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CUB SALLCA E A.D.C.U. DI NUOVO IN PIAZZA PER LA CAUSA DI ENRICO CECI IN APPELLO

MARTEDI 18 MARZO, ORE 10, BOLOGNA, PIAZZA DEI TRIBUNALI

Siamo giunti all'ennesima manifestazione per chiedere giustizia per Enrico Ceci, dipendente di Banco Desio che aveva denunciato agli organi superiori della banca l'esistenza di pratiche illecite, con "buchi" nelle procedure antiriciclaggio e aiuti a clienti che intendevano evadere il fisco e portare illegalmente i propri soldi all'estero.

In tutta risposta la banca lo ha licenziato con motivazioni pretestuose.

Che le motivazioni siano pretestuose non lo diciamo noi, ma la stessa magistratura: è notizia del 24 gennaio scorso che il Gruppo Banco Desio ha patteggiato una sanzione di 1 milione e 200 mila euro al Tribunale di Roma.
Qualche mese prima, nel marzo 2013, Banca d'Italia aveva già sanzionato i vertici di Banco Desio per 360 mila euro a fronte di carenze nell'organizzazione, nella governance e nei controlli interni antiriciclaggio.

La vicenda ha trovato ampio riscontro nelle cronache giornalistiche, vista l'ormai sterminata pubblicistica sul caso che è andato in onda anche sulla trasmissione REPORT e sulla TV tedesca RTL.
Ora ci aspettiamo che  alla Corte d'Appello di Bologna venga finalmente fatta giustizia e che si  affermi una verità ampiamente riconosciuta in altre sedi.

CHIEDIAMO GIUSTIZIA LA CHIEDONO TUTTI I CITTADINI ONESTI

CARIGE – URAGANO IN ARRIVO, MA IL SISTEMA E’ LO STESSO

Siamo tutti in trepidante attesa dell’annunciato piano industriale che partirà da due certezze: i top manager, che hanno portato il gruppo Carige ai risultati che purtroppo conosciamo, non saranno chiamati a rispondere del loro operato (salvo provvidenziali interventi della magistratura), mentre a pagare per risollevare i conti saranno solo i lavoratori. Non c’è bisogno di essere indovini per sapere cosa conterrà il “pacco regalo” che stanno preparando ai nostri danni: (altro…)

PRESENTAZIONE DELLA PIATTAFORMA PER IL RINNOVO DEL CCNL DEL SETTORE DEL CREDITO

Invitiamo tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori delle banche a partecipare alla discussione e contribuire alla costruzione delle proposte da presentare.

ASSEMBLEA Roma
giovedì 27 marzo ore 17.30
presso la sede CUB – Via Ponzio Cominio 56
(nella locandina sono inserite le indicazioni per raggiungerla)
ASSEMBLEA torinese
mercoledì 12 marzo ore 18
presso il Centro Studi Sereno Regis
in via Garibaldi 13 (ingresso cortile)

ASSEMBLEA milanese
mercoledì 12 marzo ore 17,30-19,30
presso la sede Cub Viale Lombardia 20
(attraversare  il cortile e salire al 2° piano)

CARE DONNE CI STANNO FACENDO LA FESTA!!!

DA SEGRETERIANAZIONALE CUB-SALLCA

L'8 marzo non è una ricorrenza rituale, ma la commemorazione storica di un evento tragico. L'incendio di uno stabilimento operaio dove trovarono la morte decine di donne non è solo un residuo del passato, ma una realtà che grida vendetta nella cronaca quotidiana della modernità.
Questo non solo nei lontani paesi "emergenti", ma anche in "casa nostra" (come dimostra il recente episodio di Prato).
Riflettere sulla condizione femminile e sui problemi affrontati ogni giorno dalle donne che lavorano è un esercizio da praticare sempre, non solo in uno specifico giorno di marzo.
Buona lettura.


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INTESA SANPAOLO – FONDO SANITARIO DI GRUPPO. FINALMENTE SI VOTA … MA CHI?

Tutti ricorderanno (almeno speriamo) come la nascita del nuovo Fondo Sanitario di Gruppo fu accompagnata da uno di quegli scippi (sospensioni) di democrazia che tanto piacciono all'azienda ed ai sindacati concertativi, che si autoassegnano così il ruolo di unici rappresentanti del bene delle lavoratrici e dei lavoratori della banca.

Gli organi amministrativi delle preesistenti casse, regolarmente eletti dai lavoratori, furono svuotati di funzioni e soppressi d'imperio e pletore di funzionari aziendali e dirigenti sindacali di primo livello si assunsero il gravoso compito di gestire il Fondo per i primi tre anni (e più).

Poco importa che una componente del Consiglio Direttivo della Cassa di Assistenza Sanpaolo fosse stata eletta con l'appoggio del sindacato di base e non si riconoscesse in quegli accordi (fu l'unica infatti a votare contro). ABOLITA. Poco importa che la Cassa Intesa, in caso di scioglimento, prevedesse un referendum tra gli iscritti. MAI FATTO (e le cause legali sono ancora aperte). Insomma, un vero scandalo (che oggi, per molti aspetti, si sta ripetendo per il nuovo Circolo Ricreativo).

