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UBI BANCA – SE ME LO DICEVI PRIMA !

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    Volantino

Situazioni al limite del paradosso in UBI Sistemi e Servizi. In una cornice di grave inasprimento generale delle politiche sociali e del lavoro e in concomitanza a delicate trattative sindacali, si consumano piccoli abusi giocati sul filo meschino delle parole dette e non dette, a scapito della buona fede e dello spirito di servizio che sempre hanno animato la stragrande maggioranza dei dipendenti di questa azienda.
Orbene, quando la Direzione Risorse Umane di UBI.S invia la convocazione relativa ad un corso di formazione da tenersi nelle consuete sedi usa queste parole testuali (corsivo e grassetto nostri): “è richiesta la Sua partecipazione all’intervento formativo previsto per il giorno XX mese YY p.v. dalle ore 08:45 alle 17:00 presso le aule pinco pallino … (omissis).
Ricordiamo che è obbligo del lavoratore partecipare ad un corso di formazione organizzato dal datore di lavoro: pertanto, è necessario avvisare la scrivente Direzione nel caso in cui siate impossibilitati a presenziare alla sessione indicata, per riprogrammare la partecipazione ad una sessione successiva – se disponibile“.
MA se il collega quel giorno è in riduzione di orario per solidarietà programmata stia ben attento ad obbedire!
E’ vero, i termini sono chiari e perentori: obbligo del lavoratore a partecipare ad un corso di formazione organizzato dal datore di lavoro dalle ore 08:45 alle 17:00.
Inoltre l’allegato n. 1 alla circolare di Gruppo n. 7 dell’8 gennaio 2014 prevede che la cancellazione delle giornate e delle ore di riduzione dell’attività lavorativa accordate “è ammessa nei soli casi di concomitanza con altra motivazione di assenza ritenuta prevalente, ed è riservata alle competenti strutture di Risorse Umane, a cui gli interessati (e/o i relativi Responsabili) dovranno rivolgere istanza ai fini della relativa valutazione e dell’eventuale sostituzione del giustificativo in procedura presenze/assenze”.
Il buon senso imporrebbe che l’obbligo di partecipare ad un corso organizzato dal datore di lavoro per l’intera giornata debba essere ritenuto ragionevolmente altra motivazione di assenza prevalente (dal proprio posto abituale di lavoro), e visto che la cancellazione della riduzione d’orario è in capo alle strutture di Risorse Umane, le stesse che hanno inviato la convocazione (perché il corso non è certo dovuto ad una iniziativa del dipendente), dovrebbe essere altrettanto ragionevole l’automatismo della cancellazione senza stimolo alcuno da parte del lavoratore.
Ebbene … NON E’ COSI’!
Interpellata a corso completato integralmente al fine di vedersi riconosciuta l’intera giornata di lavoro, questa è stata l’ineffabile replica di UBI.S Sviluppo Risorse (i grassetti sono nostri):

la cancellazione della riduzione orario è ammessa nei soli casi di concomitanza con altra motivazione di assenza ritenuta prevalente dalla nostra Direzione, non per una presenza non prevista. Pertanto, non è possibile procedere alla cancellazione. Come per i colleghi part time, Lei avrebbe potuto decidere di uscire prima della conclusione del corso, se nel dubbio ci avesse contattato prima avremmo potuto confermarLe quanto indicato in normativa.

In somma, la partecipazione negli orari indicati ad un corso OBBLIGATORIO, richiesto espressamente dalla Direzione Risorse Umane è ritenuta dalla stessa “PRESENZA NON PREVISTA”! E, ciliegina sulla torta, in barba a quanto disposto si è liberi di andarsene a metà giornata se si è part-time o in riduzione di orario.
A parte il fatto che in UBI.S si fa proprio fatica a trovare colleghi a tempo parziale che vengano convocati per corsi di formazione, ma, scusate … che razza di corsi organizza UBI, che si possono lasciare a metà? … Come uscire dal cinema alla fine del primo tempo: cioè capire poco o niente del film.
Ora giudicate VOI se non è una interpretazione della norma illogica, contraddittoria, che sminuisce l’importanza dei corsi di formazione riducendoli a poco più che una perdita di tempo, ad una incombenza senza capo né coda e, cosa ancor più grave, mina il rapporto di fiducia tra azienda e lavoratori, il tutto … per non pagare un pomeriggio?
Potrebbero almeno avvisare all’atto della convocazione invece di obbligare ad una cosa e pretenderne un’altra, approfittandosi dello spirito di abnegazione dei dipendenti e cavandosela con un “se me lo dicevi prima”, che fa tanto presa in giro quanto la canzone omonima di Jannacci.
Stentiamo a credere ad una tale caduta di stile da parte dell’Azienda, ma questi sono i fatti.
PASSATE PAROLA ai colleghi affinché sappiano e possano comportarsi di conseguenza …

RIFLESSIONI SULLO SCIOPERO DEL 12 DICEMBRE

    Volantino

DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB-SALLCA

Venerdì 12 dicembre c’è lo sciopero generale indetto da CGIL e UIL cui si è unita l’UGL e, per la nostra categoria, UNISIN-FALCRI.

