Archivio SALLCA CUB - Page 45
Ne avevano le scatole piene: di rapine, di carenze di organico, di lavorare in mezzo ad un cantiere.Dopo vani tentativi di ottenere qualche risultato, i colleghi hanno chiesto di poter scioperare e lo hanno fatto in modo massiccio: il 1 agosto la filiale è rimasta chiusa con il solo direttore presente.
Avevamo detto fin dall'inizio che uno sciopero non avrebbe risolto tutti i problemi, ma i lavoratori hanno mostrato grande maturità ed hanno comunque voluto dare un segnale forte del loro disagio.
I problemi d'organico non sono certo un'esclusiva di questa filiale, ma da tempo i carichi di lavoro si erano accresciuti (apertura di decine e decine di conti a clienti in "fuga" da Cariparma), senza mai ricevere un segnale di attenzione dall'Area.
Venerdì 1 agosto la filiale "Stadio" di Intesa Sanpaolo sarà in sciopero.
1/8/08 – ULTIM'ORA: NELLA FILIALE STADIO E' PRESENTE SOLO IL DIRETTORE!!
TUTTI I COLLEGHI HANNO SCIOPERATO E LA FILIALE SARA' CHIUSA TUTTO IL GIORNO. GRAZIE A TUTTI!
Vogliamo spiegare alla clientela le ragioni di un'agitazione in una data così inusuale, certo non motivata dalla volontà di aggiungere un giorno alle vacanze estive.
La filiale "Stadio", dopo la fusione, ha subito una riduzione di personale, oltretutto in un contesto di aumento del lavoro per l'apertura di numerosi conti da parte di clienti delle filiali cedute a Cariparma.
A questa situazione i responsabili dell'Area Torino hanno risposto in maniera del tutto inadeguata, anzi, alcune scelte sui trasferimenti del personale sono parse fatte apposta per creare ulteriori disagi.
Alla carenza di organico si è aggiunta la totale indifferenza dei responsabili della Sicurezza nei confronti delle richieste dei lavoratori, che il 1 aprile hanno subito una rapina particolarmente violenta.
Questi atteggiamenti dei vari responsabili non sorprendono, visto che tutta la banca vive una comune condizione di organici insufficienti e di carenza di sicurezza.
In questo contesto, la filiale "Stadio" vive in maniera più acuta problemi che sono generali. (altro…)
Le fusioni bancarie mietono ogni giorno nuove vittime: accade in modo ormai sistematico che i rappresentanti sindacali, che trattano, aiutino attivamente le aziende a portare a casa i risparmi previsti da piani industriali, ambiziosi e irrealistici, comunicati ai mercati all'inizio del processo d'integrazione e già impostati con l'unico vero obiettivo d'incrementare i profitti a favore della rendita finanziaria. Il drastico cambiamento degli scenari di mercato rende sempre più difficile la realizzazione degli obiettivi di ricavo dichiarati e rende quindi necessaria una "stretta" ulteriore sui costi del personale.
Così accade che in Intesa Sanpaolo si sia giunti al terzo accordo per il Fondo Esuberi (del quale abbiamo scritto a parte), che ha portato ad un totale di 9.000 uscite (6.500 già andati, altri 2.500 in dirittura di arrivo, oltre a centinaia di dimissioni spontanee). In Unicredit-Capitalia la cifra iniziale di 5.000 esodi è stata superata in accelerazione, raggiungendo la bellezza di 8.000. La condizione lavorativa è talmente insopportabile che anche i più refrattari accettano, volenti o nolenti, di scappare il prima possibile, arraffando un po' di incentivi (sempre meno) ed un sconto di pena che potrebbe essere compromesso da nuove manovre sulla previdenza.
LA CRONOLOGIA DEGLI EVENTI
L'ODG DELL'ASSEMBLEA DEL 29/4
LA LETTERA DEL SALLCA ALL'AZIENDA DEL 20/5
IL VOLANTINO DISTRIBUITO ALLA CLIENTELA
Cosa dovrebbe fare un "sindacato vero"?
