Archivio SAS Unicredito - Page 3

UNICREDIT – MERCANTI E SERVI

Anche quest'anno, secondo una liturgia ormai collaudata, le nostre strutture di rete e di sede sono state rimescolate, accorpate e stravolte in vario grado. Sembra irrinunciabile il fatto di presentarsi al mondo con una "nuova banca" tutti gli anni, anche se la sostanza dei cambiamenti ha ben poco di nuovo e somiglia pericolosamente al restyling di un'azienda decotta.
Chi non ha avuto il discutibile piacere di essere trasferito, ammassato con altre decine o centinaia di colleghi in "batterie di polli" (altrimenti detti "nuovi uffici sperimentali"), o demansionato in ruoli più modesti senza nessuna considerazione per risultati e trascorsi personali potrebbe liquidare con un'alzata di spalle le "novità" e tentare, come si è sempre fatto, di andare avanti col lavoro quotidiano. Sempre più pesante e complicato, ma pazienza; tutti gli anni sono "sfidanti", tutti gli anni ci sono paletti nuovi in mezzo a cui fare lo slalom.
Le novità però quest'anno sono parecchie e non promettono nulla di buono. (altro…)

GRUPPO UNICREDIT – VAP 2012 IL PEGGIORE DI SEMPRE

LE USCITE OBBLIGATORIE E LE DEROGHE CONTRATTUALI.
SOPRATTUTTO QUALE FUTURO PER I LAVORATORI DI UBIS?

Sabato 15 Settembre le delegazioni sindacali del primo tavolo del Gruppo Unicredit hanno raggiunto gli accordi su Vap e Piano Industriale 2015. Il tono trionfalistico dei comunicati unitari distribuiti subito dopo le firme ci pare davvero fuori luogo.

Per quel che riguarda il Vap si tratta del peggior risultato degli ultimi anni: dimezzata la parte monetaria rispetto all'anno passato e, anche considerando i 350 Euro destinati al Fondo Pensione ed i 150 di contributo per spese odontoiatriche, risulta dimezzato il premio totale rispetto al 2009. Si tratta, insomma, di un contentino che non valorizza il ruolo e l'impegno dei lavoratori, gli unici che non portano responsabilità per le scelte sbagliate del top management, e che suona anche come una beffa dopo uno sciopero che ha finito solo per rappresentare un ulteriore sconto all'azienda. Unico dato positivo il "mini premio" da 500 Euro (più 500 per la previdenza integrativa) per i neoassunti ex Protocollo 18/10/2010, già esclusi da molti benefici degli accordi aziendali. (altro…)

UNICREDIT – SIAMO SOLO NOI

Negli articoli sul nostro portale e nelle parole dei nostri dirigenti ricorre spesso il tema della grandezza e dell'importanza del nostro gruppo, fonte di garanzia e orgoglio per tutti i lavoratori. Ci sono tanti modi per valutare un'azienda bancaria e non, il contesto è in rapida evoluzione e quindi non è facile fare confronti. Ma per una cosa Unicredit certamente spicca nel panorama bancario italiano:

E' L'UNICO GRANDE GRUPPO BANCARIO CHE NON HA DATO E NON VUOL DARE UN EURO DI VAP AI SUOI DIPENDENTI.

Le motivazioni sono semplici e scontate come la strategia finora seguita nel gestire il personale: tagliare, tagliare e tagliare. Gli insuperati studi di Pavlov hanno chiaramente dimostrato che il condizionamento funziona molto meglio con stimoli negativi piuttosto che con stimoli positivi: quindi perché buttare via soldi in promozioni, premi e inquadramenti quando si può minacciare? I responsabili in fondo sono pagati per qualcosa. (altro…)

UNICREDIT – E LA CHIAMANO ESTATE QUESTA ESTATE SENZA TE …

Quando Bruno Martino cantava questa canzone, che ebbe poco successo al tempo ma finì per diventare un classico, probabilmente aveva in mente una donna; moglie, fidanzata o amante, d'amore qui si parla.

Per noi il "senza te" potrebbe essere riferito a scelta al VAP, alla tutela del lavoro o alla sua dignità. La questione evidente su cui molti si concentrano è la prima, ma le altre due non sono certo meno importanti: fra le "meraviglie" dell'ultimo contratto e l'assalto finale all'articolo 18 non si capisce più se le aziende vogliano considerare i lavoratori vacche da mungere o costi da tagliare. Nel dubbio perché scegliere? E così, con le nuove armi fornite generosamente dal governo, si passa direttamente alle minacce e ai ricatti.
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UNICREDIT – IL BANCONE FA RIMA CON BIDONE

Dopo 6 giorni e 3 notti di trattativa febbrile, il 18 ottobre è arrivato l'accordo annunciato sugli esodi Unicredit. Il contenuto si può sintetizzare schematicamente in 10 punti.

1. L'azienda ottiene di risparmiare i prefissati 422 milioni di euro, attraverso il taglio del personale per ulteriori 4.700 addetti, che insieme ai 2.500 già estromessi dopo la fusione con Capitalia, fanno 7.200 persone uscite dal gruppo (sui 55.000 addetti italiani).

2. Le 4.700 persone includono 600 esodi bloccati a giugno dalla manovra del governo (per loro si riaprirà il fondo esuberi entro il 26 novembre), 3.000 esodi da realizzarsi entro il 2013 e altre 1.100 persone che se ne dovranno andare entro il 2015. L'azienda ha solo un po' diluito nel tempo il suo piano.

