Archivio SAS Unicredito - Page 4
L'accordo siglato tra i sindacati omologati-firmatari e il nuovo gruppo Unicredit, per favorire l'uscita di 5.000 lavoratori, rappresenta la conferma di una prassi negativa già avviata con la recente fusione tra Intesa e Sanpaolo.
Ancora una volta siamo in presenza di un taglio agli organici "preventivo", cioè senza che sia stato presentato un piano industriale e sia stato avviato un processo di integrazione che evidenzi una situazione verificabile di esuberi.
Il dato che le uscite siano volontarie nulla toglie al fatto che il taglio avvenga in modo arbitrario, "a tavolino", aggravando la situazione di carenza di organici di numerosi uffici e punti operativi.
Come ben evidenziava un articolo su Repubblica di domenica 5 agosto (p. 51 economia), usciranno dai due maggiori gruppi bancari italiani circa 12.500 lavoratori (e, aggiungiamo noi, altri 1.700 da Ubi Banca) e tutto questo con il pieno consenso dei sindacati concertativi, mentre la sola voce discorde è stata quella della Cub-Sallca, che ha indetto il 28 giugno una giornata di sciopero nel gruppo Intesa Sanpaolo, riuscendo a chiudere numerose filiali.
LA PRECARIETA' E' UNA VERGOGNA.
I MEGA PROFITTI DELLE BANCHE
(E DI AZIONISTI E TOP MANAGER) SI FANNO ANCHE COSI'…..
Diamo ampia diffusione al comunicato della CUB/RDB di Bologna e pieno sostegno alla lotta dei lavoratori del Centro Smistamento Unico.
Da parte nostra sottolineiamo che il Consorzio Caricese è una azienda specializzata nei servizi di back-office bancari il cui capitale sociale è detenuto da 59 banche (tra cui Unicredit ed alcune del Gruppo Intesa Sanpaolo) e che, in base all'articolo 6 della legge n. 133/1999, offre servizi ai propri Consorziati in regime di esenzione IVA!! I dipendenti sono inquadrati nel Contratto Nazionale del Credito, anche se molto "teoricamente", vista la catena di subappalti sotto descritta… (altro…)
Come commentammo già in occasione della fusione tra Intesa e SanpaoloImi, la programmata maxifusione tra Unicredito e Capitalia si inserisce nel percorso di operazioni di accorpamento avviato dal 1990, dopo la privatizzazione delle banche pubbliche, oggi accelerato dopo l'arrivo di Draghi come governatore di Banca d'Italia.
I plausi di gran parte del mondo politico, per la nascita di un nuovo "campione del credito", sembrano celare la realtà dell'ennesima aggregazione imposta più da logiche di speculazione finanziaria che da progetti di crescita di lungo respiro.
Sono passati pochi giorni dal parziale smantellamento della Tesoreria comunale di Torino, in Via Bellezia, e già iniziano i problemi: telefoni che squillano a lungo, utenza che non trova più gli abituali interlocutori, il Comune che non ha più i pronti riscontri alle proprie quotidiane richieste.
Onde ovviare a tutti questi inconvenienti, alcuni dei lavoratori traslocati in Via Nizza, a giorni alterni, devono ritornare in Via Bellezia. Che senso ha tutto questo? Non si poteva lasciare tutto come era da oltre 30 anni? Cosa si pensava di ottenere?
In Via Nizza 150 dove si trovano uffici che svolgono il servizio di Tesoreria Enti, le cose non vanno meglio. L'assurdo accentramento di migliaia di enti di mezza Italia comincia a dare i suoi frutti negativi: disguidi operativi, stress dei lavoratori, lamentele degli enti. (altro…)
Siamo all'ennesima puntata della vicenda relativa alle Tesorerie Enti Pubblici.
La normativa italiana prevede che comuni, province e regioni debbano avere un Tesoriere, che maneggi il denaro dell'ente per consentire l'espletamento delle funzioni istituzionali.
Per legge questo servizio di Tesoreria deve essere svolto da una banca.
Nonostante la norma sia ben chiara, UniCredit Banca Spa nel 2003, decideva -unica in Italia- di effettuare una disinvolta operazione: scindere in due il servizio Tesoreria Enti Pubblici, mantenendo alla banca un presunto ruolo commerciale (ritenendo così di ottemperare formalmente all'obbligo di legge) e cedendo la presunta parte operativa (e 239 lavoratori) ad una società di servizi (pur appartenente al gruppo Unicredito), denominata UPA, che non è una banca e che, nel proprio oggetto sociale, non ha affatto il servizio di Tesoreria enti locali.