Per i bancari e gli assicurativi è la seconda occasione, dopo lo “sciopero sociale” del sindacalismo di base del 14 novembre, per protestare contro le politiche governative ed il Jobs Act. Non solo “articolo 18” ma anche “controlli a distanza” e “demansionamenti”, provvedimenti come noto sollecitati e attesi in particolare proprio dall’ABI. Si gioca quindi una partita decisiva anche in vista del nostro rinnovo contrattuale.

Il 12 dicembre non è chiaramente una tappa del nostro percorso. Troppo grandi rimangono le distanze che ci separano dai sindacati concertativi che sono tra i primi responsabili della situazione nella quale ora ci troviamo (come ricordiamo nel volantino allegato).

E tuttavia, di fronte all’arroganza dei banchieri e ad uno scellerato governo che fa della precarietà e ricattabilità del lavoro il suo biglietto da visita, è necessario fare fronte comune.

Le tante lavoratrici ed i tanti lavoratori che hanno scioperato con noi il 14 novembre nelle aziende e nei territori dove il SALLCA è maggiormente radicato lo hanno fatto, del resto, nella piena consapevolezza che, in una situazione così deteriorata, sono necessari tempi lunghi per far crescere e rendere più incisive le mobilitazioni e ricostruire la consapevolezza anche e soprattutto di una categoria come la nostra.

Siamo stati utili e continueremo ad esserlo.

UBI BANCA – OTTIME LE IDEE, PESSIMI I MODI

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Volantino

Volantino

Continuano ad arrivarci segnalazioni da parte di colleghi che vengono giornalmente e ossessivamente pungolati sulla questione Migrazione firme su tablet. Queste continue pressioni ansiogene, seppur volte a rendere concrete ottime iniziative che presentano positivi risvolti in tema di preservazione dell’ambiente, rischiano di configurarsi come eventi critici in materia di Stress Lavoro Correlato e minano il clima aziendale all’interno del quale il collega deve poter operare per ottemperare ai propri compiti. Tali compiti, per ciò che riguarda la firma su tablet, sono puntualmente indicati nella Circolare di Gruppo n. 295 del 27 maggio 2014 che qui brevemente riportiamo (sottolineature nostre):

“L’operatore di sportello ha il compito di proporre in via prioritaria al cliente l’adesione al contratto di Firma su Tablet qualora questi non abbia ancora aderito.
Ogni qualvolta il cliente, già firmatario dell’adesione, richiede di eseguire in filiale un’operazione di sportello, la firma su tablet gli deve essere proposta come default.
La Firma su Tablet deve poi anche essere proposta di default durante la fase di acquisizione di nuovi clienti e/o apertura di nuovi rapporti (di clienti non già aderenti): il gestore commerciale di relazione, qualora il Cliente accetti di aderire al servizio, in fase di censimento dovrà quindi raccogliere, fra le altre sottoscrizioni, anche l’adesione del Cliente al servizio Firma su Tablet”.

Come si può chiaramente evincere si parla SEMPRE di PROPOSTE al Cliente che non può evidentemente essere COSTRETTO ad aderire al servizio. La Circolare prevede inoltre che:

“Per supportare ciascuna filiale nel monitoraggio quotidiano dell’iniziativa, nella piattaforma InAction è stato predisposto un report dedicato alla Firma su Tablet con evidenza, giorno per giorno, dell’andamento della migrazione alla nuova operatività.”

Dovrebbe essere chiaro che è il monitoraggio ad essere quotidiano, non le esortazioni ad aumentare la performance, coadiuvate per di più da graduatorie comparative con altre filiali.

A questo proposito vogliamo ricordare alle Direzioni Territoriali particolarmente zelanti che esiste un Protocollo sul ‘Clima’ firmato in data 26/11/2010 dall’Azienda a seguito di incontri sindacali che hanno visto anche la partecipazione del Vertice del Gruppo UBI. In tale protocollo è esplicitamente fatto divieto di ricorrere alla divulgazione di graduatorie comparative nominative e tra filiali/unità operative. Eccone uno stralcio:

Rilevazione dei dati
La rilevazione dei dati e dei risultati commerciali sarà effettuata esclusivamente sulla base di standard predisposti ed approvati a livello centrale, evitando il ricorso a strumenti e modalità approntati ad hoc e non validati dalle preposte strutture, così come la divulgazione di graduatorie comparative nominative e tra filiali/unità operative ed evitando la compilazione manuale di report contenenti dati comunque reperibili all’interno del sistema informativo.

Si invita pertanto l’Azienda a voler intervenire con decisione al riguardo, in modo da riportare sotto controllo situazioni che, sommate al consueto livello di pressione e stress che si patisce in filiale, potrebbero raggiungere un alto livello di criticità, con spiacevoli ricadute sulla salute e l’equilibrio emotivo dei lavoratori ed inevitabili conseguenze a danno dei colleghi e dell’Azienda stessa.