Come si conviene ad ogni giallo d'autore, è bene cominciare dall'inizio: il 18/04/08 la filiale 21 di Torino viene rapinata. Fin qui, nulla di nuovo: le rapine sono ormai tristemente all'ordine del giorno, salvo semmai per le modalità particolarmente violente con cui la stessa si è verificata (cosa anche questa che sta diventando altrettanto frequente: vedi gli episodi verificatisi all'Agenzia Stadio (ex Intesa) per esempio, con maltrattamenti più o meno gravi a carico dei lavoratori presenti. Un dato accomuna la quasi totalità degli ultimi episodi e caratterizza l'aumento esponenziale del fenomeno: la mancanza del servizio di guardia.
Si è conclusa nel modo peggiore la vicenda del fondo esuberi.
L'accordo è un capolavoro d'ipocrisia scritto in sindacalese stretto.
Quello che emerge è che l'azienda aveva bisogno di conseguire il previsto risparmio di 425 milioni di Euro e l'ha ottenuto. Nonostante le richieste di accesso al fondo superassero il numero di "esuberi" dichiarati, l'azienda voleva che una platea ben definita di lavoratori se ne andasse (quella di chi aveva maturato il diritto alla pensione) e quella se ne andrà: l'accordo prevede, di fatto, l'obbligatorietà dell'esodo. Entro il 30 settembre i lavoratori che accetteranno consensualmente l'uscita avranno un'annualità a titolo d'incentivo. Dopo quella data "cesseranno" comunque dal servizio. Tradotto: saranno licenziati.
Molti lavoratori si sono stupiti che, in questa banca sull'orlo di una crisi di nervi, ci fossero degli "irriducibili" che non volessero andarsene. Noi riteniamo che nessuno possa entrare nel merito delle scelte individuali, tanto più che non esiste un'emergenza occupazionale, come i lavoratori ben sanno, vista la carenza cronica di organico.
Quest'accordo sancisce il principio dell'obbligatorietà e crea un pericoloso precedente che potrà avere nefaste conseguenze in futuro.
Che lo Small Business sia da tempo sotto pressione, soprattutto per la carenza degli organici, è cosa ormai nota: diversi gli impegni presi dall'azienda, almeno per la rete ex Sanpaolo, poche le promesse mantenute.
Il nodo centrale rimane, quindi, la carenza di personale, problema ormai comune a tutti gli uffici, ed in particolare nelle filiali, reso ancor più grave dalla fusione e dall'avvio "anticipato" del fondo esuberi.
Incurante della situazione di estrema difficoltà in cui si muovono addetti e gestori Small Business, l'azienda ha come sole preoccupazioni i budget da raggiungere ad ogni costo. Si, proprio ad ogni costo!!
Questo atteggiamento trova conferma nelle varie riunioni plenarie fatte, in giro per l'Italia, con la presenza del responsabile commerciale dello Small Business, con appresso professionisti dediti alla formazione del personale, così come avvenuto nella riunione in Piazza San Carlo nella giornata di lunedì 19 maggio 2008 dedicata ai gestori Small Business di Torino e provincia. (altro…)
Sono giorni di fuoco, questi, per la città di Genova, con le note inchieste aperte sui "poteri forti" locali.Giorni che ci toccano molto da vicino, dato che l'attenzione è caduta anche sulla "nostra" Banca e sulla "nostra" Fondazione.
La "nostra" Fondazione, nel cui Statuto si legge "La Fondazione ha per scopo esclusivo il perseguimento di fini di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico".
Questa frase stride non poco con ciò che è risaputo: per il controllo di molte delle fondazioni bancarie, e quella Carige non fa eccezione, esistono accordi trasversali tra politici locali, enti, istituzioni ed imprenditoria più o meno locale.
