzato quello sdoppiamento di compiti che auspicavamo da tempo. Dopo il fallito tentativo effettuato nella passata consiliatura,  è stata conclusa la selezione e sono stati deliberati i nuovi consulenti:  l’attività di consulenza finanziaria verrà affidata a MangustaRisk mentre a Prometeia resterà l’attività di monitoraggio.

Particolarmente interessante è tuttavia una delibera che riguarda il comparto GARANTITO, sul quale sono nel tempo confluite le risorse precedentemente investite nei comparti Gestione Residuale e Monetario. Le attuali condizioni, siglate a luglio 2012, prevedono che la gestione separata Pre.V.I. di Fideuram Vita offra un rendimento minimo garantito del 2,50%. A fine settembre il rendimento netto annuo è stato peraltro del 3,02%, 52 punti base oltre il minimo garantito. In seguito al calo dei tassi e applicando le disposizioni delle autorità di Vigilanza, a partire dal 1° gennaio 2015 il rendimento minimo garantito per i nuovi flussi che confluiranno nel comparto scenderà all’1,50%.

In seguito alla notifica della variazione contrattuale, il Fondo ha deliberato di aprire una finestra di switch straordinario dal 5 al 25 novembre 2014, per consentire sia il trasferimento dei montanti accumulati, sia di modificare la destinazione dei flussi contributivi futuri. Per chi deciderà di  destinare tutto o parte del proprio zainetto a questo comparto, sarà così possibile continuare ad avere il tasso minimo garantito del 2,50% su tutto il montante trasferito (che verrebbe spostato entro dicembre 2014) e mantenere l’attuale, più favorevole, tabella di base demografica. Le nuove condizioni si applicheranno solo alle somme che confluiranno sul comparto a partire da gennaio 2015. Per quanto ovvio, ricordiamo che dovrà poi trascorrere almeno un anno prima di poter effettuare il prossimo switch.

Ricordiamo infine che il comparto garantito prevede delle commissioni di caricamento, in funzione della durata prevista di permanenza nel Fondo (da un minimo dello 0,20% ad un massimo del 1,20%). Per gli switch e per i versamenti superiori a 10.000 euro tali oneri vengono ridotti del 50%. Per ogni ulteriore dettaglio è possibile consultare la circolare  e gli allegati (Prot. N. 5552/FP) presenti sul sito del Fondo www.fondopensionisanpaoloimi.it.

Sebbene la scelta del comparto sia libera e individuale, in base al proprio orizzonte temporale e alla propria propensione al rischio, rimarchiamo l’importanza di una riflessione approfondita sull’opportunità che si apre. Ad esempio, per coloro che ritengono possibile un periodo di maggiore volatilità dei mercati, trasferire anche solo parte del montante sul comparto Garantito consentirebbe di mantenere stabile il valore dell’investimento, qualora si preveda di chiedere anticipazioni o se si è prossimi al riscatto. In tal caso, i flussi potrebbero continuare ad andare su comparti che non richiedono costi di caricamento (ricordiamo che è possibile detenere sino a tre linee di investimento). La garanzia sul capitale e un rendimento minimo, sebbene al di sotto di quello degli altri comparti, è consigliabile anche a chi ritiene di intravedere possibili inversioni del mercato dopo ormai 3 anni di crescita, oppure per coloro che osservando lo stato dell’economia mondiale, con bassa crescita delle economie mature, rischi  di deflazione in Europa e rallentamento dei paesi emergenti, preferiscano consolidare quanto finora acquisito ed assumere una posizione maggiormente prudente.

Un’ulteriore novità da segnalare riguarda l’introduzione della possibilità, per chi va in pensione e richiede la prestazione, di mantenere investito presso il Fondo parte del capitale. Infatti l’ISVAP (l’ente di controllo dei Fondi Pensioni) si è espressa favorevolmente in tal senso anche se ha posto il vincolo della non frazionabilità  sul successivo utilizzo. Sono perciò allo studio le modalità operative per ottemperare a questa disposizione e si stanno anche approfondendo gli aspetti legati alla fiscalità: entro la fine dell’anno è previsto l’invio di una comunicazione specifica agli iscritti.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Intesa Sanpaolo

UBI BANCA – TA CECET E TA LOECET*

Volantino

Volantino

*Versione bergamasca del chiagn’ e fott’.