C.U.B. – S.A.L.L.C.A. Gruppo UBI Banca

CARIGE – NÉ CON LA FONDAZIONE, NÉ CON “MONTANI & SOCI”, SIAMO CON I LAVORATORI

BANCA CARIGE

Volantino

Volantino

La strada sembra ormai segnata. Il percorso intrapreso dal Gruppo Carige, come commentato dai quotidiani, sembra aver come possibili sbocchi:

  • un nuovo aumento di capitale che romperebbe definitivamente con le logiche del passato. L’ex socio di maggioranza, la Fondazione Carige, non conterebbe più nulla e a quel punto la Banca sarebbe consegnata a nuovi soci privati, o,
  • una serie di cessioni di rami d’azienda e/o un’incorporazione a cui conseguirebbe la definitiva eliminazione del Gruppo Carige.

In entrambi gli scenari la nuova dirigenza la fa da Padrona. Nessuna illusione, le facce cambiano ma il sistema è sempre lo stesso: anche Montani & Soci rispondono a qualcuno.

Visti i nomi che vengono a galla e l’attenta supervisione di Banca d’Italia (la cui indipendenza è ormai un ricordo), possiamo ragionevolmente affermare che quel qualcuno appartenga al mondo imprenditoriale e alla finanza internazionale. In altri termini, l’obiettivo, quasi riuscito, è quello di estromettere il controllo para-pubblico a favore di una svendita a privati. Naturalmente, non sta avvenendo solo a livello di sistema bancario, ma anche per altre grandi aziende para-pubbliche (Alitalia, Ansaldo del Gruppo Finmeccanica, le municipalizzate, ecc.)

In questo scenario le OO.SS., come pubblicato su Il Giornale dell’11 novembre 2014, “si schierano con il piano della banca contro le proposte dilatorie di Fondazione e compagni, perché hanno più di un dubbio che il futuro di tutti i dipendenti del gruppo possa essere garantito da una fusione immediata: sia che si tratti di una banca estera che di una banca italiana il costo in termini occupazionali, specie per le sedi, sarebbe invece enorme. Carige è una Banca in difficoltà che sta cercando di risolvere i suoi problemi e dopo il recente aumento di capitale e gli ulteriori interventi ad esso collegati si sta avviando lentamente sulla strada del risanamento”.

Non sappiamo se le OO.SS. facciano finta di non sapere o siano “ingenue”.

La Cub-Sallca non perora la causa della Fondazione e nemmeno quella della nuova dirigenza. Nel primo caso abbiamo già ampiamente sperimentato e subito  le conseguenze del sistema clientelare, nel secondo non ci facciamo illusioni, anche educati dall’esperienza di altre aziende italiane che una volta acquisite sono state smembrate, portate al fallimento, strizzate sino all’osso, ridotte  ad oggetto di ristrutturazioni e riorganizzazioni permanenti. In altri termini, il nuovo management  sembra operare per offrire la Banca a privati/fondi/altri investitori istituzionali, il cui interesse non risiede in un sviluppo sano ed equilibrato del Gruppo nel lungo termine, ma nella speculazione di breve periodo giocata sul taglio  del personale. Una volta acquisito il controllo e realizzato lo spezzatino, detti soggetti hanno interesse a cedere la Banca o quel che ne resta per realizzare forti plusvalenze. A loro volta, i nuovi acquirenti cercheranno di recuperare l’investimento  con un nuovo ciclo di tagli, riorganizzazioni, ecc., per realizzare nel minor tempo possibile alti profitti, e così via all’infinito o quasi …. sino alla fine.

C’è qualcuno che possa pensare  che i summenzionati nuovi soci-privati abbiano a cuore l’interesse della clientela, la sorte dei dipendenti e lo sviluppo del territorio? Cosa mai potrà interessare al fondo statunitense, al Bonomi di turno, ecc., del territorio, della Liguria, del back office di via Isonzo, della professionalità della “Sede”, ecc.?

Nello specifico, ci “suona strano” questo forte interessamento dichiarato dalle OO.SS. per la Sede. Perché non hanno messo la stessa enfasi, la stessa attenzione e la forza di persuasione nei confronti della dirigenza per difendere i colleghi delle assicurazioni, di Banca Cesare Ponti e di Creditis (le possibili prossime cessioni), dei colleghi che sono stati demansionati, per contrastare la chiusura di filiali, ecc.? Forse, in quest’ultimi casi i dipendenti sono ritenuti di serie B?

   La Cub-Sallca propone ai lavoratori di tutte le categorie di unirsi per contare di più. La lotta deve avere quale obiettivo la costruzione di un sistema sociale con al centro il lavoratore ed i suoi bisogni come essere umano. Non ci schieriamo con coloro che hanno contribuito a ridurre la Banca in questo stato e nemmeno con coloro che vogliono consegnare il Gruppo a soggetti il cui unico obiettivo è quello di lucrare il più possibile nel minor tempo possibile.

