Archivio SALLCA CUB - Page 16
DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA
Dopo le prime settimane di avvio degli orari estesi riteniamo di poter essere in grado di esprimere una valutazione di forte preoccupazione sull'esito dell'operazione. In allegato trovate la nostra analisi e le nostre proposte per una gestione decente dei nuovi orari, che sia rispettosa delle esigenze dei lavoratori e possa avere una ricaduta positiva anche nell'interesse aziendale. Leggendo l'articolato del nuovo contratto nazionale abbiamo notato che non sono scomparse alcune tutele individuali come la mezz'ora che deve intercorrere tra fine dell'orario di sportello e la fine dell'orario di lavoro e come il limite di adibizione individuale di sei ore e trenta minuti allo sportello. Nessuna deroga è stata concessa con accordi aziendali. L'attuale articolazione degli orari viola queste norme e chiediamo ai sindacati firmatari di spiegare ai lavoratori, prima che a noi, le ragioni del loro silenzio su questo aspetto. Ricordiamo, infine, che nei giorni corrispondenti alle festività soppresse (19 marzo, 9 maggio, 30 maggio, 4 novembre, più il 29 giugno per chi avesse il sabato lavorativo), eventuali assenze non retribuite determinano la perdita di un giorno di ferie. Anche i giorni di solidarietà (minimo due per il 2013), essendo solo parzialmente e indirettamente retribuiti, determinano lo stesso effetto ed è opportuno non fissarli nelle date citate.
Nei giorni scorsi, in alcune piazze, si sono svolte le assemblee per festeggiare l'uscita di altri 127 colleghi a seguito dell'ulteriore accordo a chiusura delle "tensioni occupazionali" e celebrare il SUCCESSO dei sindacati firmatari. L'accordo, come già chiarito, chiama nuovamente a pagare i lavoratori seppur in termini di ammortizzatore di categoria e di riduzione del personale e, seppur attuato interamente su base volontaria, apre lo spazio ad una seria riflessione sul ruolo del sindacato e sulle condizioni di lavoro, in senso olistico, dei colleghi: salario, orari, pensionamento, durata, qualità, clima. (altro…)
In queste ultime settimane alcuni scandali bancari – come ad esempio MPS e Banco Desio – hanno evidenziato il rapporto malato che esiste in Italia tra la politica, le Istituzioni, gli Organi di Controllo e le banche.
E' necessario bloccare l'arroganza dei banchieri a cominciare da casi emblematici come quello del giovane Enrico Ceci, licenziato per ben due volte prima ancora del regalo fatto ad aziende e banchieri con la riforma Fornero.
A 24 anni, quando ancora era dipendente di Cassa di Risparmio di Cesena presso la Filiale di Parma, Enrico Ceci (già protagonista di una vicenda simile con Banco Desio apparsa anche su Report) ha avuto il coraggio di segnalare e denunciare, prima all'interno della banca e poi alla magistratura e Banca d' Italia, illeciti di rilevanza penale.
Il 21 c.m. si è tenuto l'incontro tra le parti firmatarie dell'accordo del 29/11/2012. La domanda supera di gran lunga l'offerta: 916 le richieste di esodo e 375.000 le giornate opzionate dai colleghi su 650 posti e 220.000 giornate disponibili. A detta dei sindacati firmatari è un successo … ancor più di quanto non lo dichiari l'azienda stessa che, evidenziando peraltro una certa difficoltà organizzativa, è quella che ha imbastito queste "tensioni occupazionali" e alla fine porta a casa il risultato.
"I colleghi hanno apprezzato l'Accordo … ", "la bontà delle condizioni previste dall'Accordo … ", "si è data l'opportunità a tanti colleghi di coniugare il lavoro con le esigenze personali …". I sindacati firmatari (soprattutto la FABI) gongolano alla vista dell'enormità delle richieste invece di preoccuparsi seriamente (avrebbero già dovuto farlo prima), tutti intenti a raccontare in giro quanto sono stati bravi.
Partiamo intanto dal presupposto che quando preferiscono pagarti per stare a casa piuttosto che per lavorare, qualcosa non gira nella maniera giusta (lo sanno bene operai ed impiegati dell'industria e del commercio) e magari dovrebbe sorgere un minimo di preoccupazione …
Anche quest'anno, secondo una liturgia ormai collaudata, le nostre strutture di rete e di sede sono state rimescolate, accorpate e stravolte in vario grado. Sembra irrinunciabile il fatto di presentarsi al mondo con una "nuova banca" tutti gli anni, anche se la sostanza dei cambiamenti ha ben poco di nuovo e somiglia pericolosamente al restyling di un'azienda decotta.
