Archivio SALLCA CUB - Page 23
Nel messaggio che ha inviato al momento dell'assunzione del nuovo incarico c'è un passaggio che ci ha particolarmente colpiti e che riportiamo: "Innanzitutto il cliente al centro dei nostri pensieri, in maniera direi ossessiva. E' la nostra ricchezza presente e futura, in buona parte ancora inesplorata".
Ci ha colpito perché poco tempo fa (era grosso modo novembre), i direttori dell'Area Torino venivano richiamati ad una maggior attenzione sull'accentramento delle operazioni presso i back office: l'Area Torino risultava agli ultimi posti nella graduatoria relativa.
Le facciamo presente che, se il cliente deve restare al centro dei nostri pensieri, le indicazioni aziendali sull'accentramento delle procedure sono quanto mai inopportune e ci scuserà se, essendo ancora esseri pensanti (come peraltro molti altri colleghi), non le applicheremo in maniera sistematica, ma solo usando il buon senso.
Nessun aumento salariale per il 2011 e 5 mesi del 2012.
Nessun recupero inflattivo per il triennio precedente.
Aumenti medi dichiarati di 50 euro al mese a partire dal mese di giugno 2012, altri 50 dal giugno 2013, altri 70 dal giugno 2014: soldi che non contano per TFR, Fondo Pensione, trattamento di quiescenza.
TFR calcolato per 3 anni solo su stipendio, scatti anzianità ed ex ristrutturazione tabellare.
Blocco degli scatti d'anzianità per 19 mesi.
Contratti complementari con tagli salariali del 20% e orari di 40 ore.
Salario d'ingresso con abbattimento tabellare del 18%.
Un giorno in meno di banca ore o ex-festività per 5 anni per assunzioni solo presunte.
Orari di sportello dilatati nella fascia oraria 8-20 o addirittura 7-22.
Forzature sull'obbligo di fare le ferie arretrate e quelle di competenza.
Fungibilità dei Quadri Direttivi dal 1^ al 4^ LivelloAccorpamento di VAP e premio incentivante con rischio di perdere anche il primo.
Era questa la piattaforma votata dai lavoratori?
Dovevamo aspettare un anno per ottenere queste brillanti conquiste?
Se è sopraggiunta la crisi non era doveroso tornare in assemblea?
C'è qualcos'altro che possiamo fare per finanziare le banche?
Si è concluso nel peggiore dei modi e senza un minuto di sciopero il rinnovo del contratto dei bancari: una sceneggiata nel metodo e un obbrobrio nei contenuti.
A fronte di un contesto di crisi innegabile, i sindacati firmatari hanno deciso di farvi fronte cestinando la loro già poco credibile piattaforma e limitandosi ad emendare quella della controparte, scaricando sacrifici sui lavoratori per aiutare i poveri banchieri.
Una trattativa lampo con comica finale: il 18 gennaio veniva raggiunto verbalmente l'accordo, il 19 si riapriva il confronto perchè il testo non coincideva con quanto concordato. Ancora l'altra settimana stavano girando due testi diversi!!!!
Nel merito: non c'è il recupero del potere d'acquisto, vi sono perdite su importanti parti normative, viene allargato in modo insensato l'orario di sportello e "difesa" l'area contrattuale con forti sconti alle aziende sulle nuove assunzioni.
Come avevamo previsto già un anno fa, si va verso la replica del pessimo film già visto nel 1999. Si era già capito cosa stava succedendo dalla firma dell'accordo quadro sul nuovo modello contrattuale ad ottobre.
Di fronte all'avanzare della crisi economica è evidente che lo scenario è cambiato, ma appunto per questo sarebbe stato doveroso tornare dai lavoratori per spiegare come si intendeva affrontare il nuovo scenario.
