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Intesa Sanpaolo premia i dipendenti: uno su mille ce la fa
Alcuni anni fa, quando Intesa era ancora Intesa, portammo come Cub-Sallca la banca in tribunale. Nel sistema incentivante del 2004 aveva esplicitamente scritto che il 25% dei dipendenti doveva vedersi assegnata una valutazione insufficiente, in modo da perdere il diritto al premio incentivante.
Il pretore ci diede ragione e ritenne inammissibile la disposizione aziendale, invitandola a ritirarla. Intesa fece buon viso e cattivo gioco, derubricando la direttiva a mera "indicazione statistica", in modo da guidare i direttori, con discreta ma insistente "persuasione morale", ad ottenere lo stesso risultato, lasciando a secco un buon quarto dei collaboratori.
Naturalmente il lupo perde il pelo, ma non il vizio, e visto che siamo in primavera, è ora di parlare nuovamente di premi e di incentivi. Entro giugno verrà distribuito il premio incentivante 2007. Il primo della nuova serie, quello unificato tra Intesa a Sanpaolo. Intanto è già in pista il sistema 2008, che si presenta proibitivo come il precedente.
PER IL SALARIO, LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO, I DIRITTI SINDACALI PER I LAVORATORI E PARI DIRITTI PER TUTTE LE ORGANIZZAZIONI, LA CONTINUITÀ DEL REDDITO E CONTRO LA PRECARIETA'
ASSEMBLEA NAZIONALE
indetta da Cub-Confederazione Cobas-Sdl intercategoriale
SABATO 17 MAGGIO 2008
P.zza 25 Aprile. MM 2 Garibaldi x C.so Como
8 maggio 2008
Signor Presidente e signori azionisti, desidero innanzitutto specificare che intervengo più che in qualità di azionista in qualità di presidente del Comitato costituitosi il 7 febbraio 2007 a tutela degli interessi degli iscritti al fondo pensioni della Cassa di Risparmio di Roma che attualmente conta più di 1350 aderenti. Prima di proseguire mi sembra opportuno fare un piccolo riassunto delle puntate precedenti a beneficio dei soci originari dell' Unicredito.
C'era una volta il fondo pensioni più ricco tra quelli di tutte le casse di risparmio, nel cui patrimonio si annoveravano alcuni dei palazzi di maggior pregio del centro di Roma, che fruiva della più alta percentuale contributiva e i suoi iscritti vivevano felici e contenti; ma un brutto anno, il 1982, assunse la direzione generale dell'istituto un uomo cattivo, ma tanto cattivo, che subito, nel bilancio dello stesso anno, fece sparire, dalle immobilizzazioni gli immobili assegnati al fondo pensioni, e dagli allegati lo stato dimostrante la situazione del Fondo, stato nel quale venivano elencati tutti i cespiti e che, come prevede il regolamento all'art.23, era sempre stato allegato al bilancio dell'istituto tutti gli anni sin dal lontano 1953, anno della sua costituzione.
Signor Presidente, signor Amm.re delegato, signori Consiglieri, signori Azionisti,
ascoltando le relazioni introduttive di questa assemblea ci pareva di assistere ad un film felliniano dove sogno e realtà si identificano e si confondono, dove tutto va bene, dove tutto è bello.
Non abbiamo sentito una sola parola su qualcosa che non andasse o non fosse andata nel verso giusto; a meno che non ci fossimo distratti, ripeto, non abbiamo udito la pur minima autocritica: tutto va bene, madama la marchesa!
Sorge spontanea a questo punto una domanda: come mai il mercato, di fronte a tale idilliaca situazione, non ci ha premiato in modo particolare, facendo schizzare il valore del titolo alle stelle? Gli operatori economici sono tutti incompetenti? Sono proprio tutti degli incapaci?
Noi crediamo che, in questa discussione, si debba tornare alla realtà come già hanno tentato di fare quasi tutti coloro che sono intervenuti in precedenza.
Tenuto conto di quanto già esposto nei discorsi che ho fatto nelle precedenti assemblee, oggi, cercherò di essere il più conciso possibile in modo da poter esporre, senza dilatare i tempi previsti, le preoccupazioni che viviamo sia come dipendenti, sia come piccoli azionisti, sia ancora come ex dipendenti di Capitalia e, tra questi ultimi, come ex dipendenti della CRR, tra tutti i più sfigati.
Anche dopo l'abbandono del nostro istituto da parte di Geronzi, massimo responsabile di questa situazione, continua la logica del pensiero prepotente: DOPO 13 ANNI di irregolarità, di discriminazioni, di false promesse, di rinvii e di connivenze, i soldi sottratti dalle nostre tasche, da parte dei banchieri, hanno raggiunto quota 600 MILIONI DI EURO !