   Dobbiamo lottare per un sistema alternativo all’attuale, dobbiamo incominciare a costruire un mondo diverso,  dove il sistema economico e le Banche (che ne sono il perno) diventino un mezzo per accrescere il bene comune e il benessere sociale.

Riteniamo prioritario, di fronte al rischio di una deriva rovinosa, un programma ed un piano industriale che assicurino:

  • la tutela del posto di lavoro e la creazione di un clima positivo interno all’azienda;
  • una politica commerciale che ponga al centro della sua azione i bisogni del cliente e lo sviluppo equilibrato e rispettoso delle caratteristiche socio-culturali del territorio;
  • l’agire etico ad ogni livello operativo e commerciale.

Infine dobbiamo impegnarci per ricreare un clima solidale tra i colleghi. I sindacalisti devono ritornare sui luoghi di lavoro, parlare e discutere con i colleghi, informarli, affrontare e risolvere i problemi che si incontrano nella quotidianità lavorativa, raccogliere le esigenze e trasformarle in rivendicazioni. Inoltre, un buon sindacalista non può prescindere dal denunciare le ingiustizie,  il malaffare, gli episodi di corruzione, la gestione clientelare della banca. Non pensate che un buon sindacalista dovrebbe agire così? Quanti ne conoscete con queste caratteristiche? Quanti rispondono alle vostre attese?

Vi chiediamo: ricordate qual è l’ultima volta che un sindacalista è passato da voi e vi ha chiesto cosa pensate? Ma se non svolgono questo lavoro, cosa ci stanno a fare, qual è la loro funzione?

   La Cub Sallca propone un modello di sindacato e di sindacalista-lavoratore diverso, dove non esiste delega in bianco, ma partecipazione diretta.

Solo ripartendo dalla base, dai lavoratori, sarà possibile contrastare questo attacco ai nostri diritti, all’occupazione, ad un territorio già molto provato.

Contattaci e iniziamo a parlarne insieme.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Gruppo Carige

FED. REG. LOMBARDIA – 22 NOVEMBRE: CONGRESSO REGIONALE

FedLombSABATO 22 NOVEMBRE 2014
ORE 10,00 – 18,30

Sede Cub – C.so Lombardia 20
MILANO

L’assemblea è aperta a tutte/i le lavoratrici ed i lavoratori.
Si parlerà di rinnovo del Contratto Nazionale, ristrutturazioni aziendali, difesa dei diritti,
democrazia sindacale e altro ancora.

L’appuntamento è dedicato ai 15 anni del Sallca,
fondato il 21 novembre 1999 a Milano

FED. REG. PIEMONTE – LE ASSEMBLEE PER IL CONGRESSO

CongrProvDA SEGRETERIA NAZIONALE SALLCA

Con questa comunicazione si apre formalmente il percorso verso il V Congresso Nazionale della Cub Sallca che si terrà a Torino nel prossimo mese di gennaio. In vista di tale appuntamento sono state fissate le date dei Congressi Provinciali/Regionali che saranno chiamati ad eleggere i delegati al Congresso Nazionale suddetto. Il Congresso della Federazione Regionale del Piemonte si terrà

Venerdì 28 novembre alle ore 9,00

presso la sede Cub di C.so Marconi 34 a Torino

Al fine di procedere alla elezione dei delegati a tale Congresso Regionale, si é deciso, come già in occasione del congresso precedente, di prevedere una serie (6 in tutto) di “assemblee precongressuali”, diversificate per ubicazione ed orari, al fine di permettere a tutti gli iscritti la massima partecipazione:

  • Giovedì 6 novembre dalle 17,30 alle 19,30
    presso Holiday Inn P.zza Massaua 17 a Torino – Saletta Congressi
  • Mercoledì 12 novembre dalle 17,30 alle 19,30
    presso il Centro Studi Sereno Regis V. Garibaldi 13 a Torino
  • Martedì 18 novembre dalle 18,15 alle 19,30
    presso la sala “Dei Centomila” di C.so Orbassano 192/A (pressi Parco Rignon) a Torino
  • Giovedì 20 novembre ore 15,00
    presso la sede Cub di C.so Marconi 34 a Torino (a questo appuntamento sono invitati a partecipare in modo particolare gli esodati e i pensionati)
  • Giovedì 20 novembre alle ore 20,00
    presso il Circolo Arci “Stranamore” di V.Bignone 89 a Pinerolo
  • Lunedì 24 novembre ore 18,00
    presso Saletta Bar Stazione C.so Laghi 7 Avigliana

E’ estremamente importante la vostra massima partecipazione!!!

In un momento come l’attuale, in cui si sta sferrando un attacco senza precedenti ai diritti dei lavoratori tutti, cogliamo l’occasione per confrontarci e reagire in modo unitario. Partecipate numerosi e, se potete, fateci sapere a quale assemblea parteciperete.

