Archivio SAS UBI Banca - Page 2
DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA
Come annunciato, postiamo il nostro commento articolato al recente accordo del Gruppo Ubi Banca.
Vi chiediamo uno sforzo per leggere un documento necessariamente lungo: nel caso stampatelo e leggetelo con calma.
E' indispensabile in questa fase il massimo di attenzione e partecipazione dei lavoratori.
L'accordo prefigura un percorso a tappe, dove ogni passaggio ulteriore sarà più doloroso del precedente. E' un accordo che arriva dopo un rinnovo del CCNL pesante e prima di una nuova e ancora più pesante offensiva dell'Abi, annunciata già sui mezzi d'informazione per l'anno che verrà.
Non possiamo permetterci il binomio disattenzione/rassegnazione.
E' necessario mettere in campo una categoria informata e combattiva: noi facciamo del nostro meglio, ma serve la vostra collaborazione attiva.
Viviamo un momento storico cruciale. La crisi dovuta ad un debito pubblico da ripagare con una moneta che non ci appartiene e su cui non abbiamo sovranità, l'EURO, ci sta travolgendo. Le politiche di austerity del governo, dagli apparenti buoni propositi, non fanno che aggravare la recessione colpendoci come cittadini in maniera inaudita. La riforma Fornero ci ha allungato la vita lavorativa e ne ha aumentata l'aleatorietà.
Le banche, complice lo spread, la sfiducia generale, l'impoverimento sociale, chiudono, alimentando il circolo vizioso, i rubinetti del credito: fanno utili col trading e la liquidità della BCE e scaricano la colpa di bilanci inferiori alle (loro) aspettative e dei provvedimenti governativi sulle nostre, già cariche, spalle. (altro…)
Calcolando che 828 sembrerebbero essere le risorse con i requisiti per accedere alla pensione direttamente o con l'accompagnamento del fondo esuberi, tanti sono, molto grossolanamente, i minuti di lavoro giornalieri che i 18.300 e rotti lavoratori superstiti del Gruppo UBI dovrebbero in teoria sacrificare per far ottenere alla banca l'agognato risparmio indicato nel piano.
Calcoli teorici a parte, il rischio a cui andremo incontro sarà quello che, cavalcando la crisi e nonostante una semestrale con i conti in netto miglioramento, vengano messi in discussione temi delicati come i Contratti Integrativi e venga, di conseguenza, innescata una lotta fratricida in campo sindacale tra le varie componenti territoriali (film già visto). (altro…)
In data 18 luglio 2012, in concomitanza con l'entrata in vigore della riforma Fornero, si sono riuniti i Consigli di gestione e di sorveglianza di UBI Banca per un aggiornamento del piano industriale 2011-2012/2015 che ormai non trova più alcuna aderenza con la realtà. Già ai tempi della sua presentazione avevamo espresso (unici ad uscire con un commento decente) forti dubbi riguardo alle previsioni, fatte ancora in piena crisi, su cui poggiavano i sostanziosi aumenti di utili preconizzati: in primis l'aumento del saggio di sconto della BCE, sceso invece fino a raggiungere i recentissimi minimi storici. All'ordine del giorno ci sono tagli e ancora tagli che riguardano sportelli e risorse umane, gli stessi che ritroviamo sui tavoli degli altri maggiori gruppi, da Intesa-sanpaolo a Unicredit a Monte Paschi Siena.
Tra gli echi della battaglia riguardo al "contratto della vergogna", le ansie riguardo allo spread e le preoccupazioni concernenti la riforma del lavoro che stanno confezionando alle (o meglio sulle) nostre spalle, ecco un paio di aggiornamenti che riguardano il Gruppo UBI.
Il primo riguarda la "proposta generalizzata di incentivazione all'esodo" fatta dal Gruppo ad un numero non meglio precisato di colleghi che sono esclusi dalla riforma delle pensioni del Governo Monti. Principalmente si tratta di coloro che hanno raggiunto i requisiti (età e contributi) entro il 31/12/2011 e delle donne, che opteranno per il calcolo interamente contributivo anche per l'anzianità maturata prima del 1° gennaio 1996, le quali possono ottenere la pensione di anzianità sulla base di 35 anni di contributi e 57 anni di età. Ricordiamo che questo criterio è però sicuramente meno vantaggioso del sistema "retributivo". (altro…)
E' non senza una vaga spiacevole sensazione che, giusto a un anno di distanza, ci ritroviamo a commentare la firma degli accordi relativi al VAP 2010, ormai giunto a traguardo per la totalità delle principali aziende del gruppo. Spiacevole non tanto per il risultato economico, al quale, seppur non pienamente appagante se rapportato ai principali gruppi bancari, concediamo (e voi concedeteci la battuta) la sufficienza, quanto per modi, tempi e risvolti che anche in questa occasione lasciano aperte obiezioni e interrogativi, ai quali le OO.SS. firmatarie riservano giustificazioni oltremodo capziose a beneficio di una platea purtroppo non immune alle loro, a volte grossolane, mistificazioni.