Chi non ha avuto il discutibile piacere di essere trasferito, ammassato con altre decine o centinaia di colleghi in "batterie di polli" (altrimenti detti "nuovi uffici sperimentali"), o demansionato in ruoli più modesti senza nessuna considerazione per risultati e trascorsi personali potrebbe liquidare con un'alzata di spalle le "novità" e tentare, come si è sempre fatto, di andare avanti col lavoro quotidiano. Sempre più pesante e complicato, ma pazienza; tutti gli anni sono "sfidanti", tutti gli anni ci sono paletti nuovi in mezzo a cui fare lo slalom.
Le novità però quest'anno sono parecchie e non promettono nulla di buono. (altro…)
"La scelta di Mussari è destinata a dare maggiore dinamismo e aggressività all'associazione bancaria italiana, non solo per ragioni caratteriali e anagrafiche ma anche per la complessità che il settore del credito deve affrontare, non solo sul mercato nazionale ma anche europeo e globale, dalla grande crisi che non può dirsi ancora definitivamente alle spalle, alle pressioni dei governi nazionali ma anche delle istituzioni comunitarie sul settore bancario a cui si chiede di restituire ed "emanciparsi" dagli aiuti pubblici ricevuti nel pieno della crisi".
Giuseppe Chiellino, Il Sole 24 Ore, 23/6/2010, in occasione del 1^ mandato di Mussari a presidente ABI
Crediamo sia a tutti evidente, oggi, che la necessità di "emanciparsi" dagli aiuti pubblici non avrebbe dovuto consigliare all'ABI di affidarsi proprio a questo avvocato penalista, diventato banchiere solo per la sua assoluta e indiscussa obbedienza al PD, che prima come Pci e poi come D.S., da 60 anni, controlla tutto quello che avviene a Siena ed in particolare nel Monte dei "Fiaschi". Tra l'altro risulta che Mussari, l'uomo che in allegra compagnia ha distrutto una banca con sei secoli di storia, abbia girato in 10 anni quasi 700.000 euro nelle casse del partito: le porte girevoli tra politica e banche portano denaro su entrambi i versanti! Lo sanno anche gli altri partiti, naturalmente: basta ricordare il crack Credieuronord per mano Lega Nord e il pasticcio Credito Cooperativo Fiorentino del coordinatore Pdl Denis Verdini… (altro…)
Quest'anno i giorni di ex festività sono quattro ricordando sempre che per i quadri direttivi uno andrà "devoluto" al Fondo per l'occupazione.
Riepiloghiamo i giorni di ex festività ricordando che in questi giorni eventuali assenze non retribuite (permessi ed aspettative non retribuite) determinano una doppia penalità (perdita dello stipendio e di un giorno di ferie) mentre non ci sono problemi se ci si assenta per ferie, banca ore, malattia, donazione sangue, ecc.
Martedì 19 marzo
Giovedì 9 maggio
Giovedì 30 maggio
Lunedì 4 novembre
Inoltre il 2 giugno cade di domenica ed in questo caso è previsto, a scelta, il pagamento della giornata o la fruizione di un ulteriore giorno di riposo. (altro…)
L'introduzione dei nuovi orari (8-20 o addirittura 7-22 con accordo sindacale) col rinnovo del CCNL era stato giustificato con l'esigenza di creare nuove opportunità per l'occupazione.
Ora che Intesa Sanpaolo fa da battistrada nell'applicazione dei nuovi orari la giustificazione è diventata che si devono riassorbire gli esuberi delle filiali che sono state/verranno chiuse.
Già da questa premessa la sensazione di presa in giro diventa forte, tanto più se si aggiunge che le prime filiali "sperimentali" sono partite senza incremento di organico, mentre l'anticipo sui tempi di uscita dei lavoratori esodati non è certo stato d'aiuto.
In queste condizioni e con dei modelli di turnazione a dir poco surreali, la partenza non poteva che essere in salita e ci voleva poco a prevederlo. Vediamo alcune incongruenze del "progetto". (altro…)
Si sono concluse nei giorni scorsi le assemblee sull'accordo del 19 ottobre su occupazione e produttività.
Il primo dato che impressiona è che ha partecipato alla consultazione un numero risibile di colleghi (14.351 lavoratori in tutto). Non saranno certo i 900 addetti delle Casse dell'Umbria a cambiare la realtà, in un Gruppo che annovera già solo nel perimetro Italia oltre 70.000 lavoratori: è andato a votare soltanto un lavoratore su cinque! Il Sì ha vinto con il 58%, contro il 33% dei No ed il 10% degli astenuti: ne consegue che solo in 8.300 approvano l'accordo sindacale! (altro…)
Alla vigilia di Natale è arrivato ai lavoratori uno sgradevole pacco regalo che promette di peggiorare le già pessime condizioni lavorative nel Gruppo Cariparma: l'accordo integrativo dell'accordo quadro di giugno 2012 sulle ricadute occupazionali del Piano Strategico 2011-2014.
E' un accordo siglato sotto la spinta aziendale per ridurre i costi e contiene alcune misure, sulla cui liceità ci sarebbe da discutere, che andiamo a riassumere. (altro…)