Nel corso di tali assemblee (ogni iscritto é libero di partecipare a quella che gli risulterà più comoda) si parlerà di CCNL, Jobs Act e attacchi ai diritti dei lavoratori, sciopero generale e di altro ancora, oltre ovviamente a procedere alla elezione, da parte degli iscritti, dei delegati che prenderanno parte al Congresso Regionale del 28 novembre prossimo. Affinché tali assemblee possano essere un momento di incontro per ogni lavoratore, ricordiamo che

a questi 6 appuntamenti sono invitati a partecipare tutti i lavoratori, anche non iscritti alla Cub Sallca, che potranno così prendere parte al dibattito pur non partecipando, ovviamente, alla elezione dei delegati, riservata ai soli iscritti

V CONGRESSO NAZIONALE DELLA CUB-SALLCA REGOLAMENTO E PERCORSO

E’ indetto il V Congresso Nazionale della CUB-SALLCA che si svolgerà, a Torino, Venerdì 16 e Sabato 17 Gennaio 2015.

I Congressi delle Federazioni Regionali regolarmente costituite ai sensi dello Statuto (Piemonte, Lombardia, Lazio e Campania) si terranno nei mesi di Novembre e Dicembre 2014 e, oltre a definire gli organismi dirigenti a livello locale, eleggeranno le/i delegate/i all’assise nazionale.

A quest’ultimo fine, sui quattro congressi di Federazione saranno indirizzati, come di seguito precisato, le/gli iscritte/i delle altre regioni.

  • Calabria                                                                     su Campania
  • Triveneto, Emilia Romagna, Liguria             su Lombardia
  • Marche, Abruzzo, Molise, Sardegna, Toscana          su Lazio
  • —-                                                                             su Piemonte

Il Congresso della Federazione Regionale del Piemonte sarà preceduto da 6 assemblee precongressuali nel corso delle quali verranno eletti i delegati al Congresso.

Una di queste assemblee sarà dedicata alle/agli iscritte/i in pensione o esodo e, accanto alle tematiche congressuali, discuterà dei problemi specifici di questa parte della categoria nonché delle sue modalità organizzative, di collaborazione e di rappresentanza all’interno del Sallca. L’assemblea eleggerà 4 delegati al Congresso Regionale.

Ogni iscritta/o in servizio potrà invece liberamente scegliere a quale delle altre assemblee territoriali presentarsi per esercitare il proprio diritto di voto. In queste riunioni, indipendentemente dal numero di presenti e/o votanti saranno eletti, a partire dalla proposta avanzata a nome della Segreteria Regionale, da un minimo di 3 ad un massimo di 6 delegati al Congresso.

A tutte/i le/i delegati al Congresso Nazionale (ivi compresi sostituti/invitati) verrà garantito (su richiesta) l’integrale rimborso delle spese di viaggio e delle eventuali spese alberghiere, con l’unica parziale eccezione della biglietteria aerea per la quale verranno concordati specifici forfait. Inoltre, sarà rimborsata (secondo le regole vigenti) l’eventuale giornata di ferie/permesso utilizzata per il venerdì.

A tutte/i le/gli iscritte/i partecipanti ai Congressi Regionali, provenienti da regioni/province diverse da quelle nel cui capoluogo si svolge il Congresso, verrà garantito (su richiesta) l’integrale rimborso delle spese di viaggio con l’unica parziale eccezione della biglietteria aerea per la quale verranno concordati specifici forfait. Inoltre, sarà rimborsata (secondo le regole vigenti) l’eventuale giornata o mezza giornata di ferie/permesso utilizzata per poter partecipare alle riunioni.

Il rapporto iscritti-delegati al Congresso Nazionale è fissato in 12 a 1 (con arrotondamento all’unità superiore per frazioni pari o superiori a 0,5) eccetto che per la Federazione Regionale del Piemonte per il quale è di 24 a 1 (con arrotondamento all’unità superiore per frazioni pari o superiori a 0,5).

Il Congresso potranno partecipare, a pieno titolo, tutte/i le/gli iscritte/i alla Cub-Sallca (attivi, esodati, pensionati) al 31 Ottobre 2014, data alla quale si farà riferimento per ogni altro aspetto riguardante la definizione della platea congressuale. Le/gli iscritte/i successivamente a tale data potranno partecipare alle diverse fasi congressuali senza diritto di voto.

A tutte/i le/gli iscritte/i dovrà essere comunicato il luogo e la data del Congresso Regionale di riferimento almeno 10 giorni prima della sua effettuazione. Per quanto concerne le/gli iscritte/i della Federazione del Piemonte la comunicazione dovrà essere effettuata almeno 10 giorni prima dell’ultima delle assemblee precongressuali previste.

Ogni iscritta/o ha la possibilità di contribuire al dibattito congressuale predisponendo, in forma individuale o collettiva, propri documenti (ordini del giorno, proposte operative e/o organizzative, modifiche statutarie…) sia di carattere generale sia su temi specifici.