Invece, dopo aver ottenuto un consenso a buon mercato su una piattaforma tanto "audace" quanto poco credibile (ricordiamo che su molti punti le richieste erano più avanzate di quelle presenti nella piattaforma della Cub-Sallca), i sindacati del primo tavolo hanno preferito farsi dettare tempi ed agenda dall'Abi, guidata dal tristemente noto Francesco Micheli, che ha subito messo a profitto l'esperienza maturata in Intesa Sanpaolo. (altro…)
Comunicato della segreteria nazionale del Cub-Sallca
E' calato il silenzio sulle trattative (che in realtà proseguono) per il rinnovo del CCNL del credito. Nulla si sa degli incontri del 15, 16, 17 e 20 dicembre. Tira aria di chiusura frettolosa: vedremo se sarà così e con quali contenuti. Intanto nelle aziende stanno accadendo cose gravi e ogni vertenza viene gestita localmente, mentre sarebbe necessario uscire dalle lotte isolate e unificarle contro il comune oltranzismo delle diverse banche. Deutsche Bank ha esternalizzato un pezzo di consorzio, CRES, vicenda di cui avevamo già parlato.L'esternalizzazione dell'amministrazione del personale del gruppo Unicredit resta sospesa ma non è certo rientrata. Intanto nel gruppo Intesa Sanpaolo si licenzia!! Nell'acquisizione di Banca Monte Parma la capogruppo intende ridurre l'organico di 100 unità (su 600) ricorrendo al fondo obbligatorio per 80 colleghi (e bisognerà vedere cosa accade con la manovra sulle pensioni) e licenziandone 20. Leggete i dettagli nell'allegato. Intanto 33 lavoratori del Banco Emiliano Romagnolo (banca in amministrazione straordinaria), licenziati e confluiti nella sezione emergenziale del fondo di solidarietà, sono stati assunti in Intesa Sanpaolo con clausole capestro. La banca che, ricordiamolo, incassa l'indennità che sarebbe spettata ai lavoratori per due anni, li ha assunti per mansioni di call center a queste condizioni: per 4 anni inquadramento a 3A1L, 20% in meno di retribuzione e di Vap, settimana lavorativa di 40 ore, buono pasto da 3,50 Euro. Complimenti alla banca etica…
E' passato poco di più di un anno da quando Intesa Sanpaolo acquisiva la maggioranza azionaria di Banca Monte Parma (prima il 51%, impegnandosi poi a salire al 79%), azienda in difficoltà e con i conti in disordine.
Il gruppo del futuro ministro dello Sviluppo (sic!!) ha pensato bene di ammortizzare il costo dell'investimento castigando i lavoratori, in nessun modo responsabili del dissesto aziendale.
Su 600 dipendenti, secondo Intesa Sanpaolo, 100 sono di troppo: 80 dovranno uscire con accesso obbligatorio al Fondo Esuberi (riforma Fornero permettendo) e 20 dovranno essere licenziati. Questi ultimi subirebbero un licenziamento individuale con accesso alla sezione emergenziale del Fondo di Solidarietà che consente l'erogazione di un sussidio di disoccupazione per 2 anni.
La grave crisi che rischia di portare al default il paese e le banche potrebbe rendere trascurabili le misere scorrettezze che contrassegnano la gestione ordinaria di questa azienda. Invece non dobbiamo fare passare in cavalleria la tracotanza con cui il management gestisce le politiche di incentivazione, sulla base del principio di fare prima di tutto i propri personali interessi. Già in passato avevamo assistito a vicende curiose, scelte apparentemente irrazionali, logiche premiali incomprensibili: sembravano però frutto del caso. Invece bisogna constatare, ancora una volta, che esistono dipendenti e divisioni di serie A ed altri di serie B, che alcuni vengono premiati senza particolari meriti, e che, per fare un esempio lampante, la Banca dei Territori è figlia di un dio minore, perché al premio può arrivare solo per miracolo. Ma prima di raccontare quanto succede nel 2011, ricordiamo cosa è successo per l'anno precedente.
Per il sistema incentivante 2010 sono stati distribuiti in tutto 115.896.000 euro al 30% dei colleghi del Gruppo. La distribuzione però è stata molto disomogenea.
Ai 46.293 dipendenti della Banca dei Territori sono andati 24.825.000 €: hanno preso il premio solo 7.560 persone (il 16%) per 3.284 € medi pro capite. Alle altre Divisioni è andata un po' diversamente. Proviamo a fare un po' di conti, sapendo che il premio medio è un mero dato statistico e che le differenze individuali sono notevoli.