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PIANETA UNICREDIT, LA NUOVA SAGA DI RITORNO AL … PASSATO

da Alessandro Magno     ad Alessandro Doc

Ricordate Doc, l'allegro inventore della macchina del tempo nella saga cinematografica di Ritorno al futuro?
Viaggiava nel tempo per porre rimedio agli errori commessi nel passato e poter quindi dispensare felicità.
La dirigenza del ns. gruppo sembra essere entrata nella stessa macchina e, senza accorgersi d'aver innestato la retromarcia, continua imperterrita, come se il tempo fosse trascorso invano, riproponendo le stesse scelte di  fondo e gli stessi assetti manageriali che hanno prodotto il grave stato di crisi che stiamo vivendo e, cosa ancor più grave, in merito ai diritti del lavoro, tenta di spingere la macchina del tempo ancor più indietro, oltre il secolo passato.    (altro…)

GRUPPO UNICREDITO – NUMERO UNO NELLE SCORRETTEZZE

Da tempo il gruppo Unicredito si è messo in luce per azioni di disturbo in occasione degli scioperi indetti dalla Cub-Sallca.
L'ultimo, clamoroso, episodio era avvenuto durante lo sciopero di aprile, indetto per i problemi del Fondo Pensioni dei lavoratori dell'ex Cassa di Risparmio di Roma.
In quell'occasione l'azienda aveva avuto la sfrontatezza di scrivere alla Commissione di Garanzia per la Legge 146 (relativa al diritto di sciopero), lamentando presunte irregolarità nell'indizione dello sciopero, nonostante lo stesso campeggiasse in bella vista sul sito della Commissione, a dimostrazione di una proclamazione inequivocabilmente regolare.
Infatti la Commissione ha ignorato la denuncia, ma l'atteggiamento aziendale, nel frattempo, avevo indotto qualche lavoratore timoroso a farsi caricare la causale di ferie in luogo di quella di sciopero. Solo i lavoratori più determinati, e che hanno preso atto delle nostre rassicurazioni, si sono visti caricare la causale di sciopero dopo alcuni giorni. (altro…)

UNICREDITO – NUMERO UNO NELLE SCORRETTEZZE

Da tempo il gruppo Unicredito si è messo in luce per azioni di disturbo in occasione degli scioperi indetti dalla Cub-Sallca.
L'ultimo, clamoroso, episodio era avvenuto durante lo sciopero di aprile, indetto per i problemi del Fondo Pensioni dei lavoratori dell'ex Cassa di Risparmio di Roma.
In quell'occasione l'azienda aveva avuto la sfrontatezza di scrivere alla Commissione di Garanzia per la Legge 146 (relativa al diritto di sciopero), lamentando presunte irregolarità nell'indizione dello sciopero, nonostante lo stesso campeggiasse in bella vista sul sito della Commissione, a dimostrazione di una proclamazione inequivocabilmente regolare.
Infatti la Commissione ha ignorato la denuncia, ma l'atteggiamento aziendale, nel frattempo, avevo indotto qualche lavoratore timoroso a farsi caricare la causale di ferie in luogo di quella di sciopero. Solo i lavoratori più determinati, e che hanno preso atto delle nostre rassicurazioni, si sono visti caricare la causale di sciopero dopo alcuni giorni.

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UNICREDITO – FILIALI CEDUTE, AGIRE SUBITO

Si avvicina il momento della scelta degli acquirenti delle filiali cedute per le disposizioni dell'Antitrust.
Si ripete la vergogna dei lavoratori venduti all'asta con muri, mobili ed attrezzature.
E' necessario reagire a questa situazione, creando una rete di collegamento tra i lavoratori coinvolti e valutando le possibili azioni di resistenza.
La Cub-Sallca sta già affrontando la vicenda delle cessioni che hanno coinvolto le filiali di Intesa Sanpaolo.
Le azioni da mettere in campo sono di tipo legale e sindacale.
Riguardo il primo punto, intendiamo riproporre le cause, per contestare la cessione, già tentate nel passato da alcuni lavoratori di Banca di Roma con alterne fortune (vinto il ricorso d'urgenza ex art. 700, perso il primo grado ordinario, è in corso il secondo grado); come si vede, siamo ancora lontani da un pronunciamento definitivo da parte della magistratura sulla questione.
Riteniamo vada contestata la nozione di cessione di ramo d'azienda, perché una singola filiale non ha l'autonomia funzionale prevista dalla normativa.

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MOBBING E NON SOLO

Giornali e televisioni, negli ultimi giorni, hanno dedicato molto spazio al tema del mobbing. Sono uscite sentenze e pareri giuridici sull'argomento.

Sugli aspetti "tecnici" torneremo subito dopo, ma il dibattito giuridico non ha fatto altro che rimarcare la presenza di problemi seri e diffusi e che, in fondo, sono sempre stati presenti nel mondo del lavoro, anche prima del diffondersi di questo termine di origine anglosassone.

Vorremmo ricordare che, nel nostro paese, esiste un'associazione per i lavoratori discriminati e licenziati per rappresaglia, nata negli anni '50. Da allora le conquiste dei lavoratori sono avanzate e le condizioni di lavoro sono senza dubbio cambiate.

Ma, a partire dagli anni '80, le politiche concertative dei sindacati subordinati hanno nuovamente spostato gli equilibri a favore delle aziende. All'arretramento delle condizioni contrattuali ha fatto seguito anche un peggioramento delle condizioni individuali di lavoro e il ricomparire, in alcune realtà, di pratiche arroganti e prevaricatrici delle gerarchie aziendali.

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