Cominciamo però col registrare positivamente che i premi relativi alle singole aziende sono alla fine risultati, tranne che per gli istituti più piccoli, non troppo differenti tra loro. Per il resto il teatrino si è perpetuato senza grosse novità. Lo avevamo previsto l'anno scorso, vedasi il nostro volantino "Senza infamia e senza lode" del 2010, e così è stato.
Anche quest'anno la trattativa in odore di dejà vu era partita (con il vergognoso ritardo che abbiamo già avuto modo di commentare abbondantemente) prima dell'estate ed aveva visto il gruppo muoversi su importi che avevano tutto il carattere dell'elemosina: si parlava di 300 euro lordi. Come da copione ad ottobre si è assistito al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci: è bastato ancora una volta avvicinarsi alla pubblicazione della terza trimestrale perché la banca premiasse anche la pazienza dei dipendenti ed il lavoro svolto dai propri "anestesisti". (altro…)
Mentre alle società e alle banche rete cugine povere di Popolare Bergamo, Banco Brescia e Popolare Ancona toccherà probabilmente restare (per l'ennesima volta e non solo in relazione a questo argomento) con il cerino in mano, in termini di entità del VAP, in UBISS si stanno svolgendo i primi colloqui con la direzione in tema di "domande di rientro", per adempiere agli accordi sindacali rivenienti dalla cessione di ramo d'azienda del 14/08/2007, che determinò la nascita della Sistemi e Servizi.
Avemmo già modo di commentare criticamente tale evento con il volantino "Lavoratori di tutti i consorzi unitevi" . Oggi non possiamo che confermare l'analisi fatta allora e denunciare i vizi d'origine e le responsabilità delle sigle sindacali firmatarie di quell'imbroglio.
Dopo l'estate proviamo a fare il punto della situazione in UBI e in categoria, rinviando ad una prossima occasione il commento sulla situazione economica generale:
- Piano industriale UBI e VAP 2010 (da erogare nel 2011) ancora da discutere.
- Accordo sul Fondo esuberi raggiunto con la "vittoria" dei sindacati concertativi.
- Procedura sugli esuberi di Intesa chiusa a fine luglio.
- Vertenza Unicredito con esiti che riguarderanno tutti.
Un piano atteso da tempo quello di UBI, costretto dalla crisi a rimanere a lungo nei cassetti del top management della banca ma che non convince fino in fondo, come un vino che nonostante la parecchia cantina appaia all'assaggio poco strutturato. Questa la nostra opinione ma non solo … Evidente l'ispirazione a quello di Banca Intesa, diversa la scelta dei tempi: Intesa è uscita col proprio contemporaneamente alla notizia dell'aumento di capitale, Ubi ha scelto di rischiare i marosi del mercato con l'annuncio della ricapitalizzazione senza il necessario sostegno di un piano industriale, varato a posteriori. Una scelta pagata a duro prezzo sulla quotazione in Borsa.
Nuovamente toni perentori quelli usati dalla Direzione di UBI Banca nelle circolari relative alla pianificazione delle ferie 2011. Avevamo già avuto modo di chiarire e commentare le disposizioni per il 2010, torniamo a maggior ragione a farlo questa volta. Oltre i toni, di cui sopra, troviamo un inasprimento dei contenuti, imposti unilateralmente, che non possono essere accettati e giustificati. Oltre a ribadire il solito e pretestuoso obbligo di esaurimento della dotazione di ferie annuale entro l'anno di competenza, troviamo l'innalzamento della soglia minima (da 10 a 15gg) dei residui riconducibili ad anni precedenti da smaltire tassativamente entro il 2011 (50% dell'arretrato) e l'introduzione della percentuale del 20% di tale ammontare da utilizzare entro il 31/03/2011.
Spauracchio per chi non dovesse rispettare tali disposizioni è la mancata approvazione da parte di Risorse Umane dell'intero piano: cioè niente ferie?!
Nell'allegato troviamo poi la vera novità: l'esortazione rivolta ai Responsabili delle U.O. a fare in modo che gli ex-festivi vengano utilizzati in via prioritaria rispetto alle ferie e che eventuali assenze prive di causale ad hoc vengano targate come tali, in modo che "la monetizzazione di tali permessi in caso di mancato utilizzo nell'anno di competenza debba rappresentare una casistica accessoria e residuale".
Non possiamo che ripeterci: nessuna circolare aziendale può prevalere sul CCNL né tantomeno su Leggi dello Stato, Disposizioni Ministeriali e sentenze della Corte di Cassazione.