Archivio SALLCA CUB - Page 30
Com'è trascorso questo primo anno di fusione Alleanza-Toro nel gruppo Generali?
Cos'è cambiato?
Il quadro generale del post fusione è una galassia nebulosa che gira vorticosamente ma che dà l'impressione che tutto stia fermo.
Ci si rende conto che abbiamo perso la nostra identità di lavoratori e d'Azienda, ci si scambiano timori e impressioni alla macchinetta del caffè sul processo d'accorpamento/fusione, sul ruolo della sede di Torino, su mansioni, organici, sulla professionalità dei lavoratori.
Ma quale sia il quadro delle sinergie e dei processi d'aggregazione delle attività con Alleanza e con la Capogruppo è sconosciuto.
Con queste considerazioni non vogliamo apparire nostalgici fuori dal tempo ma contribuire con una proposta a tenere in piedi una discussione collettiva.
L'azienda è tornata all'attacco sulla questione della programmazione e fruizione delle ferie (sia quelle arretrate sia quelle relative all'anno in corso) con un comunicato dove viene perentoriamente indicato che "la loro fruizione non ammette deroghe, rendendosi pertanto obbligatorio esaurire completamente la dotazione di ferie annuale entro l'anno di competenza (ferie spettanti dell'anno 2010 entro il 31 dicembre 2010).
Viene inoltre ricordata la circolare che così dispone:
Il 3 ottobre è stato firmato l'accordo sulla nuova cassa sanitaria di gruppo.
Il testo completo (in allegato) consta di 55 pagine e richiede un'analisi attenta ed approfondita.
I toni trionfalistici del volantino dei sindacati firmatari ci sembrano esagerati e sarebbe opportuna una riflessione più meditata.
Il comunicato di varie associazioni pensionati, che riproduciamo sotto e che è uscito su Stampa e Corriere della Sera del 30 settembre, ci ricorda che la delicata questione della parità di trattamento per i pensionati (garantita nella Cassa di Intesa) è molto importante. (altro…)
Sono ripartite le trattative tra le OO.SS. e Ubi Banca al tavolo di via Calvi a Bergamo, dopo i "toni franchi", "senza sconti" e "nel rispetto dei ruoli" (ci sarebbe mancato altro…) del primo round con l'A.D. Dott. Massiah.
Da qualche indiscrezione apparsa sui giornali pare che in quell'occasione il Consigliere Delegato abbia cercato di convincere le controparti che una "corazzata" come la Banca Popolare di Bergamo trovi difficoltà nel raccogliere brillanti risultati, come al contrario ha sempre fatto, non a causa della raffica di colpi mortali a cui è stata sottoposta (i tagli al personale, la lentezza delle nuove procedure, le razionalizzazioni, gli switch sportelli e chi più ne ha ne metta) ma per l'elevato costo del personale, tanto da paventare un possibile ulteriore intervento sull'occupazione dopo l'accordo sui 500 di recentissima memoria.
D'altro canto, giungono voci che alcuni dirigenti, evidentemente "insostituibili", usciti dalla porta con un lauto incentivo, stiano rientrando dalla finestra in veste di consulenti (chissà con quali compensi) alla faccia del contenimento dei costi e delle "maestranze" ai piani bassi. (altro…)
L'Azienda è tornata pesantemente all'attacco sulla questione delle ferie (sia quelle arretrate sia quelle dell'anno in corso), e sulle ex – festività.
A questo proposito, pur nella consapevolezza della difficoltà che ognuno di noi può incontrare nel doversi opporre singolarmente alle richeste "pressanti" dell'Azienda e sapendo dunque che il problema potrà essere risolto davvero solo in modo "collettivo", vogliamo fare alcune precisazioni.
Ancora una volta l'Azienda fa delle pesanti forzature nell'interpretare gli articoli del Contratto Nazionale che parlano di ferie: in una comunicazione dell'Area Torino, Valle d'Aosta e Piemonte Nord viene detto che l'azienda può disporre le ferie d'ufficio, prendendo a riferimento l'art. 49 c. 4 del CCNL: non è vero, l'articolo in questione non autorizza tale interpretazione! (altro…)
La ristrutturazione della filiale di Intesa Sanpaolo di Piazza Massaua è stata l'occasione per rivedere anche l'assetto delle postazioni di cassa.
Vista la continua riduzione di personale e di cassieri, che diventava piuttosto evidente con i posti di lavoro vuoti, si è pensato bene di mettere in pratica un'idea geniale: abbiamo ridotto gli impiegati? Riduciamo allora anche il numero delle casse!!!
Questo sarebbe il meno (tanto il personale non c'è), ma, si sa, non c'è mai limite al genio creativo: visto che i tempi di attesa sono destinati ad allungarsi, chi ha diretto i lavori ha pensato di completare l'opera riducendo anche le poltroncine per il pubblico!!!
E già: ci sono meno cassieri, meno casse, vuoi che poi ci siano troppe poltroncine?
Così chi aspetta di essere servito aspetterà di più e…in piedi!
Il 21 settembre 2010 il Tribunale di Napoli ha sentenziato l'illegittimità del provvedimento disciplinare (inizialmente 4 ore di retribuzione, successivamente ridotte a biasimo scritto) assunto il 29/12/2006 nei confronti del nostro R.S.A. di Napoli, reo di avere diffuso, attraverso il PC aziendale, un volantino nazionale della CUB con cui si proclamava uno sciopero generale contro la Finanziaria del Governo Prodi.
Tra i circa 150 destinatari di quel comunicato uno (o più di uno ) tra questi, vestiti i panni di delatore, ha informato l'Azienda, che non si è fatta pregare per intervenire pesantemente.
E' sempre sbagliato personalizzare troppo gli eventi, ma è indubbio che la caduta dell'osannato ex-supermanager abbia un significato simbolico importante.
Noi non ci siamo mai uniti al coro osannante e possiamo, a buon diritto, criticare il suo operato, non per la scarsa capacità di produrre profitti nell'ultimo periodo del suo regno, ma per la gestione complessiva di tutto il periodo in questione.
Diciamo pure che le sue colpe andrebbero in gran parte condivise proprio da quelli che oggi lo hanno tirato giù dal piedistallo, quegli azionisti silenti che per anni hanno incassato miliardi di dividendi e di plusvalenze, per poi svegliarsi di botto quando il capo ha loro richiesto sette miliardi di euro, con due aumenti di capitale, per restare a galla.
Non smette, per fortuna, il tambureggiare di guerra delle OO.SS. di Ubi Banca che, sollecitate dai lavoratori, chi più chi meno, sembra si siano finalmente riappropriate del loro ruolo. Ci auguriamo che non sia la solita sceneggiata a cui ci hanno purtroppo abituato: tutti ricordiamo i proclami del "no pasaran" alla vigilia della costituzione della società di servizi UBISS (e la fine che hanno fatto), l'accordo firmato di soppiatto un 14 agosto (rigorosamente non votato dai lavoratori) e le garanzie scritte sulla sabbia.
Ora il punto cruciale è NON MOLLARE.
CORTE DI APPELLO DI ROMA
DISPOSITIVO
La Corte, definitivamente pronunciando, rigetta l'appello e, per l'effetto, conferma la Sentenza impugnata."