Archivio SAS UBI Banca

UBI BANCA – BILANCIO 2013: QUALI PROSPETTIVE?

Per UBI ennesima chiusura di bilancio confortata dalle dichiarazioni di ottimismo, seppur moderato, dell’AD Massiah. Utile triplicato, cedola a 0,6 centesimi, titolo in crescita: la banca dal passo del “maratoneta”, aspetta a sua detta, l’aggancio della crescita per dar sfogo all’allungo.

A nostro avviso si tratta di un ottimismo di maniera ad uso e consumo della platea: senza entrare troppo nel particolare richiamiamo l’attenzione sul fatto che l’attività di intermediazione, cioè il FARE BANCA, langue e non potrebbe fare altrimenti.

(altro…)

UBI BANCA – POPOLARE? POTREBBE NON BASTARE

In questo periodo stiamo assistendo, da parte delle sigle del primo e del secondo tavolo, all’uscita di comunicati molto apprensivi a proposito delle proposte di modifiche allo Statuto di UBI Banca ed esortativi riguardo al ruolo di “banca popolare”, soprattutto in qualità di erogatore del credito sui “territori”, di cui l’Istituto dovrebbe riappropriarsi.

Abbiamo già avuto modo di esprimerci in proposito, anche a seguito della nostra partecipazione all’ultima Assemblea dei Soci, e seppur convinti assertori del ritorno ad un’anima popolare, crediamo che sia importante ribadire alcuni concetti.     (altro…)

UBI BANCA – VAP 2013: UBI “MANI DI FORBICE”

Anche quest’anno si tira un sospiro di sollievo e c’è da ritenersi tutto sommato soddisfatti: il premio è arrivato! E’ inferiore a quello dell’anno precedente, ma d’altra parte si sa che è compito e responsabilità esclusiva dei lavoratori farsi carico del rischio d’impresa e della pesante ristrutturazione che il settore sta subendo da anni.

Le modalità sono le solite: cash, buoni benzina (non per tutti), “premio sociale” e mix di questi.

(altro…)

UBI BANCA – CUI PRODEST?

La polemica tra Fisac/CGIL e il resto delle sigle sindacali trattanti (di cui l’asse portante è quello FABI-Fiba/CISL), riguardo le ricadute dell’ultimo accordo di Gruppo, è motivo di una certa produzione di volantini e e-mail ai lavoratori e ci impone di dire la nostra su alcuni argomenti, nell’auspicio che ciò possa dare ai colleghi la più corretta chiave di lettura possibile alla vicenda.

Fisac/CGIL spara a zero sull’ultimo accordo, da lei non firmato, lamentando carenza di organici, straordinari non pagati ed il continuo riversarsi sulle spalle dei lavoratori dei costi di una cattiva gestione aziendale. Il resto delle sigle trattanti si difende dichiarando che i problemi esistenti non sono imputabili a quell’accordo, che c’è la crisi, che il piano aziendale poteva essere imposto ed esorta all’unità sindacale nel trovare soluzioni concrete alle problematiche, senza cadere nella trappola della demagogia, prendendosi inoltre il merito dei risultati, secondo loro, ottenuti dalla trattativa (rinnovi automatici dei part time, l’ampio ricorso alla solidarietà, la scampata disdetta dei Contratti Integrativi Aziendali). (altro…)

UBI BANCA – ATTI DI ORDINARIA DISCRIMINAZIONE: UN PESSIMO SEGNALE PER TUTTI

L’assemblea dei soci di Ubi Banca ha, tra le altre cose, portato alla luce episodi di licenziamento o di richiesta di dimissioni, con successiva riassunzione come quadri direttivi, nei confronti di dirigenti della banca.”
E’ bene precisare che stiamo parlando di lavoratori con elevata professionalità e relativa retribuzione, ma non di top manager o di membri di CdA che, giusto in occasione dell’assemblea, si sono visti nuovamente riconfermare laute (e ingiustificate, aggiungiamo noi) ricompense.
Quando iniziano le ritorsioni verso i dirigenti è sempre un campanello d’allarme che suona anche per impiegati e quadri e che segnala il degradarsi del clima aziendale.
Vogliamo segnalare una situazione particolare di un dirigente licenziato da Banco di Brescia e che stiamo seguendo nelle sue vicissitudini. (altro…)

UBI BANCA – OGNUNO VALE UNO! OGNUNO VALE UNO?

Prendiamo spunto dal tormentone rap del Movimento 5 Stelle che ci ha martellato durante la recente campagna elettorale per fare un breve commento a freddo all'assemblea dei soci Ubi Banca che si è svolta sabato 20 aprile scorso.

