Archivio SALLCA CUB - Page 7

UNICREDIT – ADDIO SONNI TRANQUILLI

Durante l'incontro tenutosi all'inizio dell'anno da Ubis con le Organizzazioni Sindacali firmatarie, l'Azienda aveva tranquillizzato i sindacalisti circa i progetti d'esternalizzazione. Ubis si era affrettata a comunicare la fine del progetto Newton e l'avvento di un periodo di bonaccia, fatto salvo poi inserire una postilla "salvo iniziative previste nel piano industriale Unicredit ed il passaggio in capogruppo delle funzioni di gestione dei processi di outsourcing".

Detto, fatto; ed ecco spuntare a tempo di record il "GOG". (altro…)

INTESA SANPAOLO – ROTTA CONTROVENTO IN MEZZO AI ROTTAMI

Il 28 marzo scorso, Intesa Sanpaolo ha presentato, in contemporanea, i dati di bilancio 2013 ed il Piano d'Impresa 2014/2017. Come già nel caso di Unicredit, di Ubi e persino di Banca MPS, la Borsa ha salutato con forti rialzi l'annuncio dei dati e del piano.
Anche ISP ha "fatto pulizia" nei bilanci, svalutando gli avviamenti per 5,8 miliardi di euro e accantonando per crediti a rischio 7,1 miliardi di euro. L'utile dell'attività ordinaria, pari a 1.218 milioni, è risultato quindi totalmente assorbito da un risultato netto negativo per 4,55 miliardi di euro. Tutti negativi gli indici più significativi del bilancio: proventi operativi netti in calo del 9%, risultato della gestione operativa in calo dell'11%, risultato corrente al lordo delle imposte in calo del 31%.

Un nuovo management tende sempre ad archiviare le perdite come esito degli errori altrui, o come evento straordinario irripetibile, mentre, senza alcun cenno di autocritica,  annuncia un taglio netto con il passato e dipinge un futuro radioso per sé, per l'azienda e per gli azionisti. Per i lavoratori, come è consuetudine in questi tempi balordi, il messaggio è forte e chiaro: "Dovete già essere contenti se vi teniamo"… (altro…)

BMPS E FRUENDO – E’ NECESSARIO CAMBIARE ROTTA

Il coinvolgimento di Alessandro Profumo nell’inchiesta sui derivati venduti a Divania ripropone l’interrogativo (che a quanto pare siamo l’unico sindacato a porsi) sull’adeguatezza del Presidente del Gruppo MPS rispetto al ruolo che riveste.
Ovviamente anche noi siamo garantisti e l’apertura dell’inchiesta non è sinonimo di colpevolezza, ma il problema è di opportunità e va oltre i risvolti giudiziari perché è indubbio che, nel periodo in cui Profumo ne era alla guida, il Gruppo UniCredit aveva spinto con forza sui prodotti derivati, piazzandoli in modo sistematico ben oltre le reali necessità che talvolta questi strumenti possono soddisfare.

Insomma, ci si chiede se chi aveva sostenuto politiche commerciali particolarmente aggressive sia oggi al posto giusto per risollevare le sorti di Monte Paschi.

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UNICREDIT – L’ITALIA IN UN MICROCOSMO (PARTE SECONDA)

Ricordate il comunicato dello scorso dicembre dal titolo "Unicredit: l'Italia in un microcosmo" ? In quel comunicato si riportava l'ennesima brutta pagina sindacale nel Gruppo Unicredit.
Le sigle sindacali avevano firmato un accordo che mandava a casa 600 bancari anziani e costosi con il sistema del prepensionamento.
A casa senza il loro consenso ma, come detto, con la benedizione di tutte le organizzazioni sindacali (ad esclusione delle RSA FISAC del Lazio: né quella di UBIS, né quella di UNICREDIT – RETE hanno firmato l'accordo del novembre 2012, nonostante fossero le uniche titolate a farlo, come prevede la Legge 223, perché solo nel Lazio c'erano 5 o più persone licenziate).
Si tratta delle  stesse organizzazioni, però, che hanno risparmiato da quell'esodo forzato proprio alcuni dei loro dirigenti. Sul banco degli imputati sono finite anche sigle "di peso"  come Fabi e Uilca.
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LA PIATTAFORMA DEL SINDACATO

E' così complicato, cari colleghi, tentare di rispettare le più elementari norme nello svolgere correttamente l'attività sindacale?
Parrebbe di sì, se consideriamo la "strategia" sindacale delle OO.SS.  "riconosciute" del settore Credito: dopo soli tre giorni di "incontri" nel gennaio 2012 firmano con ABI un contratto "allucinante", costituito tutto da tagli (ad esempio il -18% alla retribuzione degli apprendisti) e "congelamenti" economici (Tfr e molte altre voci retributive bloccate per anni), da pesanti revisioni normative (vedi possibili turni serali nelle agenzie) e da "prese per il FOC" con il fondo per l'occupazione (che impiegati e quadri alimentano d'ufficio, con il contributo solo "opzionale" di molti manager).

