Archivio SAS Intesa Sanpaolo - Page 15

INTESA SANPAOLO – BACK OFFICE E RETE FILIALI: IL DANNO E LA BEFFA

L'ultimo giro di "deportazioni" dalle filiali ai back office (e poi società consortile), non ha solo generato forti malumori tra i prescelti, ma ha lasciato molti problemi aperti anche nelle filiali.

Sui problemi connessi alla nascita della società consortile rimandiamo ai numerosi comunicati che potrete vedere sul nostro sito.

Il risvolto di questa vicenda sulle filiali è chiarissimo: una riduzione di organico a fronte di un aumento del lavoro. Sì, perché la storia del trasferimento del lavoro ai back office è una bufala. Nelle filiali più complesse molti lavori sono rimasti dov'erano: cassette di sicurezza, stanza degli assegni, incasso affitti e l'elenco potrebbe continuare.

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INTESA SANPAOLO – ASSEMBLEA DEL 7 APRILE A TORINO PER LA SOCIETA’ CONSORTILE

All'assemblea, convocata dalla Cub-Sallca alle 17,30 per discutere i problemi derivanti dalla costituzione della società consortile di Intesa Sanpaolo, hanno partecipato più di ottanta colleghi/e.
Il dibattito è stato molto animato, con numerosi interventi dei lavoratori e delle lavoratrici e si è protratto fino oltre le ore 20,00.
Pressochè tutti gli interventi hanno sollecitato l'avvio di una fase vertenziale a sostegno di una piattaforma che chieda la riapertura delle trattative per ottenere il miglioramento dell'accordo e la facoltà di scegliere il distacco.A sostegno delle piattaforma è stato proposto un calendario di iniziative. (altro…)

INTESA SANPAOLO – SOCIETA’ CONSORTILE: DOBBIAMO RESISTERE PIU’ DI “LORO”

MARTEDI' 7 APRILE H 17.30
parrocchia del Sacro Cuore, Via Nizza 56
ASSEMBLEA SINDACALE SULLA SOCIETA' CONSORTILE
L'invito a partecipare è rivolto a TUTTI i colleghi e non solo a quelli della società consortile!!

E' in corso un'azione di convincimento verso i lavoratori sulla bontà dell'accordo e sul fatto che non c'è da preoccuparsi per il futuro della società consortile.

Entrambi, azienda e vertici dei sindacati firmatari, giocano sul fattore tempo che dovrebbe far evaporare l'arrabbiatura.

Noi, invece, pensiamo che la tensione dei colleghi debba durare a lungo, aumentando la conoscenza dei problemi e mettendo in campo varie iniziative.

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INTESA SANPAOLO – FIRMATO L’ACCORDO, BEFFATI I LAVORATORI

Volantino pdf

Dopo le assemblee infuocate della scorsa settimana, dove i lavoratori avevano richiesto come principale garanzia il distacco (peraltro ottenuto in accordi di altre aziende) ed in presenza di una procedura di sciopero avviata, i sindacati del primo tavolo hanno "accelerato" la trattativa e chiuso un accordo che poco aggiunge all'iniziale proposta aziendale, già tesa a dare rassicurazioni preventive su possibili ostacoli all'operazione. L'aspetto più positivo dell'accordo sono le garanzie per i neoassunti, visto che in passato le sigle firmatarie non avevano mostrato particolare solerzia nella loro tutela.
L'azienda ottiene per altro il suo principale obiettivo in questa fase: la costituzione di una nuova società contenente oltre 8000 lavoratori. La sorte di questa società nel futuro non immediato rappresenta la principale incognita dell'accordo. E' lecito nutrire forti sospetti sulle reali intenzioni aziendali, che intende dismettere 9.5 miliardi di attività non strategiche nel triennio 2009/2011.
Anziché sfruttare fino in fondo la disponibilità dei lavoratori a mobilitarsi, i sindacati al primo tavolo si sono adoperati per chiudere l'accordo il più rapidamente possibile per mettere a tacere tutto il dissenso prima che potesse rafforzarsi.

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INTESA SANPAOLO – CASSA ASSISTENZA SANPAOLO: ULTIMA CHIAMATA

SI VOTA DAL 30 MARZO AL 10 APRILE

Perché la Cub-Sallca ha deciso di presentarsi?

Nel 2002 avevamo già presentato nostri candidati che ottennero un risultato importante: 32% dei consensi tra gli impiegati, 36%  tra i quadri direttivi. Nonostante questi voti non riuscimmo a far eleggere neanche un candidato (tra i 4 spettanti agli impiegati e i 2 ai quadri). Questo perché il solito regolamento elettorale capestro concede agli elettori 4 preferenze (su quattro) agli impiegati e 2 (su due) ai quadri: i sindacati concertativi danno indicazione di usare tutte le preferenze per votarsi reciprocamente i candidati, facendo blocco, e tagliando fuori qualsiasi tipo di opposizione. Per questo nelle elezioni del 2006 evitammo di perdere tempo in un'impresa impossibile.

