Archivio Fusione Sanpaolo Intesa - Page 4

CRONACHE DALLA SUPERBANCA: BOLLETTINO N. 2

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LE PROVOCAZIONI CONTINUANO

Assistiamo ad un quotidiano stillicidio di notizie inquietanti.

I colleghi hanno appreso dal sito del Circolo Ricreativo Sanpaolo che, dal 30 gennaio, sono sospesi rimborsi e contributi, in ottemperanza alla lettera ricevuta dalla Direzione Personale e Organizzazione, che impone di "sospendere al momento le iniziative comportanti oneri", in attesa di conoscere l'importo del contributo annuale. E' molto grave che la nuova banca riconosca l'ultrattività del contratto integrativo Sanpaolo e poi agisca in modo unilaterale su una serie di problemi, come quello del Circolo.
Grave è anche il fatto che Green Village, abituale fonte di informazione per i colleghi, non riporti la notizia. Siamo alla censura dei nuovi padroni?

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Assunzioni dinastiche

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SINDACATI MODERNI E RETAGGI MEDIEVALI. 

Ha fatto un certo scalpore la notizia, apparsa su diversi mezzi d'informazione, della "corsia preferenziale" per le assunzioni dei figli dei dipendenti di Intesa e Sanpaolo che accettano di andare in pensione o nel Fondo esuberi.

Abbiamo letto con notevole stupore il comunicato della Fisac-Cgil, che intendeva precisare e smentire la notizia, ma ha finito per essere un imbarazzato tentativo di giustificarsi dopo essere stati colti sul fatto.

Secondo il comunicato, grazie allo scambio di lettere contestuale all'accordo sul Fondo, si sarebbe superata la norma, che, finora, impediva, in Banca Intesa, la possibilità ai figli dei dipendenti di accedere ad una selezione di personale.

Fin qua tutto bene: saremmo i primi a chiedere il superamento di un divieto del tutto immotivato, anche se qualche dubbio su questo successo ci viene, poichè l'accordo consente la partecipazione dei figli alla selezione "in via del tutto eccezionale". Quindi la vecchia regola è stata solo derogata, ma rimane per il futuro? (altro…)

INTESA-SANPAOLO: ULTIMA ORA 4

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Una brutta partenza, all'insegna del "si salvi chi può"

Da quando la notizia della fusione Intesa-Sanpaolo è uscita sui mezzi d'informazione, i lavoratori delle due banche hanno vissuto in uno stato di perenne incertezza, in balia di voci e di notizie provenienti, per lo più, dai mezzi di stampa .

In questa fase, la Cub-Sallca ha cercato di sopperire all'assoluta carenza di informazioni, comunicando tempestivamente ai lavoratori le notizie di cui veniva in possesso. La frequente citazione della nostra sigla su vari mezzi di stampa è stata la conseguenza del fatto che i nostri comunicati erano, in pratica, gli unici disponibili.

Da quando uscimmo con un commento critico sulla notizia della fusione, la sequenza degli avvenimenti ha, purtroppo, confermato il materializzarsi di molte nostre preoccupazioni.

Il primo fatto grave è stata la cessione degli (iniziali) 193 sportelli di Banca Intesa, insieme a Cariparma e Friuladria, a Credit Agricole.

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FUSIONE: PRIMA VITTIMA, LA VERITA???

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La fusione tra Intesa e Sanpaolo, che si vota oggi nell'assemblea degli azionisti, non ha una valenza industriale chiara e definita, ma nasce dal tentativo di sottrarsi a scalate ostili da parte di banche estere e dalla pressione per il contenimento dei costi. In un sistema finanziario sempre più competitivo e in un mercato maturo, privo di spinta espansiva, si persegue la ricerca esasperata del guadagno di breve periodo soltanto comprimendo le spese. Per salvaguardare gli attuali stellari livelli di profitto occorre realizzare rilevanti economie di scala, attraverso tagli occupazionali, risparmi sugli acquisti e innovazioni organizzative mirate alla razionalizzazione delle strutture.

Il processo che si va delineando prevede forti ricadute negative sui lavoratori, i consumatori ed i territori che ospitano le strutture di direzione centrale ed i poli tecnologici delle due banche che si fondono.

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INTESA-SANPAOLO

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IL MERCATO APPLAUDE, IN TANTI SI PREPARANO AD INCASSARE.

CHI PAGHERA' IL CONTO?

COMINCIAMO A PARLARE DI TUTELA E DIRITTI DEL LAVORO.