UBI Banca ha chiuso i primi nove mesi del 2014 con un utile netto di 149,8 milioni in aumento del 47% rispetto allo stesso periodo del 2013 (101,9 milioni). I proventi operativi sono saliti del 2,9% (oltre 71 milioni), grazie all’evoluzione dei ricavi core, vale a dire del margine di interesse (+6,6%, 84,9 milioni) e delle commissioni nette (+2,3%, 20,1 milioni).

Per quanto riguarda il contributo significativo del margine di interesse, esso è in gran parte dovuto alla buona evoluzione dei risultati dell’attività di intermediazione con la clientela, saliti di 45,6 milioni, a seguito dell’ulteriore miglioramento della forbice dei tassi, allargatasi di circa 20 punti base principalmente per effetto del significativo decremento del costo della raccolta.

Risulta leggermente inferiore il risultato della finanza (-18 milioni) per effetto del conseguimento, nel terzo trimestre del 2014, di risultati più fisiologici (-13,9 milioni) rispetto all’andamento straordinario rilevato nei trimestri precedenti, in gran parte legato al progressivo realizzo degli investimenti in titoli governativi effettuati durante la crisi finanziaria.

In calo del 2,5% (circa 41 milioni) gli oneri operativi, per un rapporto cost/income sceso al 61,1%. Il passaggio di crediti in bonis a crediti deteriorati è diminuito del -37,2%.

Al 30 settembre l’esposizione del Gruppo verso la BCE consiste in un ammontare di 12 miliardi di euro di LTRO, di cui 4 miliardi rimborsati tra inizio ottobre (1 miliardo) e il mese di novembre (3 miliardi).

Il Gruppo stima di aderire al TLTRO con circa 3 miliardi a dicembre 2014.

Insomma i provvedimenti di Draghi (diminuzione del tasso di sconto, LTRO e TLTRO) continuano a far bene alle banche ma a non farlo all’economia reale (date uno sguardo alle trimestrali del resto del settore).

Pur perdurando nel Paese una grave situazione (per la quale si esige una risposta politica coraggiosa in barba ai diktat europei), di fronte a risultati del genere diventa difficile assumere la diminuzione della redditività a giustificazione dei nuovi tagli al personale previsti per il Gruppo (1277 esuberi pari a 90 milioni di euro).

Così come la diminuzione dell’attività di sportello, l’incremento dell’utilizzo dei canali diretti e la chiusura degli sportelli (55 filiali, 59 minisportelli e 54 riqualificazioni da filiale a minisportello), sembrano più un riposizionamento strategico in vista di futuri e spintanei sviluppi che la risposta ad esigenze contingenti. Tanto che alcuni territori stanno promuovendo iniziative per evitare di perdere lo sportello bancario ed i servizi di pubblica utilità che, nolente, esso eroga.

E’ abbastanza chiaro come sull’onda della crisi si cerchi di aumentare il più possibile il saggio di profitto e da che mondo è mondo, laddove glielo si lasci fare, ciò viene attuato sulle spalle dei lavoratori.

La partita, come d’altra parte sul piano nazionale, prevede che ogni arretramento temporaneo diventi poi strutturale, così come le promesse di decine di migliaia di posti di lavoro ed il rientro di attività nel perimetro dell’area contrattuale si sono poi rivelate aria fritta: teniamolo bene a mente, colleghi.