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UNICREDIT – UBIS: FA E DISFA L’È TUTT UN LAURÀ

"Fa' e disfa' l'è tutt un laurà", si dice a Milano. Ed Unicredit, che nell'operosa Milano ha il suo cuore pulsante, non può essere certo da meno.  In particolare c'è una società del Gruppo che di questo detto ne ha fatto il proprio motto.

Il palazzo di Lampugnano, storica sede di Ubis, è infatti in continuo fermento. Non ci si ferma mai. I lavori sono all'ordine del  giorno, e la "transumanza" dei colleghi da un piano all'altro, o da uno stabile all'altro sono continui, con i relativi disagi e….costi.

Ma quanto costerà tutto ciò alle casse del Gruppo? 

L'imminente nuovo piano industriale ci dirà che soldi non ce ne sono e che il taglio dei costi dovrà raddoppiare rispetto al precedente; ciò nonostante i lavori nella sede di Ubis non si fermano. In fondo basta usare la parolina magica: investimento per taglio costi.
 
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BANCAROTTA – FEBBRAIO 2014

DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA

Nei giorni passati le vicende legate alla rivalutazione delle quote di Banca d'Italia erano state al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica.
Il consueto polverone mediatico aveva provveduto a spostare l'attenzione sulle risse parlamentari più che sul merito delle questioni.
Noi riteniamo che, sia nel caso di Banca d'Italia, sia nel caso della parziale privatizzazione di Poste Italiane, ci si trovi di fronte ad un'appropriazione indebita di beni collettivi.
Nel nuovo numero di Bancarotta proviamo a spiegare perchè.

FONDO PER L’OCCUPAZIONE (FOC): DI COSA STIAMO PARLANDO?

In queste settimane abbiamo letto sulla stampa nazionale numerosi articoli dai toni trionfalistici in merito alla costituzione del Fondo per l'occupazione nel settore del credito.

Siamo basiti di fronte a tanto entusiasmo ed euforia manifestata da numerosi sindacalisti firmatari che si sono auto incensati e si sono definiti grandi visionari, che hanno saputo vincere la battaglia della crisi e della disoccupazione giovanile (peccato che poi le banche italiane, come Unicredit, per i servizi di back office assumano all'estero).

Ma sarà veramente così? Noi abbiamo più di un dubbio, e forse un po' di cautela da parte dei sindacati firmatari sarebbe stata più opportuna, almeno fino alla comunicazione dei dati certificati.

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BNL PARIBAS – IL PIANO “INCLINATO” ITALIA

La Direzione ha obiettivi minimi…i Sindacati ancor meno.

La peggiore novità, cari colleghi, è che non c'è alcuna novità nelle "strategie" delle due parti (Direzione Aziendale e Sindacati "riconosciuti") che si accingono a confrontarsi sul Piano Italia.
Dal 2006 si sono succedute continue "riorganizzazioni aziendali" (2006/2008 e 2009/2011, con "correzioni" annuali) tutte condivise con i sindacati e che hanno portato come risultato rilevante, cifre alla mano, alla riduzione di 20 punti percentuali del rapporto costi/ricavi e niente di più.

Tale risultato, "poderoso" sul breve termine per gli azionisti e per il Management, è invece terribilmente doloroso per i lavoratori (e indirettamente anche per la clientela), tanto più se consideriamo che se i ricavi sono diminuiti in modo significativo, il loro miglioramento nel rapporto" cost/income" testimonia un "feroce" taglio dei costi, in primis quello del personale.

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BNL – FATTI E (MIS)FATTI!

Le lavoratrici e i lavoratori della BNL sono capaci di generare maggiori ricavi in rapporto ai costi (cost/income 2013 54,6%), rispetto ai loro colleghi di BNPP Retail France (cost/income 2013 65,2%) e a quelli di Retail Banking Belgio (cost/income 2013 73%), per cui, cari manager (cari nel senso dei costi), non rompete con la "storia" dell'anello debole italiano! In rapporto ai ricavi, purtroppo, costiamo il 10,6% in meno dei francesi e addirittura il 18,4% in meno dei belgi!

La continuità contrattuale (CCNL Credito), il mantenimento della new company/Consorzio nel Gruppo BNL e la clausola di salvaguardia per il rientro in BNL (in caso di cessazione/modifica dell'attività del Consorzio) sono importanti ma non sono in discussione (almeno i primi due aspetti), ciò che deve essere ben chiarito è il vero perimetro della strategia padronale non solo sul Consorzio Italiano (2400 provenienti da BNL e da altre 8 aziende italiane del Gruppo BNP Paribas) ma sull'intero "Piano Italia". Fermarsi ai "tre paletti" è clamorosamente sbagliato e pericoloso!
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