Con la costituzione del Comitato abbiamo fatto appena in tempo ad organizzarci pri-ma che tutto venisse definitivamente insabbiato dai potenti dei vari versanti, adesso, anche con il sostegno della Cub-Sallca, per far si che tutte le iniziative che abbiamo avviato producano l'affermazione dei nostri diritti, dobbiamo sferrare l'attacco definitivo partecipando compatti, tutti quanti, nessuno escluso, tutti uniti alle iniziative dell'8 maggio:
- ore 9 manifestazione e presidio a viale Tupini
- ore 10,30 interventi all'assemblea degli azionisti UniCredit
- ore 15 manifestazione, con delegazione, sotto la sede della COVIP (via Arcione, 71 all'uscita del Traforo, lato via del Tritone)
Con la sigla dell'Accordo del 04/04/2008 tra Carige e i Sindacati Tradizionali aziendali si chiude un primo ciclo della vicenda che ha visto la cessione di 198 sportelli del gruppo Intesasanpaolo per disposizione dell'Antitrust (di cui 78 ceduti a Carige).
Come premessa, non possiamo che evidenziare come, sin dall'inizio delle trattative, siano state escluse le più elementari forme di democrazia (ovvero la convocazione di assemblee dei lavoratori per la costruzione di una piattaforma condivisa e votata).
Non possiamo inoltre che sottolineare come nelle trattative non siano mai state presenti né la richiesta della volontarietà del lavoratore alla cessione (diritto d'opzione), nè il tentativo di ottenere tutele occupazionali in capo al cedente e neppure una richiesta di indennizzo per il disagio che stanno vivendo i colleghi coinvolti nella cessione (queste richieste erano state formulate dai colleghi durante le Assemblee promosse dalla CUB Sallca).
Consiglio di Amministrazione – Quadri Direttivi e Aree Professionali | ||
5 | REY CINZIA (titolare) |
PICCININO AMALIA (supplente) |
E NESSUNA PREFERENZA AL BLOCCO (PER QUANTO MONCO),
ESPRESSIONE DI QUEI SINDACATI CHE COSI' BENE CI STANNO RAPPRESENTANDO.
E non ai giudici, come recita il novello Ponzio Pilato, al secolo Sergio Bui, perché anche i giudici vanno opportunamente sensibilizzati e pressati e, soprattutto, non si fanno armistizi con il nemico. Ed intanto arrivano le prime risposte agli interrogativi che avevamo posto sul ns. Fondo Pensioni.
Nel primo bilancio targato UniCredit la voce che dovrebbe rappresentare il patrimonio del nostro fondo è ancora diminuita!
Anche la dirigenza capitanata da PROFUMO si è allineata alle direttive del GRAN MAESTRO, alla faccia dei principi enunciati nella tanto sbandierata carta d'integrità.
Le nove organizzazioni sindacali, a servizio di questa casta padronale, in risposta alla nostra richiesta di unire le forze in occasione delle iniziative dell'8 maggio, si sono rifiutate di colla-borare e di partecipare, ammettendo così indirettamente che nulla intendono fare per contestare questa nuova dirigenza, di fronte alla quale continueranno ad esibirsi nel loro consueto "coro a bocche chiuse". (altro…)
La commedia del Fondo Esuberi in Intesa Sanpaolo viene seguita col fiato sospeso dai colleghi che agognano di "scivolare" e con perplessità dagli sventurati che devono rimanere in un'azienda sempre più allo sfascio.
In particolare, molti fanno fatica a capire perché prima l'azienda ha dichiarato che circa 2.000 adesioni al Fondo erano di troppo e, subito dopo, proclamato 2.500 esuberi.
Già il nostro precedente volantino (Fondo Esuberi: sia fatta la volontà dell'azienda) evidenziava l'errore iniziale di aver lasciato mani libere all'azienda nella gestione delle uscite. Garantiti volontarietà, incentivi ed una manciata di assunzioni, i sindacati firmatari dichiaravano di aver siglato dei grandi accordi, incuranti delle conseguenze di un pesante taglio degli organici in assenza dell'integrazione delle due banche e senza aver ancora avviato processi di migrazione.
Oggi sul Fondo Esuberi si gioca una partita delicata, i cui termini sfuggono ai lavoratori, ma che possono avere conseguenze rilevanti.
La recente migrazione delle filiali cedute da Intesa Sanpaolo a Cariparma ha determinato ulteriori criticità per la situazione lavorativa dei punti operativi in oggetto.
Le nuove procedure hanno rappresentato, in realtà, un netto arretramento dal punto di vista tecnologico ed operativo: allungamento dei tempi di quadratura, lungaggini burocratiche, macchinosità varie.
Ne hanno fatto le spese i colleghi, ma anche i clienti, che si ritrovano di fronte a disservizi quotidiani, accompagnati da aumenti di costi per molte operazioni (dalle carte alle cassette di sicurezza).
Incomprensibile è il ricorso all'uso dell'assegno bancario o circolare (emesso per se stessi e poi cambiato) per prelievi sopra 1.550 Euro. L'apertura di una nuova cassetta di sicurezza rappresenta un'autentica sciagura visti i tempi e le operazioni necessarie per farlo. Il sistema delle domiciliazioni ed autorizzazioni continuative è andato in crisi. (altro…)