Sul contesto generale della crisi rimandiamo ai nostri comunicati sull'argomento.
In questo volantino vogliamo solo affrontare la questione delle scelte che, dopo approfonditi studi, vengono messe in atto dalle aziende di credito verso la clientela. Ci riferiamo alle iniziative che vanno dall'accentramento delle operazioni nei back office alle nuove e talvolta stravaganti, nelle denominazioni, segmentazioni della clientela.
La scelta di spingere per filiali "tutte commerciali" viene ormai attuata in fotocopia (magari non usare gli stessi consulenti?) da tutte le principali banche. Aveva forse cominciato Unicredito, sperimentando la chiusura delle casse al pomeriggio ed accentrando molte operazioni, forti di una certa tradizione nel mandare il lavoro nell'est europeo.
Non vogliamo certo dire che l'attuale crisi del gruppo sia dipesa da queste scelte, ma una maggior cura del cliente, soprattutto in questa fase, riteniamo avrebbe fatto comodo.
Stesse modalità operative, per continuare con gli esempi, in Cariparma, che sull'accentramento delle operazioni arrivava già con l'esperienza di Intesa. Lì la cura del cliente si spingeva al punto di non procedere con la chiusura definitiva dei conti in estinzione fin quando…non ne veniva aperto uno nuovo. Poi una "sollecitazione" di Banca d'Italia li ha spinti a cambiare atteggiamento…
Commenteremo in modo più preciso le misure prese dal governo Monti, ma i provvedimenti annunciati confermano tutte le nostre preoccupazioni. Un governo insediato dalle oligarchie finanziarie, composto dai loro amici (rimandiamo al nostro precedente volantino per ricordare gli incarichi in Goldman Sachs del duo Monti-Draghi: altrochè conflitto di interesse) e votato a chiedere sacrifici secondo le consuete modalità: tagli alle pensioni, alla sanità, ai trasporti e tasse che colpiscono pesantemente anche gli strati inferiori della popolazione (Ici e Iva).
Le misure usate come paravento per coprire le vergogne (tassa sui beni di lusso e sui capitali "scudati") hanno quasi il sapore della beffa: chi ha beneficiato dello scudo fiscale ha esportato illegalmente all'estero capitali che sarebbero stati tassati al 40%. Li ha fatti rientrare pagando il 5% e oggi gli si chiede un ulteriore salasso del 1,5%!!!!
Per l'ineffabile Monti non c'è alternativa tra sacrifici e fallimento. L'alternativa c'è: far pagare chi non ha mai pagato!
E' non senza una vaga spiacevole sensazione che, giusto a un anno di distanza, ci ritroviamo a commentare la firma degli accordi relativi al VAP 2010, ormai giunto a traguardo per la totalità delle principali aziende del gruppo. Spiacevole non tanto per il risultato economico, al quale, seppur non pienamente appagante se rapportato ai principali gruppi bancari, concediamo (e voi concedeteci la battuta) la sufficienza, quanto per modi, tempi e risvolti che anche in questa occasione lasciano aperte obiezioni e interrogativi, ai quali le OO.SS. firmatarie riservano giustificazioni oltremodo capziose a beneficio di una platea purtroppo non immune alle loro, a volte grossolane, mistificazioni.
Cominciamo però col registrare positivamente che i premi relativi alle singole aziende sono alla fine risultati, tranne che per gli istituti più piccoli, non troppo differenti tra loro. Per il resto il teatrino si è perpetuato senza grosse novità. Lo avevamo previsto l'anno scorso, vedasi il nostro volantino "Senza infamia e senza lode" del 2010, e così è stato.
Anche quest'anno la trattativa in odore di dejà vu era partita (con il vergognoso ritardo che abbiamo già avuto modo di commentare abbondantemente) prima dell'estate ed aveva visto il gruppo muoversi su importi che avevano tutto il carattere dell'elemosina: si parlava di 300 euro lordi. Come da copione ad ottobre si è assistito al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci: è bastato ancora una volta avvicinarsi alla pubblicazione della terza trimestrale perché la banca premiasse anche la pazienza dei dipendenti ed il lavoro svolto dai propri "anestesisti". (altro…)