Ad un mese dall'annuncio dell'operazione di fusione, ci sembra importante ed urgente cominciare ad aprire una discussione approfondita sugli aspetti meno appariscenti dell'aggregazione e provare ad esaminare, in termini meno generici, le sue ricadute sindacali.

La formazione di un campione nazionale che si colloca ai primi posti dell'eurozona è la diretta risposta alla nuova linea della Banca d'Italia di Mario Draghi, tesa a frenare l'assalto delle banche estere non più attraverso barriere autorizzative, ma tramite processi di aggregazione volontaria tra le banche medio-grandi. La fusione segna anche un punto a favore della finanza "cattolica" e, più in specifico, rafforza il radicamento economico-finanziario della componente governativa che possiamo definire "prodiana". E' la parte moderata del centro-sinistra, quella che assume in contemporanea un atteggiamento interventista e pervasivo anche nel caso Telecom, per difendere l'italianità di Tim e in generale delle aziende a contenuto "strategico", a partire dalle reti infrastrutturali (energia, gas, telecomunicazioni, autostrade).

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INTESA-SANPAOLO: ULTIMA ORA 3

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Mano a mano che procede il percorso verso l'integrazione tra le due banche, risultano confermate le perplessità e le preoccupazioni da noi espresse sin dal primo momento. La fusione tra pari si rivela ogni giorno di più un'acquisizione del Sanpaolo da parte di Intesa, con indubbi pericoli per l'occupazione nel torinese, ma soprattutto con gravi conseguenze sul piano della gestione del personale, che sappiamo essere, in Intesa, ben più arretrata e autoritaria.

Mentre a Torino si lotta per la vice presidenza del Consiglio di Sorveglianza, a Milano Passera rassicura i suoi dirigenti che, sbrigate alcune pratiche necessarie per vincere le resistenze sabaude, nell'arco di pochi anni la testa della nuova banca, sede legale compresa, saranno trasferite a Milano. Intanto, secondo alcune autorevoli voci, emerge che ben 62 dirigenti di Intesa sono stati licenziati o "caldamente" invitati a dimettersi per implementare le prime "sinergie" in termini di risparmi di costi.

Al di là dei casi individuali, che sempre meritano attenzione e sensibilità sindacale, ci preme rilevare il forte significato complessivo di questo gesto, cioè l'enunciazione di un programma di lavoro, da parte del vertice direttivo della nuova banca. La gestione del personale che si prefigura con questi fatti ci sembra alquanto distante dalle enunciazioni roboanti che hanno accompagnato la presentazione del piano industriale, che parlavano di valorizzazione delle persone, delle competenze, delle professionalità.

Quelle stesse professionalità che si vogliono escludere dal perimetro della nuova banca, ancora prima che nasca. Sia Intesa che Sanpaolo hanno proposto un piano di adesione al Fondo Esuberi già prima della fine dell'anno, "condonando" cinque anni di pena, offrendo il ricorso a questo strumento per tutti coloro che raggiungono i requisiti pensionistici da qui al 2011. I lavoratori coinvolti sarebbero 1600 addetti di Intesa e 1800 addetti Sanpaolo. Cambiano però gli incentivi proposti: una sola mensilità per i lavoratori di Intesa, mediamente circa otto mensilità per i lavoratori Sanpaolo. La pochezza della proposta ha per ora fatto fallire la trattativa, ma nessuno può fare previsioni a breve.

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INTESA-SANPAOLO: ULTIMA ORA 2

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La fusione tra i due gruppi è stata ratificata dai C.d.A., con alcuni passaggi ormai ineluttabili. Cariparma e Friuladria sono state cedute da Intesa a Credit Agricole, insieme ad altri 193 sportelli, mobilio e lavoratori compresi. E' stata rinviata la quotazione di Eurizon, in attesa di capire entro il 31/01/07 se sia possibile raggiungere con Credit Agricole un accordo "paneuropeo" sul risparmio gestito o se invece il controllo di Nextra debba ritornare in Italia, sotto il cappello della superbanca. Resta in sospeso anche l'attribuzione del business assicurativo del nuovo gruppo, cui Generali continua a puntare con forza.

Regnano sovrane la confusione e l'incertezza: mentre il piano industriale sarà varato nel primo semestre del prossimo anno, la presentazione del progetto agli analisti ha elevato ancora le sinergie previste dalla fusione, innalzando il previsto risparmio di costi fino alla cifra di 960 milioni di euro, ben oltre le stime iniziali. Gli ambiziosi piani della dirigenza Passera non sono però stati accolti dal mercato con l'auspicato entusiasmo: i titoli sono scesi di quasi il 3% perché l'annuncio di queste cifre sparate all'impazzata ne mina alla base la credibilità.

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