Qualora venga esplicitamente richiesto dai loro estensori e sempre che i documenti siano pervenuti alla Segreteria Regionale/Nazionale almeno cinque giorni prima del Congresso Regionale di competenza (che costituisce l’istanza di base) ai diversi contributi verrà data, a cura della stessa Segreteria, la più ampia diffusione possibile tra le/gli iscritte/i precedentemente alla data di svolgimento del Congresso. In ogni caso, tutti i contributi verranno discussi e, se richiesto, votati in sede congressuale e, successivamente, inseriti nella documentazione che sarà inviata a tutte/i le/gli iscritte/i.

Al Congresso Nazionale ed in quello della Federazione Regionale del Piemonte il diritto di voto su organismi, ordini del giorno, documenti politici, modifiche statutarie è riservato ai delegati congressuali.

Per quanto concerne il Congresso Nazionale, l’ordine del giorno e la bozza di relazione del Segretario Generale uscente dovranno essere portati a conoscenza dei delegati almeno 15 giorni prima della data di convocazione.

Gli eventuali documenti (ordini del giorno, proposte operative e/o organizzative, modifiche statutarie…) predisposti dai Delegati, in forma individuale o collettiva, che pervengano alla Segreteria Nazionale almeno cinque giorni prima del Congresso saranno trasmessi, a cura della Segreteria stessa, a tutti i delegati. In ogni caso, tutti i contributi verranno discussi e, se richiesto, votati in sede congressuale e, successivamente, inseriti nella documentazione che sarà inviata a tutte/i le/gli iscritte/i.

Torino, 15 ottobre 2014

La Segreteria Nazionale

TRATTATIVA SUL CCNL ALLA RESA DEI CONTI

CCNL-ABI-2012.001

Volantino Doc ABI

DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA

Anche dopo gli incontri del 5 e 13 novembre, continua la fase di stallo sul contratto nazionale del credito. Il prossimo incontro è in programma per il 25-26 novembre, ma l’ABI nell’esecutivo del 19 novembre ha ribadito l’appoggio a Profumo sulla linea intransigente adottata e quindi la rottura sembra inevitabile.

A fine ottobre l’ABI aveva presentato il documento allegato, con le sue richieste.

In buona sostanza si chiede la cancellazione del contratto.

L’area contrattuale verrebbe svuotata; gli aumenti economici sarebbero risibili e dovrebbero accompagnarsi all’abolizione di scatti d’anzianità e di quel che resta degli automatismi, insieme alla riduzione della base di calcolo per il TFR; gli orari potrebbero essere contrattati aziendalmente, così come in generale dovrebbero essere ampliate le materie oggetto di contrattazione peggiorativa e derogatoria a livello aziendale; gli inquadramenti dovrebbero essere dimezzati; nella rete filiali dovrebbero essere introdotte forme di lavoro autonomo.

Elenchiamo queste richieste per puro dovere di cronaca: queste proposte non sono solo da respingere, ma non possono neppure essere prese in considerazione per una trattativa al ribasso per “ridurre il danno”. Ci chiediamo cosa aspettino i sindacati trattanti a indire assemblee per informare i lavoratori dello stato della trattativa ed iniziare la mobilitazione.

Ricordiamo che il contratto ha subìto l’ennesima proroga fino a fine anno, ma il tempo sta di nuovo scadendo.

Non vorremmo ritrovarci con la replica dell’ultimo rinnovo, firmato sotto il ricatto della disdetta.

Ricordiamo che la trattativa si svolge con un’organizzazione, l’ABI, che ha avuto alla sua guida Mussari e Berneschi, responsabili diretti di due disastri aziendali (il primo condannato di recente a 3 anni e mezzo di reclusione per ostacolo alla vigilanza, il secondo reduce da 4 mesi di carcere per truffa ed appropriazione indebita).

L’attuale capodelegazione, Alessandro Profumo, rinviato a giudizio per dichiarazione fraudolenta dei redditi (inchiesta Brontos), indagato per bancarotta (vicenda Divania), è stato liquidato da Unicredit con 40 milioni di euro.

Non sarebbero accettabili nuovi sacrifici dei lavoratori per consentire a questi signori di continuare a fare i loro comodi.

INTESA SANPAOLO – FONDO PENSIONI SANPAOLO IMI: C’E’ UNA SCADENZA IMPORTANTE

spimipens

Volantino

La seduta del 3 novembre del Consiglio d’Amministrazione del Fondo è stata particolarmente densa di avvenimenti ed alcune delibere sono meritevoli di attenzione. Una di queste ci pare particolarmente da sottolineare alla luce dell’andamento dell’economia e dei mercati finanziari.