Oggi però esiste un'emergenza: dopo la fusione è all'ordine del giorno la possibilità che si arrivi ad una cassa sanitaria unica con Intesa e sarebbe importante avere una conoscenza precisa della situazione della Cassa Sanpaolo ed impedire che il CdA sia monopolizzato dagli stessi sindacati che conducono le trattative per unificare le casse.
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INTESA SANPAOLO – SOCIETA’ CONSORTILE: UNA PARTITA TUTTA DA GIOCARE

(E GLI SCIOPERI FANNO PARTE DELLE REGOLE)

Più i sindacati del primo tavolo si sforzano di rassicurare i lavoratori, più ottengono il risultato opposto.
A tutti è chiaro che la storia della società consortile, costituita per l'esenzione Iva, appare come il pretesto per fare altro, anche se non si capisce ancora che cosa.
La richiesta che proviene dai lavoratori è unanime: la soluzione è il distacco.
Una soluzione che non pare così complicata, visto l'accordo raggiunto in Banca Popolare dell'Emilia Romagna e sottoscritto dalle medesime sigle che siedono al primo tavolo in Intesa Sanpaolo, oltre che dalla Falcri.
Da noi, invece, le sigle del primo tavolo, nei loro comunicati, si affannano a spiegare che un accordo con ampie garanzie sarebbe più tutelante, anche per gli eventuali nuovi assunti. Troviamo commovente questa preoccupazione da parte di sindacati che, da almeno 15 anni, ad ogni rinnovo contrattuale peggiorano le condizioni normative e salariali dei neoassunti. (altro…)

INTESA SANPAOLO – SOCIETA’ CONSORTILE: MA CHE PROBLEMA C’E’?

Tutti i lavoratori di Intesa Sanpaolo sono al corrente della costituzione di una società consortile che dovrebbe raggruppare circa 8.400 dipendenti oggi operanti in DSO, DSI, DIA, Banca Telefonica, Sicurezza, Organizzazione.

Secondo i sindacati "narcotizzanti" non c'è problema: la società resterà nel gruppo, sarà controllata al 100% dalle banche del gruppo, servirà solo per garantire l'esenzione dell'Iva, tutti manterranno i vecchi contratti e le vecchie condizioni normative.

Tutto vero, oggi, ma domani?

Conosciamo già la risposta dei sindacati "responsabili": chi può prevedere il futuro?

Noi non abbiamo la sfera di cristallo e non vogliamo neppure agitare fantasmi inutilmente, ma riteniamo che qualche dubbio vada sollevato.

La domanda più ovvia che viene in mente è: cosa succederà se dovesse cambiare la legislazione fiscale che oggi consente di mantenere il consorzio nel gruppo? (altro…)

INTESA SANPAOLO – FONDO PENSIONI SANPAOLO: UN DISASTRO INGIUSTIFICABILE

La nostra organizzazione ha sempre criticato le scelte politiche e sindacali  che hanno portato al decollo della previdenza complementare in Italia: un'occasione di business per la finanza privata, un modo per tagliare le pensioni pubbliche, una opzione che permette a pochi strati privilegiati di erodere la base fiscale imponibile, una soluzione che non risolve in alcun modo la situazione dei gruppi sociali più deboli, colpiti dalla crisi e destinati a pensioni da fame.
I fondi pensione sono stati avviati nel 1993 sotto Amato, incentivati nel 2000 sotto D'Alema, rilanciati nel 2005 sotto Berlusconi, accelerati nel 2006 sotto Prodi. Tutti quelli al potere sono favorevoli: Confindustria, Governi, Cgil-Cisl-Uil hanno investito molto per convincere i lavoratori della bontà del prodotto, creando persino meccanismi automatici di silenzio-assenso per prendersi il TFR e metterlo nei Fondi, raccontando frottole palesi e vergognose sui maggiori rendimenti attesi.

Sono bastati due anni per fare giustizia di queste barzellette. In tempi non sospetti, la nostra Confederazione, la Cub, aveva apertamente boicottato la partenza dei Fondi Pensione, invitando i lavoratori a tenersi il TFR e sostenendo la necessità di investire tutte le risorse disponibili nella difesa e nel rilancio della previdenza pubblica, separando previdenza e assistenza, costruendo un sistema giusto, solidale, sostenibile nel lungo periodo.

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INTESA SANPAOLO – ACCORDO INQUADRAMENTI: CONTINUIAMO A FARCI PRENDERE IN GIRO?

Il recente accordo sugli inquadramenti ha confermato un modello di trattativa ormai consolidato su tutti i temi dell'armonizzazione. I sindacati trattanti (ma ha ancora senso questa definizione?) partono chiedendo di estendere le normative migliori in essere a tutti. L'azienda fa una controproposta inaccettabile al limite della provocazione. I sindacati al primo tavolo insorgono dicendo che è irricevibile. L'azienda rilancia concedendo un po' di più, i sindacati firmatari (per definizione…) firmano (in genere ad improbabili ore del mattino) annunciando l'immancabile vittoria.

Abbiamo definito quest'ultima intesa "un accordo che divide", spiegando il perché in un dettagliato volantone.  
Che sindacati sono quelli che firmano un accordo dove una parte dei lavoratori deve andare a vedere nella nuova griglia dei percorsi se ci ha guadagnato o perso e dove gli esclusi dai percorsi (dagli assistenti alla clientela a tanti lavoratori di sede) si chiedono cosa stiano a fare in questa azienda?

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