Dal febbraio 2012 all'ottobre 2013 le banche non assumono praticamente nessuno (primo impegno CCNL inevaso), non attivano praticamente nessuna azione di insourcing (il famoso rientro di attività appaltate, secondo impegno CCNL inevaso), anzi Unicredit e MPS esternalizzano quasi 2.000 lavoratori, continuano a "devastare" con le pressioni commerciali le agenzie e i gestori retail e corporate, nonché a "banalizzare/industrializzare" le attività "a basso valore aggiunto". (altro…)

UBIS – LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL POSTO DI LAVORO NON SONO UNO SCHERZO!

In queste ultime settimane, alla sede Ubis di Via Cambi 1 a Milano, abbiamo ricevuto numerose segnalazioni sulla "qualità della vita" in Ubis. 
E non ci riferiamo (solo) alla questione "smart working", quanto all'applicazione delle basilari norme di salute e sicurezza previste dalla legge, oltre che dal buon senso.

Nonostante le numerose e reiterate segnalazioni operate da qualche RLS di buona volontà (cosa anche questa sempre più rara) nonché dalle stesse lavoratrici e lavoratori di Ubis alle competenti strutture aziendali, dobbiamo rimarcare  uno stato di colpevole disinteresse e di perniciosa disattenzione da parte Aziendale nell'applicazione della normativa vigente sul posto di lavoro al fine di preservare la salute e la sicurezza dei lavoratori. (altro…)

UNICREDIT – IL CARROZZONE

(A proposito del piano industriale)

Quattordici miliardi di euro. Questo il risultato dell'ultima "pulizia nei conti" in casa UniCredit: praticamente un punto di PIL, o il maggior gettito dell'IMU nel 2013. Confrontato con i numeri dell'azienda l'importo è anche più impressionante: UniCredit capitalizza in borsa 35 miliardi (due volte e mezza la perdita) e ha avuto ricavi (lordi) per 24 miliardi. L'ultimo anno chiuso in utile, il 2012, ha registrato 860 milioni di euro di risultato positivo: meno di un sedicesimo della perdita attuale. Eppure il tono dell'annuncio è stato trionfalistico, come se finalmente ci fossimo affrancati da una pericolosa spada di Damocle, e i mercati finanziari, che come si sa sono giudici imparziali, hanno salutato con un forte rialzo le previsioni di un ritorno a grandi profitti in tempi brevissimi superato questo "piccolo" scoglio. (altro…)

UBI BANCA – BILANCIO 2013: QUALI PROSPETTIVE?

Per UBI ennesima chiusura di bilancio confortata dalle dichiarazioni di ottimismo, seppur moderato, dell’AD Massiah. Utile triplicato, cedola a 0,6 centesimi, titolo in crescita: la banca dal passo del “maratoneta”, aspetta a sua detta, l’aggancio della crescita per dar sfogo all’allungo.

A nostro avviso si tratta di un ottimismo di maniera ad uso e consumo della platea: senza entrare troppo nel particolare richiamiamo l’attenzione sul fatto che l’attività di intermediazione, cioè il FARE BANCA, langue e non potrebbe fare altrimenti.

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CUB SALLCA E A.D.C.U. DI NUOVO IN PIAZZA PER LA CAUSA DI ENRICO CECI IN APPELLO

MARTEDI 18 MARZO, ORE 10, BOLOGNA, PIAZZA DEI TRIBUNALI

Siamo giunti all'ennesima manifestazione per chiedere giustizia per Enrico Ceci, dipendente di Banco Desio che aveva denunciato agli organi superiori della banca l'esistenza di pratiche illecite, con "buchi" nelle procedure antiriciclaggio e aiuti a clienti che intendevano evadere il fisco e portare illegalmente i propri soldi all'estero.

In tutta risposta la banca lo ha licenziato con motivazioni pretestuose.

Che le motivazioni siano pretestuose non lo diciamo noi, ma la stessa magistratura: è notizia del 24 gennaio scorso che il Gruppo Banco Desio ha patteggiato una sanzione di 1 milione e 200 mila euro al Tribunale di Roma.
Qualche mese prima, nel marzo 2013, Banca d'Italia aveva già sanzionato i vertici di Banco Desio per 360 mila euro a fronte di carenze nell'organizzazione, nella governance e nei controlli interni antiriciclaggio.

La vicenda ha trovato ampio riscontro nelle cronache giornalistiche, vista l'ormai sterminata pubblicistica sul caso che è andato in onda anche sulla trasmissione REPORT e sulla TV tedesca RTL.
Ora ci aspettiamo che  alla Corte d'Appello di Bologna venga finalmente fatta giustizia e che si  affermi una verità ampiamente riconosciuta in altre sedi.

CHIEDIAMO GIUSTIZIA LA CHIEDONO TUTTI I CITTADINI ONESTI