Un primo elemento di novità è l’avvicendamento nell’importante ruolo di Direttore del Fondo: dal primo dicembre, Massimo Corsini sostituisce Paolo Chiumenti prossimo al pensionamento. Purtroppo si mantiene la deplorevole consuetudine che consente alla Banca di presentare al CdA per questo ruolo un candidato unico. Prendere o lasciare. Senza alcuna traccia, e neppure parvenza, di selezione. In condizioni normali, quelle stesse millantate in Azienda, una figura di questa importanza dovrebbe essere scelta dopo aver definito le caratteristiche, il profilo di un candidato. La Banca invece preferisce interpretare la norma, che prevede che sia la Banca stessa a proporre il nominativo del nuovo Direttore, come un “siccome pago, decido io” senza alcuna considerazione dell’impoverimento del ruolo del CdA, oggettivamente in difficoltà nello svolgere il ruolo di mero ratificatore di una scelta presa altrove e sulla base di criteri non noti. Qualcuno incomincia a considerare l’opportunità di non avvalersi più della “generosità” della Banca e far rientrare il costo del Direttore tra quelli sostenuti direttamente dal Fondo ripartendolo su tutti gli iscritti, se questo vuol dire rinunciare alla reale autonomia dell’ente previdenziale al quale affidiamo i nostri risparmi …

Sempre nella stessa seduta si è concluso il processo di selezione degli advisor del Fondo che d’ora in poi saranno due: si è realizzato quello sdoppiamento di compiti che auspicavamo da tempo. Dopo il fallito tentativo effettuato nella passata consiliatura,  è stata conclusa la selezione e sono stati deliberati i nuovi consulenti:  l’attività di consulenza finanziaria verrà affidata a MangustaRisk mentre a Prometeia resterà l’attività di monitoraggio.

Particolarmente interessante è tuttavia una delibera che riguarda il comparto GARANTITO, sul quale sono nel tempo confluite le risorse precedentemente investite nei comparti Gestione Residuale e Monetario. Le attuali condizioni, siglate a luglio 2012, prevedono che la gestione separata Pre.V.I. di Fideuram Vita offra un rendimento minimo garantito del 2,50%. A fine settembre il rendimento netto annuo è stato peraltro del 3,02%, 52 punti base oltre il minimo garantito. In seguito al calo dei tassi e applicando le disposizioni delle autorità di Vigilanza, a partire dal 1° gennaio 2015 il rendimento minimo garantito per i nuovi flussi che confluiranno nel comparto scenderà all’1,50%.

In seguito alla notifica della variazione contrattuale, il Fondo ha deliberato di aprire una finestra di switch straordinario dal 5 al 25 novembre 2014, per consentire sia il trasferimento dei montanti accumulati, sia di modificare la destinazione dei flussi contributivi futuri. Per chi deciderà di  destinare tutto o parte del proprio zainetto a questo comparto, sarà così possibile continuare ad avere il tasso minimo garantito del 2,50% su tutto il montante trasferito (che verrebbe spostato entro dicembre 2014) e mantenere l’attuale, più favorevole, tabella di base demografica. Le nuove condizioni si applicheranno solo alle somme che confluiranno sul comparto a partire da gennaio 2015. Per quanto ovvio, ricordiamo che dovrà poi trascorrere almeno un anno prima di poter effettuare il prossimo switch.

Ricordiamo infine che il comparto garantito prevede delle commissioni di caricamento, in funzione della durata prevista di permanenza nel Fondo (da un minimo dello 0,20% ad un massimo del 1,20%). Per gli switch e per i versamenti superiori a 10.000 euro tali oneri vengono ridotti del 50%. Per ogni ulteriore dettaglio è possibile consultare la circolare  e gli allegati (Prot. N. 5552/FP) presenti sul sito del Fondo www.fondopensionisanpaoloimi.it.

Sebbene la scelta del comparto sia libera e individuale, in base al proprio orizzonte temporale e alla propria propensione al rischio, rimarchiamo l’importanza di una riflessione approfondita sull’opportunità che si apre. Ad esempio, per coloro che ritengono possibile un periodo di maggiore volatilità dei mercati, trasferire anche solo parte del montante sul comparto Garantito consentirebbe di mantenere stabile il valore dell’investimento, qualora si preveda di chiedere anticipazioni o se si è prossimi al riscatto. In tal caso, i flussi potrebbero continuare ad andare su comparti che non richiedono costi di caricamento (ricordiamo che è possibile detenere sino a tre linee di investimento). La garanzia sul capitale e un rendimento minimo, sebbene al di sotto di quello degli altri comparti, è consigliabile anche a chi ritiene di intravedere possibili inversioni del mercato dopo ormai 3 anni di crescita, oppure per coloro che osservando lo stato dell’economia mondiale, con bassa crescita delle economie mature, rischi  di deflazione in Europa e rallentamento dei paesi emergenti, preferiscano consolidare quanto finora acquisito ed assumere una posizione maggiormente prudente.

