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DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA
Vi invitiamo alla lettura del seguente comunicato, che dovrebbe preoccuparci tutti come cittadini e come contribuenti.
Il tribunale di Torino ha condannato tre noTav (Alberto Perino, storico portavoce del movimento, Loredana Bellone, sindaco di San Didero e Giorgio Vair, vicesindaco) a pagare 214.000 euro di danni a LTF (società che commissionò i sondaggi geognostici e sta lavorando a Chiomonte). Avrebbero impedito l'esecuzione del sondaggio geognostico S68 all'autoporto di Susa il 12 Gennaio 2010.
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Il dibattito politico di questo agosto sembra centrato sulla proposta di reintroduzione delle gabbie salariali fatta dalla Lega Nord e rilanciata (salvo successiva rapida smentita) da Berlusconi. È probabile che in realtà si tratti solo dell'ennesima sortita demagogica di Bossi a beneficio delle mandrie padane (con tanto di corna sull'elmo) non più seria e concretizzabile dell'introduzione nella scuola dell'insegnamento dei dialetti (quali? nella stessa "Padania" ce ne sono a volte decine in una sola regione…) o della trasmissione di fiction televisive in dialetto (quale? idem…).
Il pericolo quindi non è tanto nella strampalata proposta di Bossi e Calderoni, ma nelle risposte che ha avuto. Certo, tutte o quasi negative, dai sindacati alla Confindustria (ugualmente inorriditi dalla possibilità che una norma contrattuale possa essere fissata per legge), da gran parte della maggioranza e dalla totalità della cosiddetta opposizione, ma con argomenti tali che tra gli stessi lavoratori si è creata una notevole confusione.
Firmate, fate firmare, inoltrate e stampate questa lettera di Alex Zanotelli.
beni_comuni@libero.it
Napoli, 19 novembre 2009
"MALEDETTI VOI….!"
Non posso usare altra espressione per coloro che hanno votato per la privatizzazione dell'acqua , che quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca, nei confronti dei ricchi :" Maledetti voi ricchi….!"
In Francia l'ira dei clienti colpiti dalla crisi ricade sui lavoratori.
L'Associazione Bancaria Francese fa outing ed ammette che sono sempre più numerosi i tentativi di suicidio denunciati al Comitato di Igiene, di Sicurezza e delle condizioni di lavoro (Chsct, del 1982 ente obbligatorio in tutte le imprese con più di 50 dipendenti).
L'articolo di Anna Maria Merlo sul Manifesto del 10 maggio scorso.
Il 6 dicembre di un anno fa un rogo sprigionatosi all'interno dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino faceva strage di 7 operai. Sette vite bruciate e sette famiglie lasciate nella disperazione.
Forte fu la commozione e l'eco in tutto il Paese. Le massime autorità dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica Napolitano, dichiararono che avrebbero fatto l'impossibile affinché stragi come quella di Torino non fossero più avvenute.
Spenti pian piano i riflettori dei mass-media, la questione della sicurezza sul lavoro è sparita dall'agenda politica di governi e parlamenti, sostituita da quella – montata ad arte – della "sicurezza" nelle città, della psicosi dell'immigrato stupratore, rapinatore, pirata della strada o altro, dimenticando che secondo studi della stessa UE, le città italiane sono le più "sicure" d'Europa… (altro…)
In questi mesi si sono susseguite centinaia di dichiarazioni di Governo, Ministri, Virano, Sindaci e politici di ogni grado, a cui televisioni e giornali hanno dato ampio spazio. Tutti hanno qualcosa da dire sulla Torino-Lione e tutti sostengono che in Val di Susa (e non solo) la popolazione non è più contraria alla costruzione di una nuova linea ferroviaria.
Non dobbiamo cedere a una campagna mediatica creata ad arte per avvilire i NO TAV.
Noi sappiamo bene che le proteste della popolazione continuano e non vengono ascoltate.
Le tante ragioni del NO TAV non sono mutate in questi anni e nessuno le ha ancora smentire.
Deve essere chiaro a tutti, a partire dagli Enti Locali fino alla Comunità Europea, che dal 2005 non è cambiato nulla e che contrasteremo come allora ogni tentativo di sondaggio o inizio lavori.
Questa è un'occasione in cui non è possibile delegare. Ognuno deve fare la propria parte, non solo partecipando al Corteo NO TAV, ma anche divulgando l'iniziativa e spiegandone le ragioni.
Il 14 febbraio 2007 i deputati Burgio, Zipponi, Pagliarini, Ferrara, Rocchi, Provera, De Cristofaro hanno presentato una proposta di legge per la modifica all'articolo 2112 del codice civile in materia di mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d'azienda o di ramo d'azienda che in sostanza renderebbe obbligatorio il consenso del lavoratore in caso di trasferimento di ramo d'azienda.
L'appello per una rapida approvazione della proposta di legge 2261 è un'iniziativa del combattivo Giorgio Zanutto, RLS di Falcri Carive.
Come Segreteria Sallca abbiamo deciso non solo di sottoscrivere l'appello ma di rilanciarlo in categoria sull'intero territorio nazionale, raccogliendo in breve tempo il maggior numero possibile di adesioni.
TI CHIEDIAMO PERTANTO DI ADERIRE ALL'APPELLO, MANDANDOCI UN OK VIA MAIL O COMUNICANDOLO PERSONALMENTE AI CONSUETI RIFERIMENTI DEL SALLCA.
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Vi inviamo la lettera pubblica che i lavoratori di VODAFONE di NAPOLI hanno inviato al Presidente della Repubblica venerdì scorso in occasione dello sciopero nazionale del Gruppo e della manifestazione di Roma.
Caro Presidente mi dimetto da cittadino italiano
(Lettera aperta al presidente della repubblica)
Caro Presidente mi dimetto da cittadino italiano, da figlio ripudiato di questa italietta in cui i potenti sono sempre piu` potenti, e se provi a ribellarti hanno pure tutte le leggi dalla loro parte per metterti il bavaglio.Io dipendente dell'azienda Vodafone assieme ad altri 913 avevamo un contratto a tempo indeterminato, lo avevamo fino allo scorso 17settembre, quando l'amministratore delegato dell'azienda ha annunciato la cessione a Comdata e sue CONTROLLATE del settore nel quale lavoriamo, si sono tranquillamente venduti un settore assieme alle nostre 914 vite, assieme alle nostre 914 famiglie. (altro…)
L'Attenzione sul rischio rapina e sulle problematiche inerenti la salute sul luogo di lavoro è sempre viva e presente nel nostro mandato di R.L.S., pertanto facciamo una sintesi della situazione.
Come Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza abbiamo seguito l'introduzione del rischio rapina nel documento di valutazione dei rischi che, ai sensi del D.Lgs.626/94, l'azienda è obbligata a elaborare.
La redazione del documento suddetto, elaborato esclusivamente dall'azienda, ha semplicemente tenuto conto di un protocollo di intesa con le prefetture interessate mirato all'adozione di alcuni apprestamenti nei vari punti operativi.
La nostra contrarietà manifestata da sempre sull'evoluzione del documento in questione è dovuta al fatto che un protocollo di intesa non può da solo costituire una valutazione del rischio così come dettato dalla normativa vigente. Riteniamo che manchi la nostra collaborazione e partecipazione, da sempre richiesta, affinché vengano adottati criteri che valutino il rischio rapina di ogni singolo punto operativo e non l'adozione di uno standard di precauzioni oltretutto difficile da adottare, in talune realtà, per questioni ambientali e di personale mancante. (altro…)