Ora sta a noi decidere se c’è grasso che cola dalle nostre buste paga e contrattare l’ennesimo arretramento. Ora che i rendimenti dei fondi pensione sono tassati quasi il doppio (Legge di stabilità), ora che la pensione stessa è sempre più lontana (Riforma Fornero), ora che si rischia di finire (chi è nel Consorzio) nella “serie B” del contratto complementare (iniziativa ABI), ora che su proposta sindacale (sic!) si rischia il “Consorzione” o sulla falsa riga dei gruppi più grandi magari l’esternalizzazione. E allora sì: tanti saluti al contratto del credito, alla possibilità di scivolare  in pensione fino a 5 anni prima e benvenuti a cassa integrazione e licenziamenti …

I cambiamenti si vedono dalle piccole cose:

L’avete notata la casellina in testa al nuovo cedolino? Quella con scritto CCNL applicato? Forse non è più così scontato che lì ci sarà sempre scritto “Credito”.

 

C.U.B. – S.A.L.L.C.A. Gruppo UBI Banca

INTESA SANPAOLO – ACCELERA CON VIAGGIACONME

Volantino

Volantino

Chi ha superato i 50 anni ricorderà quelle calamite che si piazzavano sul cruscotto delle auto con la foto dei figli e con la scritta “non correre papà”.  Era un monito affettuoso il cui scopo era quello di evitare che i tanti papà al volante (le donne che lavoravano erano in minoranza e ancor di più quelle che guidavano) corressero dietro al loro lavoro rischiando, come spesso accadeva, la vita.

L’attuale management di Intesa Sanpaolo, evidentemente, ha meno di 50 anni, non ricorda quelle calamite.

Sarà per questa mancanza di memoria che ha inventato “accelera con ViaggiaConMe”. Una iniziativa valida da ottobre 2014 fino alla fine dell’anno. Per ogni polizza di questo tipo venduta i colleghi riceveranno 10 (DIECI) euro, purchè l’intera filiale di appartenenza abbia raggiunto almeno il 60% del budget assegnato. Il premio aumenta fino a 20 euro se la vendita “accelera” nel periodo considerato.

Una gara contro il tempo e contro i colleghi. Un po’ come i moderni centurioni all’esterno del Colosseo che si contendono i turisti per una foto. Chi più ne fa più soldi porta a casa.

Insomma nel 2015 (quasi) il gruppo Intesa Sanpaolo, all’avanguardia nel settore, ha riscoperto il cottimo. Nel caso di specie il “cottimo misto collettivo” che si ha quando il compenso costituisce una integrazione della retribuzione normale e la cui determinazione è valutata tenendo conto del rendimento di un gruppo di lavoratori. Fa sorridere, inoltre, la previsione normativa secondo la quale è prevista l’esclusione dall’erogazione del premio in caso di provvedimento disciplinare di sospensione dal servizio. Ovvero il collega “cattivo”, novello De Coubertin, parteciperebbe alla gara per puro spirito olimpico.

Speriamo che i colleghi tutti rinuncino sul nascere a questa elemosina da quattro soldi (è proprio il caso di dire) ed evitino ulteriori divisioni tra di loro. Non possiamo non sottolineare, infine, l’assoluto silenzio al riguardo delle organizzazioni sindacali firmatutto.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Gruppo Intesa Sanpaolo

INTESA SANPAOLO – OCCHIO ALLA PRIVACY

DA SEGRETERIA NAZIONALE CUBSALLCA

Un recente ritorno di fiamma aziendale per richiamare al rispetto delle norme introdotte dal Garante della privacy sta creando dubbi e timori tra i lavoratori.

In buona sostanza, il Garante sottolinea che ogni messaggio che interroga rapporti bancari (anche un banale estratto conto) ed assume informazioni deve essere finalizzato all’attività lavorativa e non a soddisfare mera curiosità (es. indagare sulla situazione patrimoniale di un personaggio famoso o di un conoscente).

Tutto questo richiede una certa attenzione da parte dei lavoratori, tanto più che l’azienda ha provveduto ad aumentare la carica ansiogena sul tema, ricordando che la mancata applicazione delle direttive può dare origine a sanzioni.

Su questo punto va chiarito che eventuali contestazioni disciplinari devono avere sempre un requisito fondamentale, cioè la tempestività. Non può quindi divenire oggetto di sanzione una richiesta aziendale di giustificare un messaggio di informativa effettuato mesi indietro.