Un’ulteriore novità da segnalare riguarda l’introduzione della possibilità, per chi va in pensione e richiede la prestazione, di mantenere investito presso il Fondo parte del capitale. Infatti l’ISVAP (l’ente di controllo dei Fondi Pensioni) si è espressa favorevolmente in tal senso anche se ha posto il vincolo della non frazionabilità  sul successivo utilizzo. Sono perciò allo studio le modalità operative per ottemperare a questa disposizione e si stanno anche approfondendo gli aspetti legati alla fiscalità: entro la fine dell’anno è previsto l’invio di una comunicazione specifica agli iscritti.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Intesa Sanpaolo

UBI BANCA – TA CECET E TA LOECET*

Volantino

Volantino

*Versione bergamasca del chiagn’ e fott’.

UBI Banca ha chiuso i primi nove mesi del 2014 con un utile netto di 149,8 milioni in aumento del 47% rispetto allo stesso periodo del 2013 (101,9 milioni). I proventi operativi sono saliti del 2,9% (oltre 71 milioni), grazie all’evoluzione dei ricavi core, vale a dire del margine di interesse (+6,6%, 84,9 milioni) e delle commissioni nette (+2,3%, 20,1 milioni).

Per quanto riguarda il contributo significativo del margine di interesse, esso è in gran parte dovuto alla buona evoluzione dei risultati dell’attività di intermediazione con la clientela, saliti di 45,6 milioni, a seguito dell’ulteriore miglioramento della forbice dei tassi, allargatasi di circa 20 punti base principalmente per effetto del significativo decremento del costo della raccolta.

Risulta leggermente inferiore il risultato della finanza (-18 milioni) per effetto del conseguimento, nel terzo trimestre del 2014, di risultati più fisiologici (-13,9 milioni) rispetto all’andamento straordinario rilevato nei trimestri precedenti, in gran parte legato al progressivo realizzo degli investimenti in titoli governativi effettuati durante la crisi finanziaria.

In calo del 2,5% (circa 41 milioni) gli oneri operativi, per un rapporto cost/income sceso al 61,1%. Il passaggio di crediti in bonis a crediti deteriorati è diminuito del -37,2%.

Al 30 settembre l’esposizione del Gruppo verso la BCE consiste in un ammontare di 12 miliardi di euro di LTRO, di cui 4 miliardi rimborsati tra inizio ottobre (1 miliardo) e il mese di novembre (3 miliardi).

Il Gruppo stima di aderire al TLTRO con circa 3 miliardi a dicembre 2014.

Insomma i provvedimenti di Draghi (diminuzione del tasso di sconto, LTRO e TLTRO) continuano a far bene alle banche ma a non farlo all’economia reale (date uno sguardo alle trimestrali del resto del settore).

Pur perdurando nel Paese una grave situazione (per la quale si esige una risposta politica coraggiosa in barba ai diktat europei), di fronte a risultati del genere diventa difficile assumere la diminuzione della redditività a giustificazione dei nuovi tagli al personale previsti per il Gruppo (1277 esuberi pari a 90 milioni di euro).

Così come la diminuzione dell’attività di sportello, l’incremento dell’utilizzo dei canali diretti e la chiusura degli sportelli (55 filiali, 59 minisportelli e 54 riqualificazioni da filiale a minisportello), sembrano più un riposizionamento strategico in vista di futuri e spintanei sviluppi che la risposta ad esigenze contingenti. Tanto che alcuni territori stanno promuovendo iniziative per evitare di perdere lo sportello bancario ed i servizi di pubblica utilità che, nolente, esso eroga.

E’ abbastanza chiaro come sull’onda della crisi si cerchi di aumentare il più possibile il saggio di profitto e da che mondo è mondo, laddove glielo si lasci fare, ciò viene attuato sulle spalle dei lavoratori.

La partita, come d’altra parte sul piano nazionale, prevede che ogni arretramento temporaneo diventi poi strutturale, così come le promesse di decine di migliaia di posti di lavoro ed il rientro di attività nel perimetro dell’area contrattuale si sono poi rivelate aria fritta: teniamolo bene a mente, colleghi.

Ora sta a noi decidere se c’è grasso che cola dalle nostre buste paga e contrattare l’ennesimo arretramento. Ora che i rendimenti dei fondi pensione sono tassati quasi il doppio (Legge di stabilità), ora che la pensione stessa è sempre più lontana (Riforma Fornero), ora che si rischia di finire (chi è nel Consorzio) nella “serie B” del contratto complementare (iniziativa ABI), ora che su proposta sindacale (sic!) si rischia il “Consorzione” o sulla falsa riga dei gruppi più grandi magari l’esternalizzazione. E allora sì: tanti saluti al contratto del credito, alla possibilità di scivolare  in pensione fino a 5 anni prima e benvenuti a cassa integrazione e licenziamenti …

I cambiamenti si vedono dalle piccole cose:

L’avete notata la casellina in testa al nuovo cedolino? Quella con scritto CCNL applicato? Forse non è più così scontato che lì ci sarà sempre scritto “Credito”.

 

C.U.B. – S.A.L.L.C.A. Gruppo UBI Banca