In una banca popolare, che quindi ha la forma di società cooperativa per azioni, una testa vale un voto a prescindere dalla quantità di titoli posseduta. Questa può essere una possibilità che hanno i lavoratori/soci, da giocare in assemblea, per far sentire la propria voce anche se, crediamo, non per aspettarsi in tal sede grossi cambiamenti. I soci non sono ovviamente tutti dipendenti e la banca sa bene come muoversi per organizzare il voto tra i clienti e tra i colleghi stessi. (altro…)

UBI BANCA – 20 APRILE AL VOTO

Ed eccoci a ridosso dell'Assemblea dei Soci di UBI Banca. Eravamo rimasti all'apertura fatta dall'AD Victor Massiah ai sindacati firmatari riguardo alla presenza di un loro uomo, come uditore, nel Consiglio di Sorveglianza, presenza fortemente voluta e richiesta a gran voce dagli stessi. L'apertura era stata annunciata dopo pochi giorni dalla firma dell'accordo sul ricorso agli esodi e alla solidarietà.

Le indiscrezioni della stampa indugiavano su Sileoni e Gallo, Segretari Generali rispettivamente di Fabi e Fiba-Cisl. Ciò forse spiegava il battage pubblicitario a cui i lavoratori erano stati sottoposti in ogni occasione disponibile da parte sindacale. (altro…)

UBI BANCA – CHI VUOL ESSER LIETO SIA?

"I risultati del 2012 sono stati possibili grazie alla finanza e al taglio dei costi. (…) sfruttando anche la LTRO della BCE abbiamo preso una posizione aggiuntiva di circa 12 miliardi che ci ha premiato". Dichiarazione di Victor Massiah, AD di UBI Banca ai microfoni di Class Cnbc riportata da Milano Finanza del 14/3/2013.

Le parole del top manager di UBI avallano le tesi ma soprattutto le preoccupazioni che avevamo indicato nel nostro volantino "UBI Banca: si salvi chi può!" e suonano di una gravità inaudita: una banca commerciale, a maggior ragione se di radice popolare, che fa utili non attraverso l'attività propria di intermediario creditizio, ma tagliando i costi (soprattutto del personale) e facendo speculazione finanziaria è, alla faccia di tutti i requisiti di patrimonializzazione, fortemente a rischio. Se aggiungiamo il recente annuncio riguardo all'acquisto di azioni proprie destinate al sistema incentivante dell'Alta Dirigenza (del controvalore di 1.745.550,00 euro) e la proposta di un dividendo di 5 centesimi per gli azionisti, si compone ai nostri occhi un mirabile esercizio di trasferimento di ricchezza dal lavoro alla rendita e ai bonus dei manager. (altro…)

UBI BANCA – SOLIDARIETE’, SOSTENIBILITE’, RESPONSABILITE’

Nei giorni scorsi, in alcune piazze, si sono svolte le assemblee per festeggiare l'uscita di altri 127 colleghi a seguito dell'ulteriore accordo a chiusura delle "tensioni occupazionali" e celebrare il SUCCESSO dei sindacati firmatari. L'accordo, come già chiarito, chiama nuovamente a pagare i lavoratori seppur in termini di ammortizzatore di categoria e di riduzione del personale e, seppur attuato interamente su base volontaria, apre lo spazio ad una seria riflessione sul ruolo del sindacato e sulle condizioni di lavoro, in senso olistico, dei colleghi: salario, orari, pensionamento, durata, qualità, clima. (altro…)

UBI BANCA – SI SALVI CHI PUO’!

Il 21 c.m. si è tenuto l'incontro tra le parti firmatarie dell'accordo del 29/11/2012. La domanda supera di gran lunga l'offerta: 916 le richieste di esodo e 375.000 le giornate opzionate dai colleghi su 650 posti e 220.000 giornate disponibili. A detta dei sindacati firmatari è un successo … ancor più di quanto non lo dichiari l'azienda stessa che, evidenziando peraltro una certa difficoltà organizzativa, è quella che ha imbastito queste "tensioni occupazionali" e alla fine porta a casa il risultato.

"I colleghi hanno apprezzato l'Accordo … ", "la bontà delle condizioni previste dall'Accordo … ", "si è data l'opportunità a tanti colleghi di coniugare il lavoro con le esigenze personali …". I sindacati firmatari (soprattutto la FABI) gongolano alla vista dell'enormità delle richieste invece di preoccuparsi seriamente (avrebbero già dovuto farlo prima), tutti intenti a raccontare in giro quanto sono stati bravi.

Partiamo intanto dal presupposto che quando preferiscono pagarti per stare a casa piuttosto che per lavorare, qualcosa non gira nella maniera giusta (lo sanno bene operai ed impiegati dell'industria e del commercio) e magari dovrebbe sorgere un minimo di preoccupazione …

(altro…)