Vale sempre la nostra indicazione, in caso di contestazioni, di non mettere mai nulla in forma scritta e di contattarci immediatamente.

Soprattutto si deve fare attenzione alle verifiche che vengono fatte dall’Audit prima che vengano formalizzate delle contestazioni.

In questi casi viene chiesto di firmare le dichiarazioni rese verbalmente o di metterle per scritto. Questa richiesta va rifiutata nel modo più assoluto, perchè potrà poi essere utilizzata per comminare sanzioni disciplinari.

Invitiamo i colleghi a rispondere alle domande dell’Audit solo verbalmente ed a rifiutare qualsiasi comunicazione scritta fino a quando non viene formalizzata un’eventuale procedura disciplinare, alla quale consigliamo di rispondere, entro 5 giorni, limitandosi a chiedere di essere sentiti con la presenza di un rappresentante sindacale, che può essere un rappresentante della CubSallca.

Recenti comunicati degli Uffici Controlli di Area hanno creato apprensioni rispetto all’effettuazione di Crif non sfociati in pratiche di finanziamento e rispetto a messaggi in circolarità su conti di altre filiali: In particolare è stato contestato l’uso del messaggio “prele” o “versa” per verificare la consistenza di conti su cui non sono state effettuate operazioni.

Rispetto al primo punto, ricordiamo che il Crif può essere effettuato solo dopo aver raccolto la firma di autorizzazione del cliente.

Rispetto alla circolarità, suggeriamo, di fronte a richieste verbali di clienti di altre filiali di verificare la loro situazione, di usare il messaggio “limov” per fare il saldo e di tenerne copia firmata dal cliente e fotocopia del documento.

Ma la casistica di operazioni “problematiche” è davvero smisurata.

Facciamo qualche esempio:

Un cliente presenta portafoglio o anticipo fatture. E’ ordinaria amministrazione controllare quanto possibile sui nominativi presentati per verificare che siano solvibili: messaggi afn1, nj00, ecam.

Un non cliente presenta una richiesta per credito personale. Si verifica l’esistenza in ecam della partita iva del datore di lavoro.

Un cliente viene per aprire un conto ma troviamo notizie negative in afn1 o ecam e decidiamo di non procedere. Se non schedato avrà firmato la privacy in fase di schedatura, ma se già schedato, invece, non abbiamo alcun documento che possa dimostrare che quel giorno era seduto davanti a noi. Non facciamo più i controlli pre-apertura!?

Troppo facile per l’azienda cercare di scaricare sui lavoratori ogni responsabilità e per questo abbiamo scritto direttamente al Ceo, Carlo Messina, per chiedere chiarezza e tutelare i colleghi.

In attesa di auspicabili risposte, in caso di contestazioni rimandiamo ai punti di cui sopra:non mettere mai nulla per scritto e contattarci immediatamente.

INTESA SANPAOLO – LECOIP: ALCUNE AVVERTENZE PRIMA DI DECIDERE

DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB-SALLCA
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Il 6 ottobre è partito in Intesa Sanpaolo il piano di azionariato diffuso, cui occorre dare adesione entro venerdì 17 ottobre (in ogni caso vale il silenzio-assenso). Dopo aver aderito al piano, si può accedere (entro il 31/10) anche al LECOIP, il programma  per assegnare, su base volontaria, azioni aggiuntive, data di scadenza aprile  2018, con la garanzia del capitale netto  e la possibilità di godere del 75% dell’apprezzamento del titolo,  in base alla media delle quotazioni di borsa rilevate mensilmente. Rimandiamo i dettagli tecnici alle numerose guide che i sindacati firmatari hanno predisposto per pubblicizzare, con più o meno enfasi, l’adesione al piano. Noi abbiamo scelto di mettere a disposizione degli iscritti la più “critica”(anche rispetto alla sua stessa sigla), quella della FALCRI  della Toscana, a nostro giudizio la più utile, pur non esaustiva. Ricordiamo anche che è possibile, entro il 15 novembre,  recedere da parte di chi ha già aderito.     (altro…)