Non ci interessa certamente entrare nel merito del lavoro della Magistratura, ma provare a dare uno sguardo a ciò che sta succedendo in Fondazione Carige che potrebbe sembrare ordinaria amministrazione e/o avvenimenti che non riguardano il sistema-imprese ma singoli individui. Se invece andiamo ad esaminare gli accadimenti succedutisi negli ultimi tempi, quel primo sguardo "poco attento", e forse anche un po' "ingenuo", cambia.
Le lavoratrici e i lavoratori di Cariparma non ne possono davvero più.
Le condizioni di lavoro continuano ad essere intollerabili, con carenze di organico, problemi procedurali, pressioni commerciali insopportabili.
L'azienda ha rifiutato di aprire il confronto su questi temi e di dare risposte alle nostre richieste, che riepiloghiamo:
- Incremento degli organici.
- Rafforzamento dell'help desk procedurale.
- Allineamento dell'orario di chiusura pomeridiano dei punti operativi recentemente acquisiti a quello delle filiali "storiche".
- Fine delle pressioni commerciali.
- Circolari aziendali sull'organizzazione del lavoro che siano decisamente meno corpose e più comprensibili.
Questa azienda ha purtroppo abituato i lavoratori ad atteggiamenti poco attenti rispetto alle loro esigenze.
Si è tenuta, nei giorni 27 e 30 maggio, l'Assemblea dei Delegati per l'approvazione del Bilancio 2007 del Fondo Pensioni Gruppo Sanpaolo Imi. L'assemblea è stata più movimentata del previsto ed ha visto emergere novità significative, che ci sembra importante portare all'attenzione di tutti gli iscritti del Fondo. Il Bilancio è disponibile nell'Intranet aziendale e consigliamo ai colleghi di prendere visione perlomeno della relazione introduttiva del Presidente, che riassume le principali innovazioni che sono state apportate al funzionamento del Fondo nel corso dell'anno appena trascorso. Com'è noto, l'introduzione anticipata della Legge 252/2005 (legge Maroni) e le delibere autonome del Fondo hanno portato ad alcuni importanti passaggi:
- l'introduzione di un comparto Garantito, finalizzato a garantire una prestazione in linea con il TFR
- l'introduzione di un comparto Monetario, più adatto alle esigenze dei colleghi più avversi al rischio o vicini, temporalmente, al riscatto della posizione previdenziale;
- una modesta revisione del comparto Difensivo con maggior contenuto azionario;
- la possibilità di detenere quote di almeno due comparti e di alimentarli con flussi contributivi diversificati (già utilizzata da oltre 2000 colleghi);
- il varo di una newsletter trimestrale via e-mail per fornire informazioni più puntuali agli iscritti;
- la possibilità di ottenere un'anticipazione pari al 30% dello zainetto, senza motivazione specifica, ampiamente sfruttata da oltre 900 colleghi per un totale di circa 70 milioni di euro.
Nel settore credito abbiamo già avuto modo di sperimentare alcune delle ipotesi che dovrebbero guidare la politica fiscale del governo e l'annunciata riforma del modello contrattuale proposta da Cgil-Cisl-Uil.
L'ultimo rinnovo contrattuale del contratto nazionale dei bancari ha visto, tra le altre cose, una modifica della base di calcolo del lavoro straordinario. Il risultato finale è che, prima, la maggiorazione della paga straordinaria era nell'ordine del 25%, mentre, dopo il rinnovo, si è quasi azzerata a poco più del 5%.
L'annunciata detassazione degli straordinari taglierà fuori buona parte della categoria, perché il limite di livello di reddito per beneficiare del provvedimento è troppo alto, ma è comunque interessante vedere la "partita di giro" che si innescherebbe nel nostro settore: le aziende risparmiano, il lavoratore (in parte) recupera, ma facendo pagare allo stato. E lo stato a chi farà pagare? Alle banche ed ai petrolieri cui verranno chiesti sacrifici? Non commentiamo neanche.
Tutto questo a prescindere da una valutazione generale sul fatto che incentivare gli straordinari produce un proporzionale effetto negativo su occupazione e sicurezza del lavoro. (altro…)